A colloquio con Aaron Ciechanover

Nobel per la chimica 2004

 

L’allungamento della vita

e l’aumento di malattie

 un tempo sconosciute

 

di Luisa Monini

 

 

Ascoltare parlare di una Nuova Era della Medicina, la più rivoluzionaria che sia mai esistita e che cambierà le sorti dell’umanità perché consentirà all’uomo di accedere a cure sempre più Personalizzate, Predittive, Preventive e Partecipative, è come scendere da un’astronave su un pianeta sconosciuto. Siamo invece nella Inselhalle di Lindau ma l’atmosfera è quella ed è percepita appieno dagli oltre 600 giovani ricercatori giunti al 64mo meeting dei Nobel Laureate, per dialogare e confrontarsi con i più grandi scienziati viventi.

Ciechanover, Premio Nobel per la Chimica 2004 per aver scoperto il meccanismo della degradazione proteica alla base, quando si inceppa, di importanti malattie quali quelle tumorali e neurodegenerative, spiega che questa rivoluzione è nata come reazione ad una medicina one size fitz all, una medicina cioè che curava più o meno allo stesso  modo differenti malati e malattie, con insuccessi terapeutici e pericolose reazioni avverse ai farmaci. “ Oggi non è più così “ spiega il Nobel “ curiamo la malattia nel contesto del paziente che è tutto un mondo a sé: un mondo genetico, un mondo di proteine, un mondo emozionale, un mondo familiare. La medicina sarà quindi contestuale, sempre più personalizzata e predittiva e ci dirà, in base al nostro profilo genetico, di quali malattie un giorno potremmo ammalarci e quali sono i farmaci che potrebbero causarci effetti collaterali; questo, grazie allo sviluppo della medicina preventiva che diventerà anche sempre più partecipativa con i pazienti che svolgeranno un ruolo importante nel processo decisionale del proprio destino”.

Il Nobel però avverte:  “La medicina del futuro sarà sempre più tecnica, più precisa e offrirà ai medici strumenti senza precedenti per trattare le malattie dei loro pazienti ma probabilmente diventerà sempre meno umana. E’ finito il tempo in cui il medico diceva al proprio assistito Sono io il dottore, fidati e, sia per la grande disponibilità di informazioni mediche sui siti web, sia per le sempre più frequenti cause contro i medici, questi si trasformeranno in consulenti  che trasferiranno molte informazioni e responsabilità al paziente e ai suoi familiari circa le cure da seguire”.

Sulle attese che l’uomo ha nei confronti della tecnomedicina in termini di una vita lunga e senza malattie il Nobel dice chiaramente di non farsi troppe illusioni. “Abbiamo a che fare con processi complessi, molti dei quali ancora sconosciuti. E anche se i nuovi farmaci potranno prolungare la nostra vita, dobbiamo sapere in anticipo che in natura non ci sono free lunches – pasti gratis- e che tutto ha un prezzo”. Ciechanover ricorda che anche se la vita si è allungata di 30/40 anni dall’inizio del secolo scorso e oggi si vive fino a 80 anni e più, il prezzo da pagare è quello relativo ai costi umani, sociali ed economici legati alle malattie degenerative come il cancro, la malattie cardiovascolari e quelle neurodegenerative, una volta sconosciute perché la gente moriva per lo più di malattie infettive e in giovane età . Il peso di queste malattie, secondo il Nobel, non potrà essere a lungo sostenibile perché la gente raggiungerà età tanto avanzate ed avrà  tanti malanni che sarà impossibile curare tutti. I sistemi economici, anche quelli dei Paesi più ricchi, saranno messi a dura prova dal fenomeno dell’invecchiamento della popolazione.

“ Ecco perché “ ribadisce lo scienziato “ la nuova rivoluzione porta con se anche un carico pesante di mine e temo che non porrà fine ai tanti problemi dell’ umanità”. Sulle grandi sfide che attendono la medicina moderna lo scienziato ricorda che dal sequenziamento del primo genoma umano nell’ Aprile del 2000 e con un investimento di quasi un miliardo di dollari ad oggi sono passati solo 14 anni e che presto saremo in grado di sequenziare il genoma di una persona in poche ore e al costo di poche centinaia di dollari. “Sarà come fare un  chek-up e il risultato, insieme ad altri dati aggiuntivi, ci darà un profilo molto preciso della persona e delle sue condizioni di salute con un miglioramento significativo nel trattamento del paziente”.

Ciechanover sottolinea che però la conoscenza di dati così sensibili e personali pone dei problemi di ordine medico-scientifico ma soprattutto di ordine bio-etico, sociale e religioso “ perché a quel punto di quella persona noi conosceremo tutto: la sua malattia e l’ efficacia del trattamento ma conosceremo anche il suo futuro. Bisogna essere dunque molto cauti e sapere chi può avere accesso a questi dati, chi deve utilizzarli e a chi riferirli ”.

Il Nobel a tal proposito ricorda il caso dell’attrice Angelina Jolie che si è sottoposta a mastectomia bilaterale perché portatrice del gene BRCA1 collegato a una forma molto aggressiva di cancro.

“ Se eseguiamo una mastectomia su una paziente affetta da ca. mammario e poi le riveliamo che è portatrice di un gene che la rende suscettibile di ammalare di cancro anche all’altro seno e alle ovaie, ci limiteremo a darle l’informazione oppure  la inviteremo a sottoporsi ad una doppia mastectomia e ad una ovariectomia? E poi? Dovremo anche consigliarle di avvertire le sue figlie che potrebbero essere portatrici dello stesso gene? In molti situazioni” afferma il Nobel “ ci sembra che la non conoscenza e l’incertezza siano intollerabili; in medicina spesso è il contrario: la certezza a volte può avere l’effetto devastante di una mina mentre il non conoscere ciò che scritto su di noi nel Libro della Vita è un importante fattore di stabilità”.

Ciechanover, alla fine della sua conferenza, ricorda ai giovani scienziati di dare il loro contributo al mondo, con passione. Si emoziona, il Nobel, perché confessa che la stessa raccomandazione gliela fece suo padre quando era uno studente di Medicina: non ti è permesso di camminare sulla terra per 80 anni e andartene senza avere lasciato nulla dietro di te. “ Non importa quale ruolo avrete, se insegnerete in una scuola oppure se diventerete scienziati o medici o altro ancora. Il nostro ruolo” raccomanda lo scienziato “ è quello di lasciare comunque un segno del nostro passaggio pensando agli altri e alla società in cui viviamo; non ci è concesso di vivere solo per noi stessi. Questo è quello che credo”.

Il Galileo