IN ARRIVO SULLA TERRA ALTRI 2,5 MILIARDI DI ABITANTI

MINACCIATA LA SOSTENIBILITA’ DEL PIANETA

Lo sostiene il prof. Massimo Livi Bacci in una lezione all’Accademia dei Lincei

 

 

Altri due miliardi e mezzo di abitanti arriveranno sulla Terra entro il 2050. Una crescita planetaria della popolazione che, come ha illustrato il Prof. Massimo Livi Bacci all’Accademia dei Lincei, creerà problemi, minacciando lo sviluppo, la disponibilità alimentare, la sostenibilità ambientale e, con le migrazioni, gli equilibri sociali. Uno dei principali problemi è che la crescita demografica non sarà uniforme in tutti i paesi: “ci sarà stazionarietà nei paesi ricchi, un incremento del 30% nei paesi ‘meno poveri’ nelle aree in via di sviluppo e addirittura un raddoppio nei paesi poverissimi, in gran parte nell’Africa sub-sahariana”.  Il Prof. Livi Bacci, docente di Demografia a Firenze, ha anche evidenziato “quattro minacce, di natura demografica, alla sostenibilità dello sviluppo. La prima riguarda la troppo alta natalità nei paesi poverissimi e la necessità di rinforzare le politiche sociali che ne favoriscano la discesa. Ma insostenibile è anche la bassissima natalità dei paesi sviluppati Europei, e dell’Asia orientale (Cina, Corea, Giappone) che rischiano di creare forti esternalità negative. La seconda minaccia sta nella produzione di cibo, che dovrà essere più che proporzionale alla crescita della popolazione, se si vuole eliminare la fame che colpisce 800 milioni persone, la diffusa malnutrizione, specie tra i bambini, la diffusa insicurezza alimentare. La terza minaccia è costituita dalle conseguenze della crescita demografica sugli equilibri ambientali, per gli alti ritmi di deforestazione in molte parti del mondo, l’inquinamento di acqua e aria, il consumo disordinato di territorio. Infine la quarta minaccia sta nella mancanza di un governo internazionale delle migrazioni, che crescono di volume, ma con flussi disordinati, e migranti in balia di regole decise dai paesi di origine e dai paesi di destinazione, sensibili agli interessi nazionali ma non ai diritti dei migranti”.

“La questione demografica, ha ricordato Livi Bacci,  è stata al centro  del dibattito internazionale sullo sviluppo  da quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, è diventata evidente l’accelerazione della crescita della popolazione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Nei paesi poveri il tasso di crescita annuo ha superato il 2% nella seconda parte del secolo scorso ponendo a rischio la scolarizzazione dei bambini, il lavoro dei giovani, i livelli di alimentazione e la produzione di cibo, gli equilibri ambientali. La comunità internazionale e il sistema delle Nazioni Unite, si è impegnata nel sostegno di politiche tendenti a moderare la crescita, ritenuta un ostacolo ad un equilibrato sviluppo. Tra gli “obbiettivi del millennio” solennemente proclamati nel 2000 dai capi di stato (e relativi al periodo 2000-2015), figuravano in prima linea azioni connesse con la sopravvivenza, la salute materna, la diffusione della regolazione delle nascite. Con l’avvicinarsi del 2015, la comunità internazionale è alla ricerca di nuovi messaggi e “parole d’ordine” per i prossimi dieci - venti anni, che si incentrino attorno al paradigma dello “sviluppo sostenibile”. Il problema della crescita della popolazione però sembra essere stato rimosso dal novero dei problemi che minacciano la sostenibilità della crescita, fidandosi forse troppo – conclude Livi Bacci - del rallentamento  demografico”.

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