Università di Parma-Certosa di Valserena
Nuovo Archivio-Museo dello CSAC
(Centro Studi ed Archivio della Comunicazione)
di Giuditta Bricchi
Nell’Abbazia cistercense di Valserena, tradizionalmente identificata come la
stendhaliana “Certosa di Parma”, a pochi chilometri dal centro della città
emiliana, è stato aperto al pubblico il nuovo Archivio-Museo dello CSAC (Centro
Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma -
www.csacparma.it
). Raccoglie e conserva materiali originali della comunicazione visiva, della
ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX
secolo. Negli spazi dell’Abbazia
viene custodita una delle più vaste raccolte italiane d’arte, fotografia,
design, media e spettacolo, con circa 12 milioni di opere ( dipinti, sculture,
stampe, disegni, manifesti, negativi su lastra e su pellicola ) che testimoniano
la contemporaneità attraverso gli oggetti del comunicare.
Uno scrigno prezioso
Il Centro Archivio della Comunicazione, fondato nel 1968 dallo storico dell’arte
Arturo Carlo Quintavalle, è nato
come una piccola raccolta cresciuta negli anni grazie a donazioni spontanee di
istituzioni, di artisti e delle loro famiglie, in accordo con l’Università degli
Sudi di Parma. Dall’attenzione iniziale per la ricerca artistica, l’interesse
archivistico si è esteso ai temi della comunicazione visiva e progettuale
italiana. Oggi nell’Abbazia di Valserena ( o di Paradigna dal nome della
località), è contenuto uno
straordinario patrimonio suddiviso
in cinque sezioni: Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo.
Sezione Arte:
raccoglie 1700 dipinti, 300
sculture, 17.000 disegni di oltre 100 artisti, come Accardi, Afro, Alviani,
Angeli, Baj, Bendini, Bill, Birolli, Boero, Burri, Canogar, Cassinari,
Cavaliere, Ceroli, Consagra, De Rocchi, Del Pezzo, Della Torre, Fabro, Ferrari,
Festa, Fioroni, Fontana, Forgioli, Gallizio, Garau, Garcia Rossi, Gastini,
Gentilini, Giunni, Griffa, Guenzi, Guttuso, Lavagnino, Mandelli, Mattioli,
Melotti, Morellet, Moreni, Morlotti, Nigro, Novelli, Ossola, Padova, Paolini,
Pardi, Pizzinato, Arnaldo Pomodoro, Pozzati, Raciti, Radice, Reggiani, Rotella,
Santomaso, Savinio, Scanavino, Schifano, Scialoja, Soldati, Spagnulo, Sughi,
Tadini, Tilson, Uncini, Vedova, Veronesi, Vostell, Xiao e molti altri.
Sezione Media:
vi si conservano 7.000 bozzetti di manifesti e 2.000 manifesti cinematografici
di autori come Ballester, Acerbo, Cesselon, Ciriello, Manno, oltre agli
importantissimi archivi (circa 100.000 pezzi) di Carboni, Iliprandi,
Provinciali, Sepo, Testa, Tovaglia, Vitale, 11.000 disegni di satira e fumetto e
3.000 disegni per illustrazione di autori come Pericoli e Chiappori, quelli del
gruppo de "Il Male" (Angese, Giuliano, Perini, Vincino), quelli del gruppo di
"La Repubblica" (Bevilacqua, Bucchi, Alain Denis, Eletti, Jezek, Micheli), e poi
ancora Galantara, Bisi, oltre agli archivi di Luciana Roselli e Brunetta
Mateldi.
Sezione Progetto:
è costituita da 1.500.000 disegni di architettura e design, 800 maquettes, 2.000
oggetti di architetti come Alpago Novello, De Finetti, Gardella, Menghi, Nervi,
Ponti, Pulitzer, Rava, Samonà, Vietti e di designer come Archizoom, Bellini,
Castiglioni, Mari, Mendini, Munari, Nizzoli, Rosselli, Sambonet, Afra e Tobia
Scarpa, Sottsass Jr.. Questa sezione comprende anche l'Archivio della Moda con
70.000 disegni e numerosi abiti di Albertina, Albini, Antonelli, Armani, Ferrè,
Krizia, Lancetti, Monsieur Gilles, Moschino, Schuberth, Soprani, Sorelle
Fontana, Versace.
Sezione Fotografia:
si conservano 2.500.000 negativi su
lastre, 2.200.000 negativi su pellicola, 1.700.000 stampe, 150 apparecchi
fotografici antichi. Di notevole interesse sono, fra l'altro, 140 negativi
scattati da Man Ray negli anni Trenta e 2.000 pezzi della F.S.A (Farm Security
Administration: associazione di fotografi americani che tra gli anni ’30 e gli
anni ’40 hanno fotografato il territorio e la realtà americana, inaugurando uno
stile che ha segnato ampiamente anche la produzione cinematografica
contemporanea). Oltre a questo si conservano nella sezione: l'archivio completo
dello Studio Stefani di Milano, dello Studio Villani di Bologna, dello Studio
Vasari di Roma, dello Studio Tosi di Parma, dello Studio Orlandini e Davolio
Marani di Modena, dello Studio Cattani di Faenza, della Publifoto di Roma (fino
al 1970) e gli archivi di fotografi italiani da Migliori a Ghirri.
Sezione Spettacolo:
contiene 100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi
cinematografici antichi.
Spazio multifunzionale
Nell’Abbazia cistercense, rinnovata
con un importante progetto architettonico curato da Carlo Quintelli,
docente dell’Università di Parma, lo CSAC si propone come un nuovo spazio
multifunzionale dove si integrano
un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e di Didattica, con la
partecipazione attiva della
comunità scientifica, dei
ricercatori e degli studenti. Tutto il materiale è accessibile in originale per
studiosi, docenti, ricercatori e dottorandi. Come sottolinea Loris Borghi,
rettore dell’Ateneo di Parma, lo
CSAC rappresenta una formula unica in Italia.
Esso manterrà e potenzierà
tutte le attività sino ad ora condotte:
consulenza e
supporto all’istruzione universitaria, organizzazione di mostre
e collaborazione ad
esposizioni in altri musei nazionali ed internazionali ( come il MoMA di New
York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center e il Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofia di Madrid).
Percorso espositivo
Il percorso espositivo del nuovo Archivio-Museo
si articola attraverso gli spazi della grande Chiesa cistercense, della
Sala delle Colonne, della Sala Ipogea e della Corte delle sculture. Con oltre
600 opere esposte
il Museo rappresenta la complessità e la ricchezza delle collezioni
dell’archivio. La mostra
permanente è in grado di rinnovarsi potenzialmente all’infinito
attingendo allo straordinario repertorio visivo dell’Archivio,
i cui materiali saranno esposti a rotazione.
La Chiesa:
le sedici sezioni della Chiesa sono
dedicate a temi che fanno emergere la complessa natura di questo Archivio/Museo
attraverso le interazioni trasversali delle sue collezioni: dall’Arte
alla Moda, dal Design alla Fotografia, dall’Architettura alla Pubblicità fino al
Disegno della satira. Vi sono opere e progetti di Lucio Fontana, Giorgio Armani,
Gianfranco Ferré, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Nizzoli e Bellini per
Olivetti, Man Ray, Luigi Ghirri, Dorothea Lange, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi,
Giuseppe Samonà, Armando Testa, Tullio Pericoli, Vincino. Chiude questo percorso
la mostra monografica dedicata alla cultura figurativa e progettuale degli anni
’60 e ’70 con opere di artisti entrate nelle collezioni dello CSAC sin dai primi
anni di attività, come quelle di Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio
Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano,
Ettore Sottsass ed Emilio Tadini.
La Sala delle Colonne espone parte del lavoro di raccolta e studio delle opere
conservate nell’archivio della Sezione Arte con un percorso cronologico che va
dai disegni di Mario Sironi alla Poesia Visiva con i documenti progettuali e di
lavoro. Ai visitatori viene offerta anche la possibilità di consultare, su
prenotazione, i materiali degli archivi conservati nelle aree dell’Abbazia non
aperte al pubblico.
La Sala Ipogea, introdotta dalla Porta di Arnaldo Pomodoro e da Il Sentimento
della Rivoluzione di Fausto Melotti,
integra, in uno spazio molto suggestivo, l’esposizione
delle sculture di grandi dimensioni allestita nella corte dell’Abbazia.
Accoglienza ed ospitalità
Il nuovo CSAC è dotato di servizi di accoglienza e ospitalità, come un bistrot e
una foresteria allestita in quelle che un tempo erano le celle dei monaci. E’
presente anche un bookshop dove è possibile acquistare i cataloghi e i manifesti
delle mostre che lo CSAC ha realizzato a partire dal 1969.