Un serpente che si morde la coda
per colpa del riscaldamento terrestre
L’inquinamento atmosferico e il riscaldamento responsabili di un maggior consumo
di carburante negli aerei
di Bartolomeo Buscema
Spesso si sente parlare d’inquinamento
dell’aria prodotto dagli aerei che scaricano attraverso i motori a
reazione elevate quantità di anidride carbonica legate al processo di
combustione del kerosene. Per tale motivo le compagnie aeree sono
inserite nella lista dei
maggiori responsabili del
riscaldamento globale, che ormai in maniera sempre più evidente è causato
dall’attività antropica.
Ed è proprio il riscaldamento globale che, in una sorta di vendetta energetica,
sta mettendo le mani, si fa per dire, nel portafoglio delle stesse compagnie
aeree.
Uno studio del Woods Hole Oceanographic Institution, pubblicato sulle pagine di
Nature Climate Change, registra un aumento della
forza dei venti
geostrofici di alta quota provocato
dal mutamento climatico globale.
Tale
fenomeno, rileva l’istituzione americana, influisce sulla durata media dei voli,
a parità di chilometri percorsi, e quindi sul consumo di carburante.
Nella ricerca, gli scienziati hanno
analizzato, tramite trentaquattro differenti modelli climatici, per oltre
vent’anni, i dati sui voli di quattro compagnie aeree americane, incrociandoli
con i dati della forza dei venti in quota.
Considerando che per effetto della costanza del verso dei venti in quota, volare
verso est comporta un minore consumo di combustibile perché il vento spinge da
poppa, dallo studio è emerso che il maggior tempo di viaggio per tutti gli aerei
delle quattro compagnie esaminate si traduce in un aumento annuo dei costi di
combustibile di circa 1,4 milioni di dollari con un’emissione
aggiuntiva di 4,6 milioni di chili di anidride carbonica prodotta dai motori a
reazione. Se i risultati fossero validi per tutte le rotte di volo della
totalità delle compagnie aree del mondo, i ricercatori calcolano che il consumo
extra di carburante provocherebbe, a livello globale, un aumento dello 0,03%
delle emissioni di anidride carbonica che aumenterebbe ancora la durata dei
voli, anche se in maniera non preponderante. E’ il classico caso di retroazione
negativa del cambiamento climatico che si potrebbe tradurre nel motto: tu
inquini, quindi paga. La soluzione al problema s’intravvede già all’orizzonte:
aerei che utilizzano biocombustibili a minore produzione di anidride carbonica,
idrogeno o addirittura energia solare.