*La CIA, agenzia americana di spionaggio,
afferma che gli UFO degli anni 50 e 60
erano test militari segreti compiuti da aerei U2. I velivoli della CIA,
prosegue la nota, erano in grado di volare a 70mila piedi di altitudine, mentre
la maggior parte degli aerei commerciali volava intorno ai 20mila piedi e quelli
militari a 40mila. Inoltre, dice ancora la CIA, l’Area 51 nel Nevada era una
base militare top-secret. Due le domande che pone simile affermazione. Perché,
in piena guerra fredda, i sovietici non abbiano reagito in qualche modo e perché
la CIA faccia adesso questa “rivelazione”.
*Un francobollo commemorativo del padre della sismologia moderna, Giuseppe
Mercalli, autore – fra
*Dopo il successo della missione Rosetta - l'atterraggio di Philae su una cometa
- gli Stati membri dell'Agenzia Spaziale Europea si sono incontrati a
Lussemburgo ai primi di dicembre per analizzare le sfide future. Tra le priorità
c'è lo sviluppo del nuovo razzo Ariane 6, considerato fondamentale per
conservare il vantaggio dell'Europa nel mercato dei lanciatori. L'ESA punta
anche sulla missione ExoMars che cerca segni di vita su Marte. Ma non ci sono
soltanto le sonde: l'ESA sta preparando nuovi astronauti che dovrebbero partire
nel 2015 e nel 2016. Mentre la cooperazione spaziale europea compie mezzo
secolo, l'ESA guarda ai prossimi cinquant'anni.
*Siena è una delle prime città italiane a dotarsi di una rete di ricarica per
auto elettriche. Poco prima di Natale, infatti, sono state inaugurate le prime
due colonnine di una serie di 45 che saranno dislocate in città e nei principali
centri della provincia. Nelle foto: un’auto a motore elettrico
in fase di ricarico e l’inaugurazione delle prime due colonnine da parte
del vicesindaco Fulvio Mancuso, della responsabile Enel Infrastrutture e Reti
Toscana e Umbria Debora Stefani e della responsabile Enel
Smart Grids Italia Fulvia Fazio.
* Il ‘déjà-vu’? è un’anomalia cerebrale a causarlo. L’Istituto di bioimmagini e
fisiologia molecolare del Cnr, in collaborazione con la clinica neurologica
dell’Università 'Magna Graecia' di Catanzaro, ha svelato gli scenari
neurobiologici sottostanti questo affascinante e misterioso fenomeno psichico.
Finora, non esisteva una risposta scientifica definitiva che ne spiegasse il
funzionamento. La ricerca è pubblicata su Cortex.
Il déjà-vu è un fenomeno psichico presente in circa l’80% della popolazione
normale, che consiste nell’erronea sensazione di aver già visto un’immagine o
vissuto un avvenimento o una situazione. Finora non è stata trovata una
spiegazione plausibile a questo affascinante fenomeno, anche perché si è sempre
studiato il déjà-vu in condizioni di normalità, senza mai considerare la
condizione patologica. I pazienti
con epilessia sono un modello patologico più noto in letteratura in quanto le
illusioni déjà-vu sono, in realtà, manifestazioni epilettiche derivanti dalle
scariche all'interno del cervello. I ricercatori dell’Istituto di bioimmagini e
fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di
Catanzaro, in collaborazione con l’Istituto di neurologia della locale
Università 'Magna Graecia', hanno confrontato per la prima volta al mondo il
cervello delle persone più colpite da déjà-vu, sia pazienti neurologici affetti
da epilessia sia soggetti sani.
“L’obiettivo di questa ricerca era di scoprire se esista una base
anatomo-fisiologica comune nella genesi del déjà-vu tra soggetti sani e pazienti
che possa spiegare le basi di un fenomeno psichico che, in alcune circostanze,
diventa patologico”, afferma Angelo Labate, neurologo associato dell’Ibfm-Cnr e
docente presso l’Università 'Magna Graecia'. “Lo studio ha evidenziato che sia i
soggetti malati, sia le persone sane interessate da déjà-vu, presentano anomalie
a livello morfologico, che coinvolgono però aree cerebrali diverse. I pazienti
affetti da epilessia evidenziano anomalie localizzate nella corteccia visiva e
nell’ippocampo, cioè nelle aree cerebrali deputate al riconoscimento visivo e
alla memorizzazione a lungo termine. Questa scoperta dimostrerebbe che la
sensazione di déjà-vu, riportata dai pazienti durante un episodio epilettico, è
un sintomo organico di una memoria reale, anche se falsa”.
Diversamente, i soggetti sani che vivono questa esperienza “presentano piccole
variazioni anatomiche in un’area cerebrale (corteccia insulare) che ha il
compito di convogliare tutte le informazioni sensoriali all'interno del sistema
limbico/emotivo”, aggiunge Antonio Cerasa dell’Ibfm-Cnr. “Tale modifica parrebbe
dimostrare che nel soggetto sano l'esperienza del déjà-vu è in realtà un
fenomeno di alterata sensorialità dello stimolo percepito, più che un ricordo
alterato: noi pensiamo di aver già visto quel posto, ma in realtà è la
sensazione che abbiamo provato nel vederlo che ci richiama uno stimolo mnestico
precedentemente associato”.
*La famosa statua in marmo dell’imperatore Augusto rinvenuta a Roma nel 1863 e
nota come “Augusto
di Prima Porta” dal luogo
di ritrovamento, è tornata perfettamente integra ai Musei Vaticani dopo
essere stata esposta alle Scuderie del Quirinale a Roma e al
Grand Palais a Parigi.
A causa della fragilità della statua tutti gli spostamenti durante il trasporto
sono stati eseguiti utilizzando un innovativo sistema di protezione da qualsiasi
sollecitazione o urto, sostenuto dalla ditta Montenovi, progettato e sviluppato
dall’ENEA in collaborazione con i Musei Vaticani. Le soluzioni tecnologiche sono
state studiate e realizzate dall’ing. Gerardo De Canio dell’ENEA insieme ai
tecnici dei Musei Vaticani, Guy Devreux e Stefano Spada, restauratori del
Laboratorio Restauro Marmi e al prof. Ulderico Santamaria, responsabile
del Laboratorio di
Diagnostica per la Conservazione e il Restauro.
Il trasporto è stata un’operazione complessa in quanto la statua, alta più di 2
metri e dal peso di oltre 1000 chilogrammi, restaurata in più punti, è molto
vulnerabile alle vibrazioni e agli urti, ma grazie all’integrazione di diverse
tecniche (tutore, cassa ammortizzata e gabbia antivibrante) ne è stata possibile
la perfetta protezione in tutte le fasi. In primo luogo sono stati applicati
alla statua un tutore per il braccio
e uno speciale corpetto protettivo per il torace, fissato al basamento
della statua tramite un traliccio di sostegno; la seconda fase ha comportato il
posizionamento della statua
all’interno di una cassa in legno allestita con rivestimento ammortizzante,
inserita a sua volta in una seconda
gabbia d’acciaio antivibrante. Tutti i passaggi delle operazioni sono state
monitorati con un sistema di sensori, posizionati sui punti critici della statua
e sul basamento.