Energia da biomasse e manutenzione del
territorio
Esperti dell’industria, della ricerca e delle istituzioni si sono confrontati a
Roma, presso l’ENEA. Chiesto un tavolo di filiera per le bioenergie
di Renata Palma
Il convegno presso la sede ENEA di Roma
Bisogna individuare quelle "catene virtuose" che,
mettendo a fattore comune differenti soluzioni tecnologiche, conducano
alla valorizzazione delle biomasse trasformando la loro gestione da un probabile
costo ad un possibile guadagno”. La
produzione di biomasse rappresenta un’integrazione del reddito
per gli agricoltori stessi che stanno subendo un lento e progressivo
depauperamento delle risorse economiche e una drastica riduzione della
produttività dei terreni a causa di
politiche scellerate del passato.
Certo che le dicotomie sono ancora molte e forse nemmeno superabili in tempi
ragionevoli. Da più relatori si è sottolineata la preoccupazione di norme
vigenti spesso conflittuali: il ministero delle Politiche Agricole e Forestali
infatti considera le biomasse una risorsa, mentre per il Ministero dell’Ambiente
sono un rifiuto. In prima battuta non sembrerebbe molta la differenza, ma chi
lavora in questo settore vive sulla propria pelle, quotidianamente, il pericolo
di venire multati, anche pesantemente se l’uso che se ne fa non viene facilmente
identificato. Gli aspetti positivi dell’uso della biomassa sono molteplici.
Prima di tutti è una fonte rinnovabile continua e programmabile che può contare
su tecnologie già mature e affidabili. In più, tra tutte le fonti di energie
rinnovabili, è quella più strettamente legata al territorio sia fisico che
socio-economico ed è quella che può consentire il recupero di terreni marginali
e/o degradati a rischio abbandono. Gli impieghi
vanno dal termico, al biogas, a biocarburanti, a bioetanolo, alla chimica
verde. Dall’agosto 2014 l’Italia dispone di un Piano di Settore per le filiere
della bioenergia, un documento che definisce
e individua priorità di intervento e strumenti operativi per orientare il
futuro sviluppo delle fonti rinnovabili in considerazione del ruolo che
l’agricoltura deve giocare nel settore consolidato e al contempo innovativo
delle cosiddette “agroenergie”. “Sarebbe necessario dosare correttamente gli
interventi anche di natura fiscale – ha auspicato il sottosegretario alle
Politiche Agricole Alimentari e
Forestali Giuseppe Castiglione – ci
stiamo adoperando per estendere i benefici del 2014 anche al corrente anno 2015.
Stiamo anche lavorando per dare effettiva attuazione al
Decreto biometano. In primo luogo con l’emanazione del decreto 10 ottobre
2014 per l’aggiornamento delle condizioni, dei criteri e delle modalità di
attuazione dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti compresi
quelli avanzati, tra i quali anche il biometano prodotto da determinate materie
prime” La proposta del tavolo
di concertazione ha trovato unanime consenso, compreso il Sottosegretario
all’Ambiente, Silvia Velo, che oltre a ricordare la necessità di un approccio
scientifico e
tecnologico e anche normativo/politico, ha sottolineato l’importanza di percorsi
partecipati con le popolazioni, “Per evitare di trovarci di fronte a campagne da
sindrome di Nimby che hanno poco fondamento scientifico e puntano a suscitare
paura dell’opinione pubblica, perché non si toglie niente a nessuno come invece
proclamano le industrie del legno che accusano gli impianti per la produzione di
energie di sottrarre materia prima al loro sistema produttivo, perché tutta la
bioeconomia ruota attorno alle biomasse e rappresenta una frontiera articolata
che è una delle direttrici della green economy”. Vittorio Prodi è stato più
tranchant andando al nocciolo del problema di corruzioni e malversazioni
introducendo il concetto di
“deficit di credibilità””, ossia il timore che dietro a qualsiasi attività
industriale e imprenditoriale si
nascondano traffici illeciti. “Quando si progetta un impianto o un qualsiasi
intervento sul territorio, la prima cosa che viene in mente è: chi ci guadagna?
– si è domandato Vittorio Prodi - Dobbiamo tutti fare un grosso sforzo affinché
venga superata questa attitudine, in nome dei superiori interessi comuni”. La
produzione di biomassa e i suoi innumerevoli impieghi può contare comunque su
una comunità scientifica di altissimo livello e su tecnologie altamente
innovative. Bisogna però che ai traguardi scientifici si colleghino traguardi
normativi.