Lutto nella redazione de Il Galileo

E’ scomparso Lionello Bianchi

 

Un lutto ha colpito la redazione de Il Galileo: è scomparso Lionello Bianchi, una delle firme più prestigiose del giornalismo sportivo milanese (e non solo).  Aveva 77 anni e da tempo era affetto da una grave malattia, tanto che aveva dovuto, suo malgrado, interrompere la collaborazione con il nostro mensile per il quale affrontava temi storici e letterari, suoi preferiti da sempre, che non aveva potuto svolgere nella sua lunga carriera di giornalista sportivo.

Così lo ha ricordato sul suo blog, Franco Abruzzo: “Giornalista da sempre, Lionello aveva avuto come scuola insuperabile la strada e nel settore dello sport la sua strada erano la frequentazione assidua dello stadio, degli spogliatoi di Milanello e Appiano Gentile, e il contatto diretto, quotidiano con presidenti, direttori sportivi, arbitri. Impossibile sottrarsi alle sue telefonate, indispensabile averlo come amico perché la sua agenda era un pozzo senza fine, piena di indirizzi e recapiti telefonici. Per molti giovanissimi cronisti, fu una sorta di Virgilio, capace di guidarli durante il faticoso apprendistato con una generosità ineguagliabile. Si è occupato di calcio e non solo, di ciclismo, di boxe, di atletica senza dimenticare la sua formazione, la collaborazione con l’agenzia milanese dell’Ansa: la notizia era insomma il suo pane quotidiano. Le tappe fondamentali della carriera furono: nei primi anni settanta l’assunzione alla redazione sportiva de l’Avvenire, poi il passaggio a Stadio che nel ’77 confluì nel Corriere dello Sport diretto da Giorgio Tosatti, infine la chiamata de il Giorno a metà degli anni ottanta. Figura molto popolare e stimata nell’ambiente riuscì a guadagnarsi la fiducia oltre che l’affetto di tanti monumenti del calcio italiano d’antan. Il paron Nereo Rocco fu uno di questi e fu proprio l’allenatore triestino del Milan a confezionargli su misura il soprannome di “Professore” avendo appreso che Lionello aggiungeva all’attività di cronista quella da insegnante di sostegno, offrendo ripetizioni di latino e greco. Cacciatore di scoop, firmò alcuni dragando i saloni dell’hotel Gallia e Hilton, che erano all’epoca gli alberghi frequentati da presidenti e direttori sportivi impegnati nelle trattative di calcio mercato: fu il primo ad annunciare l’arrivo di Altafini in Italia e al Milan, per esempio”.

Bianchi  è stato vice-presidente del GLGS-Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi ed attualmente era segretario  del gruppo lombardo dell’ Unione nazionale giornalisti  pensionati.

Per Il Galileo scriveva di storia e di letteratura. Ci piace riproporre ai nostri lettori una sua testimonianza del 12 dicembre 2012 in occasione dell’anniversario dell’eccidio di Piazza Fontana. 

Ai familiari di Lionello, le condoglianze della redazione de Il Galileo.

 

 

 

La strage di Piazza Fontana

 

12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2012: da 43 anni 17 morti e 88 feriti attendono giustizia

 

Il tragico avvenimento nel ricordo di un cronista milanese che al momento dell’attentato si trovava nella sala stampa di Via Santa Maria Segreta e fu tra i primi ad accorrere

 

di Lionello Bianchi

 

Un grande boato fece scuotere i vetri e le pareti. Noi cronisti che eravamo in sala stampa corrispondenti sussultammo, abbandonammo i nostri posti e corremmo fuori in strada, in via Santa Maria segreta non lontana da Piazza Fontana.

Da cronisti non potemmo fare altro che correre verso piazza Duomo da dove era giunto il boato, a quel punto dovemmo fermarci, proprio dietro al Duomo c'era una discreta folla, ma soprattutto auto di polizia e carabinieri, e poi ambulanze. Ci riferirono quel  che era accaduto.

Al rientro in sala stampa, tutti i telefoni squillavano, erano i giornali di tutta Italia che ci chiamavano per sentire da noi ragguagli, ulteriori notizie: avevano ricevuto flashes di agenzia che parlavano di una bomba esplosa all'interno di una banca. Spiegammo a voce quel che avevamo raccolto, dall'altro capo del filo ci dissero di imbastire un pezzo.

Con gli appunti improvvisammo a braccio, come si dice nel gergo. Da cronista sportivo quale ero mi trasformai in cronista di nera. Un giorno, una serata convulsa, quasi drammatica con corse ripetute in Piazza Fontana a raccogliere sempre nuove informazioni sul posto, sentire i testimoni quelli che erano più vicini al luogo della strage, a contare i feriti, le vittime...Seguirono giorni frenetici a caccia di novità, lunghe attese alla questura di via Fatebenefratelli.

Le indagini si indirizzarono sugli anarchici: seguendo le indicazioni fornite da un taxista puntarono su Valpreda che fu preso e incarcerato innocente. Venne fermato e portato in questura anche un altro anarchico, Pinelli: dopo uno stressante interrogatorio condotto dal commissario Calabresi, il povero anarchico (altro innocente) volò da una finestra del quarto piano.

L'inchiesta della procura si spostò su altri ambienti, in particolare su ambienti di destra. I processi si celebrarono ma senza arrivare a trovare i colpevoli, alla fine si dissolsero, senza scoprire che i registi della strage erano stati alcuni elementi legati ai servizi deviati.

.

Quella di Piazza Fontana fu la prima strage rimasta impunita. Nel volgere di pochi anni ne seguirono altre di colore nero e rosso. Anni travagliati, quelli  del terrorismo, in cui  ci trovammo coinvolti da cronisti, che proprio in quel periodo sostenemmo l'esame di stato per l'iscrizione nell'ordine come giornalisti professionisti.

Il Galileo