Fallito il lancio della navicella Progress
Finiscono in mare i rifornimenti
Nessun problema per i cosmonauti della ISS: hanno cibo ed acqua e carburante in
abbondanza - Samantha Cristoforetti è l’astronauta italiano che ha trascorso più
tempo nello spazio in una singola missione. Alla fine del suo viaggio avrà il
record assoluto italiano di permanenza spaziale complessiva.
di Irene Prunai
Rotta verso la Terra
8 maggio 2015, ore 04.20 (minuto più, minuto meno): il cargo russo Progress
M-27M è caduto a terra questa notte. Dopo un volo incontrollato di dieci giorni
e una missione di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale fallita,
finalmente la buona notizia è arrivata. La navicella è rientrata in atmosfera e
gli eventuali detriti, quel poco che non è bruciato, galleggerebbero in pieno
Pacifico al largo delle coste cilene. La notizia, inizialmente divulgata
dall’agenzia spaziale russa Rosmocosmos è stata poco dopo confermata anche dallo
US Strategic Command e dall’ESA.
Diversamente da quanto molti credevano non c’è stato uno scenario da film di
fantascienza di quart’ordine e sulle nostre teste non è caduta una pioggia
incandescente di detriti. E niente paura, la nostra astrosamantha (e i suoi
colleghi) non corre pericolo di restare senza cibo, come invece avevano urlato
alcuni scribacchini di noti quotidiani pronti a gridare balle per un titolo
accattivante. A bordo della Stazione Spaziale Internazionale sono presenti
rifornimenti sufficienti per mesi e sono già in arrivo nuovi cargo. L’equipaggio
della Iss, dunque, continua le operazioni programmate prolungando di un mese la
propria permanenza sulla stazione.
Il lancio
È il 28 aprile e dal cosmodromo di Baikonur, con un razzo Soyuz, viene lanciato
il cargo Progress. La navicella porta con sé 2357 kg di rifornimenti, fra cui
circa 500 kg di propellenti per i motori, 420 kg di acqua e quasi altrettanto
peso in cibo. Il lancio inizialmente non segnala alcuna anomalia. La salita
verso l’orbita appare perfettamente normale e il terzo e ultimo stadio del razzo
si spegne come previsto circa 9 minuti dopo il lancio. Ancora pochi secondi e i
segnali telemetrici di razzo e navicella si interrompono e non è più possibile
seguire la separazione del Progress dal razzo.
La situazione fa subito pensare che il guasto, forse un incidente, abbia
coinvolto entrambi i veicoli probabilmente al momento del rilascio della
navicella cargo che solo dopo 6 ore avrebbe dovuto attraccare sulla Iss.
Inevitabilmente l’aggancio viene posticipato e il centro di controllo tenta un
avvicinamento lento. Ma nelle ore successive si capisce che il problema è più
grave del previsto. In seguito il centro di controllo riesce ad appurare che il
Progress è in rapida rotazione su se stesso e che svariati sensori hanno smesso
di funzionare. Inoltre i condotti del propellente sembrano depressurizzati.
Nonostante la Progress abbia due sistemi indipendenti per la propulsione, il
guasto di solo uno di questi rende comunque impossibile la governabilità della
nave. Ma se anche fosse possibile riprenderne il controllo, è lo stato generale
di salute a destare preoccupazione. Da terra sono stati infatti osservati almeno
44 detriti nelle sue vicinanze. Provenienti dal terzo stadio o forse dalla
Progress stessa, questi detriti si sono sparpagliati su diverse orbite. La loro
massa e il modo in cui si sono disposti hanno fatto ipotizzare la rottura dei
serbatoi del propellente o del gas pressurizzante, se non addirittura una
collisione fra la stessa Progress e il vettore.
La navetta Progress
Ufficialmente perso!
È il 29 aprile e l’agenzia spaziale russa è costretta a dichiarare perduta la
navicella dopo aver fallito i
numerosi
tentativi di riprenderne il controllo. Non arrivano più dati dalla navicella a
causa dell’esaurimento delle batterie, dovuto al fatto che i pannelli solari non
sono stabilmente rivolti verso il sole. Da questo momento le priorità passano
dal tentativo di recupero al cercare di chiarire quanto accaduto. Tutti i dati
ricevuti prima della perdita di segnale verranno analizzati a fondo. Non ci
resta aspettare il 13 maggio, data in cui verrà divulgata una prima analisi dei
dati. Intanto possiamo cercare di fare delle ipotesi. Un problema al così detto
terzo stadio potrebbe essere una delle cause del posticipo del lancio della
prossima capsula Soyuz. Se invece si dovesse scoprire che il problema è
unicamente della Progress, sarà d’obbligo controllare tutti i sistemi in comune
fra le Progress e le navicelle abitate Soyuz.
Partenza posticipata
Solitamente sulla Iss gli astronauti si alternano negli arrivi e nelle partenze.
Dei sei inquilini della casa spaziale, tre tornano a Terra e dopo pochi giorni
altri tre ne prendono il posto. Samantha
Cristoforetti, ad esempio, e i suoi colleghi di missione Terry Virtis e Anton
Shkaplerov, ha preso il posto dei tre cosmonauti scesi tredici giorni prima. In
questo caso però il volo di rientro è stato rinviato dal 14 maggio a data ancora
da definire. L’agenzia spaziale Rosmocosmos renderà nota la nuova data
probabilmente la prossima settimana. Questo slittamento, di conseguenza, porterà
un cambiamento di piani anche per la partenza della Soyuz TMA-17M che il 26
maggio avrebbe dovuto portare gli astronauti Oleg Kononenko, Kimiya Yui e Kjell
Lindgren sulla Iss. E se noi comuni mortali ci arrabbiamo per un semplice treno
cancellato, viene spontaneo domandarsi come reagisce un astronauta
nell’apprendere che il suo volo spaziale è stato cancellato.
Samantha alle prese con la microgravità
Qualche curiosità per gli appassionati
Da oggi Samantha Cristoforetti è l’astronauta italiano che ha trascorso più
tempo nello spazio in una singola missione. Alla fine del suo viaggio avrà il
record assoluto italiano di permanenza spaziale complessiva.
Dato che Samantha è partita dalla Terra il 23 novembre 2014, il 9 maggio è il
suo centosessantasettesimo giorno di permanenza nello spazio, quindi ormai
detiene il primato italiano di durata di una singola missione spaziale. Anche se
il record assoluto per il tempo complessivo trascorso nello spazio da un
astronauta italiano per il momento resta a Paolo Nespoli, a Samantha basterà
abitare sulla Iss fino al 18 maggio per battere il record. Se poi riuscisse a
rimenare lassù fino al 7 giugno, allora batterà anche il record internazionale
femminile di permanenza consecutiva.
E se poi siete appassionati di Douglas Adams vi basterà sapere che il 28 maggio
la Cristoforetti avrà trascorso ben 186 giorni fuori dalla Terra, condizione che
ne “La Guida Galattica per autostoppisti” la renderebbe esentasse per
quest’anno.
Samantha e i suoi colleghi