Un 2015 denso di avvenimenti e iniziative
Alla scoperta del “quarto ambiente”
In crescendo l’esplorazione dello spazio
Il ritorno a terra di Astrosamantha – La sonda su Plutone e sulla cometa 67/P
Churyumov-Gerasimenko – Alla scoperta del pianeta nano Cerere e dell’asteroide
Vesta – Astrosamantha nominata “Cavaliere di Gran Croce” dal Presidente dela
Repubblica – 45 anni fa, lo sbarco sulla Luna
di Irene Prunai
Mentre siete in spiaggia, tra chi gioca a racchettoni, chi si tuffa o si spalma
la crema non perdete tempo a sfogliare quelle odiose riviste “gossippare” ma
impegnate piuttosto il vostro tempo a scrutate il cielo e a pensare che in
questa estate, decisamente troppo calda per i miei gusti, lo Spazio e le sue
Missioni non vanno in vacanza e continuano a lavorare per voi, per noi.
Se il 2014 ci ha regalato dei momenti indimenticabili nella storia
dell’esplorazione spaziale, anche il 2015 non è da meno e questa estate ne è la
conferma.
New Horizons, la sonda che scruta Plutone
New Horizons la prima e unica sonda ad aver visitato il pianeta nano Plutone
Dopo oltre nove anni di viaggio e con quasi cinque miliardi di Km percorsi, la
sonda New Horizons ha raggiunto i dintorni di Plutone, inviando immagini che ci
stanno svelando il volto del misterioso pianeta nano. L’ultima istantanea prima
del flyby del 14 luglio, è stata ricevuta dagli scienziati pochi giorni prima, e
si pensava fosse la più dettagliata di sempre realizzata grazie alla camera
LORRI (Long Range Reconnaissance Imager) a bordo di New Horizons. L’immagine,
scattata il 7 luglio quando la sonda distava poco meno di 8 milioni di km da
Plutone, è la prima che riceviamo dopo il blackout del 4 luglio che aveva messo
la sonda in modalità provvisoria. Un’anomalia a bordo della sonda aveva infatti
interrotto qualsiasi comunicazione con la Terra, ma per fortuna dopo poco la
sonda era di nuovo online!
Tornando a questa immagine scattata, notiamo che la faccia del pianeta
è dominata da tre grandi regioni caratterizzate da diversa luminosità. La
più scura si trova sulla linea dell’equatore ed è informalmente conosciuta come
la balena. È lunga circa tremila km. Alla sua destra è visibile una grande area
brillante a forma di cuore che si estende per circa duemila km, mentre al di
sopra di entrambe si trova una
regione polare di media luminosità. Le ipotesi e le interpretazioni sono ancora
molte e i dati ricevuti dovranno ancora essere analizzati. Certo è che dopo il
14 luglio, quando la sonda si è ritrovata per 15 lunghi minuti così vicina a
Plutone da poter scattare foto ancora più dettagliate, la nostra visione del
pianeta è cambiata ulteriormente. Montagne di ghiaccio alte più di 3 Km ancora
molto giovani, vaste pianure ghiacciate e prive di crateri ma pennellate da
lunghe striature scure, depressioni poco profonde e una grande montagna che
giace in un fossato. Ma occorrerà
aspettare ancora qualche mese per avere tutte le informazioni e nel frattempo
New Horizons continua il suo viaggio. Prossima tappa la fascia asteroidale di
Kuiper!
Rosetta, Philae e l’esplorazione della cometa
L'orbita della cometa e la sua posizione approssimativa intorno al perielio
L’Agenzia spaziale europea ha deciso di prolungare la missione Rosetta fino al 2016, anziché abbandonarla a dicembre 2015, come stabilito dal programma. La sonda, giunta a destinazione nei pressi della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko dall’agosto 2014, sta portando avanti una lunga e importante raccolta di dati. Al termine della missione Rosetta si adagerà lentamente sulla superficie della cometa dopo uno studio durato due anni. In questa ultima fase della sua vita raccoglierà il maggior numero possibile di informazioni sia in avvicinamento sia in superficie. A ottobre del 2016 Rosetta e la sua cometa saranno molto vicini al Sole e la cosa renderà estremamente difficili le comunicazioni con la Terra. In seguito si allontaneranno talmente tanto che la ricarica delle batterie, che funzionano a energia solare, sarà quasi impossibile. Resterà quindi lì, in eterno, insieme al lander Philae.
Immagini della cometa Churyumov-Gerasimenko scattata dalla sonda Rosetta lo
scorso 25 giugno da una distanza di 168 Km
Intanto dai dati inviati da Rosetta abbiamo scoperto che sulla cometa sono
visibili un certo numero di getti di polvere che arrivano da zone in cui sono
presenti delle vere proprie doline. Dette anche sinkhole, si sono formate
probabilmente in seguito a crolli improvvisi della crosta più esterna e ci
permettono di buttare lo sguardo sulla parte più interna della cometa. Queste
doline si stima abbiano un diametro che da poche decine di metri ad alcune
centinaia e che siano un bel po’ profonde. Il pavimento sul fondo sembra
ricoperto da polvere fine. Come siano nate queste cavità è ancora oggetto di
studio, per il momento i ricercatori hanno fatto tre ipotesi. La prima sostiene
che le cavità esistessero già alla nascita di Chury. Un’altra ipotesi vuole che
le cavità siano nate per sublimazione del ghiaccio d’acqua e di ossido di
carbonio dopo un passaggio molto vicino al Sole. La terza ipotesi ritiene che a
sublimare sia stata l’anidride carbonica.
Dawn alla scoperta di Cerere e Vesta
Vesta grande asteroide della Fascia Principale del nostro Sistema Solare visto
dalla sonda Dawn
La missione americana volata nel 2007 per studiare il pianeta nano Cerere e
l’asteroide Vesta ha subito un blackout il 30 giugno scorso mentre si preparava
a compiere la mappatura del pianeta nano. Per fortuna il bollettino medico ora è
positivo e la sonda gode nuovamente di buona salute. La navicella si trova ora
nella seconda orbita di mappatura a 4400 km di distanza dalla superficie di
Cerere e manterrà questa orbita fino all’aggiornamento del piano di volo. Mentre
raccoglie informazioni sul planetoide, Dawn ci trasmette immagini
particolarmente interessanti sulla superficie di questo mondo in miniatura.
Dopo le due macchie brillanti che avevano catturato l’attenzione di
tutti, ne sono state scoperte altre 8 e inoltre è stata notata una montagna
dalla curiosa forma a piramide che si erge su una zona relativamente
pianeggiante.
In precedenza Dawn aveva visitato l’asteroide Vesta, cosa che la rende l’unica
missione ad aver orbitato attorno a due corpi celesti del nostro sistema solare.
Falcon 9 della SpaceX esplode nei cieli della Florida
Il Falcon lanciatore a razzo della
SpaceX esploso in quota lo scorso giugno
Ancora una volta un rifornimento mancato per la Stazione Spaziale
internazionale. È il terzo insuccesso per nel lancio di navette cargo negli
ultimi otto mesi.
Avrebbe dovuto portare ai tre astronuauti attualmente in orbita sulla Iss un
carico di apparecchiature e di rifornimenti con il modulo Dragon, ma dopo
neanche due minuti dopo la partenza il lanciatore Falcon 9 della società privata
SpaceX è esploso in quota. Ovviamente gli astronauti in orbita non corrono alcun
pericolo, nessuno morirà di fame! Il problema più urgente è invece capire cosa
sia andato storto. Un’anomalia in fase di ascesa probabilmente, cosa di preciso
ancora non si sa. Ma la Nasa vuol far chiarezza quanto prima considerando che,
dopo l’abbandono del programma Shuttle, conta su SpaceX e Boeing per tornare a
portare degli astronauti nello spazio senza dover chiedere passaggi alla Russia.
Nustar, il telescopio spaziale della
Nasa
La vasta pianura di Plutone vista da New Horizons lo scorso 14 luglio
Il cacciatore di buchi neri, i mostri mangia-materia, ne ha scoperti ben cinque
nascosti sotto una coltre densa di polvere e gas. Lanciato nel 2012 con lo scopo
di captare le emissioni di raggi X ad alta energia, Nustar ci mostra le sue
ultime scoperte. Questi buchi neri super massicci, ovvero con masse miliardi di
volte maggiori di quella del Sole, ingurgitano velocemente tutta la materia nei
dintorni emettendo potenti radiazioni. La missione, a cui l’Italia partecipa
attraverso l’ASI, è stata lanciata proprio con lo scopo di intercettare queste
radiazioni. Fino ad ora il telescopio ha osservato ben nove galassie con centri
molto attivi ma invisibili perché nascosti da polvere e gas e in cinque casi gli
scienziati hanno avuto la conferma che si trattasse proprio di buchi neri, per
di più molto più luminosi e attivi di quanto ipotizzato.
Samantha è tornata a casa
Dopo averci salutato da lassù per circa duecento giorni, finalmente la nostra
amata Samantha Cristoforetti è tornata a poggiare i piedi sulla terra. Si fa per
dire, ovviamente, perché dopo un periodo così lungo in assenza di gravità
provare anche solo a muovere una mano non è un gesto così scontato e Samantha e
colleghi, come tutti gli astronauti, passeranno un periodo di riabilitazione nel
centro spaziale della Nasa a Houston. Ma è davvero così importante la gravità
per il nostro organismo? Proviamo ad analizzare alcuni degli effetti principali
che l’assenza di peso ha sul nostro corpo.
La densità delle ossa: il corpo deve sostenere il proprio peso e questo fa sì
che le ossa siano continuamente stimolate a rigenerarsi. Se ci ritroviamo a
fluttuare nello spazio questo processo di rigenerazione viene rallentato e i la
densità dei nostri tessuti si riduce di circa il 2% per ogni mesi di permanenza
nello spazio.
Debolezza muscolare: i muscoli, come potete immaginare, vengono sforzati molto
meno e per questo si indeboliscono estremamente. È il motivo per cui gli
astronauti sono obbligati a fare molta attività fisica durante il loro periodo
in orbita.
Problemi di vista: restare molto tempo in assenza di gravità porta a uno
schiacciamento dei bulbi oculari provocando un difetto simile alla presbiopia.
Pare che il problema colpisca soprattutto gli uomini e in particolare l’occhio
destro.
Difficoltà di equilibrio: insomma provate voi a stare anche solo un mese nello
spazio per poi cercare ci rimettervi in piedi! Tra le ossa e i muscoli c’è di
mezzo anche il senso dell’equilibrio che di certo non farà invidia a un ubriaco.
Difficoltà nel parlare: ebbene sì, anche le labbra e la lingua pesano.
Il sistema immunitario: risulta indebolito e per questo nel primo mese i
contatti con le altre persone sono limitati.
Dopo la riabilitazione Samantha è rientrata in Italia con grandi onori. E’ stata
ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica, che le ha conferito
l’onorificenza di “Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al merito della
Repubblica Italiana”.
45 anni fa lo sbarco sulla Luna
Una magica notte quella tra il 20 e il 21 luglio del 1969 e quel piccolo passo
per l’uomo fu davvero un grande balzo in avanti per l’umanità. Neil Armstrong
poggiava per la prima volta piede sulla Luna, seguito poco dopo da Buzz Aldrin.
Fu un’impresa stupefacente dal punto di vista scientifico e carica di
significato politico. Ma per gli occhi di noi comuni mortali fu soprattutto un
sogno, un evento stupefacente in grado di inchiodare il mondo intero davanti
alla televisione. Quella notte segnerà la fine della preistoria e l’inizio
dell’era cosmica.