Sardegna Ambiente
Un giorno all’Asinara, ex isola carcere
di Giuditta Bricchi
L’isola
dell’Asinara (comune di Porto Torres),
dal 1997 non più
località carceraria, è ora
uno stupendo visitabile Parco
Nazionale. Grazie al lunghissimo periodo di isolamento, iniziato nel 1885,
l’ambiente naturale è rimasto preservato.
La Dirigenza dell’Ente Parco
si impegna attivamente, tra non
poche difficoltà, a valorizzare le
straordinarie potenzialità turistiche, culturali e scientifiche di questo
luogo unico in Europa. Per un ottimale sviluppo del
Piano del Parco elaborato per l’isola è indipensabile una forte
collaborazione tra Stato, Regione ed
enti locali (Provincia di
Sassari, Comune di Porto Torres).
Accoglienza - Tre sono gli approdi
all’isola (Fornelli, Cala Reale, Cala d’Oliva) a cui si può giungere partendo da
Porto Torres o, più velocemente, da Stintino.
Organizzare la visita all’Asinara è semplice . Nella sezione “Visitare il
Parco” del sito
www.parcoasinara.org sono
elencati tutti gli operatori attivi
nel Parco Nazionale e nell’Area Marina Protetta.
Per prenotare un’escursione
in giornata, nel Parco o per mare,
è necessario contattare uno degli operatori
per telefono o e-mail.
Si possono scegliere visite guidate con fuoristrada, trenino o bus. L’escursione
comprende un percorso sulle strade dell’isola, visita alle carceri, alle spiagge
e agli osservatori faunistici e marini. Si può anche liberamente camminare a
piedi nell’area di Fornelli o di Cala Reale e seguire i percorsi trekking che
partono dai moli. Per una conoscenza approfondita dell’isola è consigliabile
suddividere la visita in tre giornate
dedicate rispettivamente
all’area di Fornelli, all’area di
La Reale e all’area di Cala d’Oliva. Le stagioni preferibili
sono la primavera e l’autunno.
Nei mesi di luglio e agosto è sconsigliato percorrere i sentieri a causa
delle alte temperature.
Presente e futuro nel Piano del Parco - Come indicato nella legge Quadro sulle
Aree Protette la tutela dei
valori naturali ed ambientali dell’Asinara è
affidata all'Ente Parco che li persegue attraverso il Piano per il Parco.
Attraverso questo strumento vengono disciplinati
l’organizzazione generale del territorio, i vincoli, le destinazioni
d’uso pubblico o privato, i sistemi di accessibilità veicolare e pedonale, le
attrezzature, i servizi per la gestione
sociale del parco, i criteri per gli interventi sull’ambiente naturale.
Pasqualino Federici , Presidente del Parco Nazionale dell'Asinara, ha il
non facile compito di promuovere, in collaborazione con
tutti gli enti e i soggetti coinvolti, la tutela ambientale e la
valorizzazione turistica dell’isola . Per esempio ora non è possibile pernottare
nell’isola. Bisogna quindi
sviluppare i servizi di accoglienza, afferma Federici, senza
cementificare, ma
ristrutturando gli edifici
già esistenti. E’ inoltre
indispensabile la costruzione di una rete idrica moderna ed efficiente. Senza la
soluzione di questo problema non è possibile uno sviluppo economico, sociale e
ambientale del Parco.
La gestione -
L'Ente Parco gestisce un territorio di
52 km2 con una decina di addetti e con un modesto bilancio, facendo leva
sull’entusiasmo degli operatori.
Durante la visita di un gruppo di giornalisti della Stampa Estera,
Pierpaolo Congiatu, Direttore del Parco,
ha mostrato con passione le
bellezze e le attività che si
svolgono nell’isola: dagli animali
allo stato brado al Centro Studi Fauna, dalle spiaggie incontaminate
al Centro di recupero delle tartarughe, dalle prigioni all’Osservatorio
del Mare, dal Palazzo Reale al
Sentiero della Memoria. Dopo
l’accoglienza a Fornelli, ci si inoltra su strade
sterrate all'interno dell'isola per raggiungere l’Osservatorio
Faunistico. I mufloni e le capre pascolano sui
pendii che portano al mare e gli asinelli bianchi procedono sulle strade
deserte. La fauna selvatica (
asinelli, cinghiali, capre e così via ), come rileva
Congiatu, crea problemi di
controllo. La sua presenza va
contenuta, per mitigarne l’impatto
sull’ambiente.
Osservatorio faunistico -
L'Osservatorio Faunistico è situato
presso l'ex Diramazione Carceraria di Tumbarino.
Nelle sale, in passato destinate a soggiorno carcerario, sono stati
realizzati il centro faunistico e ornitologico, il laboratorio per le attività
di inanellamento e gli spazi per le
attività didattiche ed espositive.
Obiettivi dell’Osservatorio faunistico sono
la ricerca scientifica riguardante
tutte le specie faunistiche (invertebrati e vertebrati). Per
ripristinare l’equilibrio faunistico a difesa della biodiversità
dell’Isola, vengono studiate le interrelazioni e l’impatto delle specie
alloctone (cinghiale, suino domestico, gatto inselvatichito, capre, gazza) sulla
fauna locale. L’Osservatorio ha
attivato collaborazioni con
Istituti Universitari, Associazioni ed Enti
territoriali che si occupano di conservazione delle risorse ambientali.
L’istituzione di un Osservatorio faunistico all’interno del Parco Nazionale
dell’Asinara contribuisce al programma globale di tutela degli habitat naturali
e degli ecosistemi, con particolare attenzione alla salvaguardia delle specie
animali minacciate di estinzione.
Inanellammento e monitoraggio delle
migrazioni - L'inanellamento è una
tecnica che prevede la marcatura individuale degli uccelli tramite l'apposizione
sulla zampa di un piccolo anello metallico recante un codice. Ogni anno, insieme
ad alcuni volontari, l'ornitologo Danilo Pisu inanella migliaia di uccelli di
passaggio per monitorarne gli spostamenti . Mostra inoltre a visitatori e
scolaresche le operazioni di cattura, inanellamento e rilascio degli uccelli
che passano sull'isola durante il tragitto migratorio. La stazione di
inanellamento dell'Asinara è
una delle più importanti in Italia e collabora con la rete internazionale
di stazioni ornitologiche,
distribuite fra Gibilterra ed Israele,
per il monitoraggio delle migrazioni nel Mediterraneo.
La tartaruga Caretta caretta torna in libertà
- Durante la visita dei giornalisti un esemplare di tartaruga marina
della specie Caretta caretta è stato liberato nella spiaggia di Cala Reale del
Centro Recupero Animali Marini
(CRAMA) da Laura Pireddu, Responsabile di CRAMA, e dal suo staff.
L'animale, di 16 kg,
nominato Esperance,
era stato ritrovato l’anno precedente in gravi condizioni da pescatori a
Galeria, in Corsica. Dalle radiografie effettuate, presentava tra l’esofago e lo
stomaco un grosso amo da pesca, che non gli consentiva
più di alimentarsi. Inoltre
l’amo era collegato ad una lenza che aveva provocato
l’amputazione di un arto. La tartaruga, trasportata al
Centro di Recupero Animali Marini
dell’Osservatorio del Mare
all’Asinara, ha
subito una delicatissima
operazione chirurgica in anestesia totale che le ha permesso di guarire
e di riguadagnare il mare. All’animale sono state applicate due targhette
identificative sulle pinne anteriori per poterlo riconoscere in caso di
ricattura.
Progetto TartaLife - La
vicenda della tartaruga Esperance
pone in evidenza i pericoli che corrono, per l’ingestione di plastica e attrezzi
da pesca, queste specie marine.
Sottolinea inoltre l’importanza di
Centri di Recupero Animali per
garantire la salvaguardia delle specie animali minacciate di estinzione.
La tartaruga marina Caretta
caretta è minacciata a livello planetario da numerose attività antropiche ed è
inserita come specie prioritaria nella Direttiva Habitat ( n. 92/43/CEE) della
Comunità Europea relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Si stima che nel
Mediterraneo ogni anno la pesca professionale ne catturi accidentalmente oltre
130 mila esemplari. Il progetto
TartaLife (www.tartalife.eu/it) si prefigge, in collaborazione con i pescatori ,
di ridurre la mortalità, indotta dalle attività di pesca,
della tartaruga marina Caretta caretta. Il progetto coinvolge le 15
regioni italiane che si affacciano sul mare e promuove la diffusione di
soluzioni tecniche innovative, la formazione dei pescatori e il rafforzamento
dei Presidi di recupero e primo soccorso.
Osservatorio del Mare - L’Osservatorio del Mare è entrato in funzione nel luglio
2012 dopo il restauro e il risanamento dell’ex alloggio dei “fanalisti”,
costruito nel primo decennio del ‘900 per il Ministero della Marina. Al suo
interno sono ospitati il Centro
Recupero Animali Marini e la struttura tecnica dell’Area Marina Protetta (AMP)
dell’isola dell'Asinara. Tra gli obiettivi dell’Osservatorio del Mare vi sono la
gestione e la valorizzazione dell’ambiente marino, la diffusione delle
conoscenze, la formazione professionale nel settore della pesca marittima e la
promozione di attività didattiche e di ricerca sul mare. Il Centro Recupero
Animali Marini, avviato nel
2004, era precedentemente
localizzato nella zona meridionale dell’isola, nella struttura denominata
“ex corpo di guardia” in località Fornelli. Il progetto di conservazione della
tartaruga marina Caretta caretta,
la più comune nel Mediterraneo, è stato reso possibile grazie al programma Life
Natura della Commissione Europea e vede la partecipazione di
30 partner. Il Centro si occupa anche del monitoraggio dei siti di
nidificazione e del monitoraggio e dello studio di altre specie ( piccoli
cetacei e squali ).
La storia dell’isola - L'Asinara, abitata sin dall'antichità, fu valorizzata dai
romani con la costruzione di un importante centro di culto.
Nel medioevo , ospitò un monastero camaldolese
e divenne luogo di meditazione per asceti.
Nei secoli delle invasioni saracene
fu rifugio di pirati. Il
pirata Barbarossa, nelle sue scorrerie lungo il Mediterraneo, spesso ormeggiava
nella rada dell'isola che ora
prende il suo nome. Il primo abitato di Cala d'Oliva fu fondato da alcuni
banditi evasi da Castelsardo. Solo in epoca recente l'isola ha assunto il nome
attuale, derivato dalla presenza dei piccoli asinelli albini portati dai primi
coloni. Gli appellativi per cui da
fine ottocento era più conosciuta erano “Isola del diavolo” o “Cajenna del
Mediterraneo”, perché ospitava il
carcere più duro d'Europa. Nel corso degli anni
l'Asinara ha cambiato molte volte utilizzo, diventando rifugio di feriti
di guerra, stazione sanitaria di quarantena, campo di prigionia nella prima
Guerra Mondiale , sede di deportati politici durante il ventennio fascista,
ospitando, tra gli altri, alcuni esiliati abissini, come la figlia del Negus.
Durante la Grande Guerra, 24.000 prigionieri austroungarici arrivarono
nell'isola e morirono quasi tutti
di epidemie e di stenti. I resti di 6.000 di loro sono sepolti in un ossario
presso Campu Perdu. Dopo gli anni sessanta del ‘900 l’Asinara divenne carcere di
massima sicurezza e vi furono
internati brigatisti e mafiosi. I
giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1985 si trasferirono , in gran
segreto, in un'abitazione del villaggio di Cala d'Oliva per preparare
l’istruttoria del maxi processo contro la mafia che inflisse pene durissime ai
mafiosi. Il 27 dicembre 1997 il carcere fu definitivamente chiuso e l'isola
proclamata ufficialmente Parco Nazionale.
Fornelli, ex carcere di massima sicurezza - La visita all’ex carcere di massima
sicurezza di Fornelli viene fatta con
Gianmaria Deriu, un guida veramente
straordinaria. Deriu ha
trascorso, come esponente della Polizia Penitenziaria,
30 anni sull’isola e alla chiusura definitiva del carcere non ha lasciato
l’Asinara, ma, trattenuto dal suo fascino,
ha messo la propria competenza a disposizione
del Parco Nazionale. La struttura originaria del carcere di Fornelli,
primo edificio carcerario costruito sull'isola alla fine dell’800,
è stata modificata da numerosi interventi.
Se ne riconosce tuttavia
l’impianto a doppia corte, con le celle disposte nei lunghi corridoi e gli
spazi interni per l’ora d’aria, sottoposti
a continua sorveglianza. Il carcere è stato utilizzato durante gli “anni
di piombo” per la reclusione di
membri delle Brigate Rosse. Vi sono stati
detenuti molti mafiosi
sottoposti al regime del carcere. Per la fruizione dell'ora d’aria, nel carcere
di Fornelli e nel bunker di Cala d'Oliva (dov'erano incarcerati Riina, Cutolo e
Bagarella) furono ricavati dei piccoli cortili per far sì che i reclusi
non avessero contatti diretti tra loro. L'Asinara può considerarsi una sorta di
Alcatraz all’italiana, in quanto anche qui solo un detenuto riuscì a
fuggire.
Isole di prigionia - Molti famosi carceri di massima sicurezza come
Alcatraz (USA),
Robben Island (Sudafrica )( dove fu rinchiuso Nelson Mandel)
e Kilmainham Gaol di
Dublino ( Irlanda) sono diventati musei che attirano ogni anno, per la loro
importanza nella storia nazionale, un gran numero di visitatori. Anche il
carcere dell’Asinara ha un suo ruolo nella storia italiana.
Potrebbe rientrare a pieno titolo in una sorta di rete internazionale
di isole di prigionia, ha
rilevato Franco Cuccureddu, Sindaco
di Castelsardo, che ha organizzato e accompagnato i giornalisti nella visita.
Il Parco Nazionale dell’Asinara oltre che
attrarre i visitatori per la sua bellezza, l’interesse turistico,
sportivo, scientifico potrebbe
essere interessante anche per tutti
gli aspetti storici e
sociali della vita
carceraria.