Il centenario della guerra ’14-‘18
Ta-pum è partito:
comincia il Cammino della Memoria
1.500 km di montagna per ripercorrere gli itinerari della Grande Guerra dallo
Stelvio a Trieste
Una missione che unisce storia, sport e scienza
Numerose le rilevazioni in quota da parte dei partecipanti
A fine agosto, Lago di Cancano (Valdidentro-SO), è iniziato il percorso
alpinistico che seguirà per la prima volta in continuativa integrale la linea
dei cinque fronti di guerra “dallo Stelvio al Mare”. Una spedizione di 1.150 km,
90 mila metri di salite e discese, 54 tappe, 116 cime, cui seguirà quella
escursionistica per toccare tutti i luoghi teatro della Grande Guerra. Gli
alpinisti porteranno una centralina
messa a punto dal CNR che fornirà in tempo reale i parametri atmosferici e
meteorologici. La presentazione si è tenuta a Oga-Valdisotto presso il Forte
Venini.
Sono partiti dal Lago di Cancano, Comune di Valdidentro (Sondrio) nei pressi di
Bormio, per salire la prima delle 54 tappe che li porterà fino a Trieste, gli
alpinisti che percorreranno per la prima volta in continuativa integrale la
linea dei cinque fronti della Prima guerra mondiale “dallo Stelvio al Mare”,
come indicato dagli atti militari ufficiali: Stelvio-Adamello-Giudicarie, linea
degli Altipiani, Cadore, Carnia, Fronte Giulia. Un Cammino della Memoria di
circa 1.150 km, con 90 mila metri di ascese e altrettanti di discese, che
toccherà 116 cime.
Comincia così la missione TA-PUM[1]
realizzata per il centenario della Grande guerra dall’omonimo Comitato: a
settembre da Trento partirà un secondo team escursionistico, che con un trekking
di circa 700 km., suddiviso in 35 tappe, toccherà gli altri luoghi più
significativi dopo l'arretramento di Caporetto. I due gruppi si incontreranno a
Redipuglia, per percorrere assieme la parte finale del percorso, a metà ottobre.
In marcia
“Ta Pum è un’iniziativa impegnativa e ambiziosa, sostenuta da volontari e senza
fini di lucro: ringraziamo perciò tutte le importanti istituzioni che ci hanno
concesso il loro patrocinio, quali la Struttura di Missione per il Centenario
della Grande Guerra della presidenza del Consiglio, il Parlamento Europeo, la
rappresentanza in Italia della Commissione Europea, le Regioni Lombardia,
Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia”, dice Walter Pilo,
promotore di Ta-Pum e presidente dell’associazione L’Uomo Libero onlus.
Una rappresentanza dei locali Gruppi ANA (Associazione Nazionale Alpini) ha
accompagnato la partenza degli alpinisti Nicola Cozzio (Presidente
dell’Associazione Accompagnatori di Territorio-Trentino) e Giacomo Bornancini:
“Siamo estremamente emozionati e consci della difficoltà dell’impresa, sia per
la lunghezza, sia per i dislivelli e la difficoltà di alcuni tratti
particolarmente impegnativi”, dichiarano i due, “ma ci spinge la consapevolezza
che questa missione ha un particolare valore, che va ben oltre la performance
atletica”.
La partenza è stata preceduta da una cerimonia presso il Forte Venini di Oga nel
Comune di Valdisotto (So), alla quale sono intervenuti tra gli altri lo storico
Giovanni Peretti e Paolo Bonasoni dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del
Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR): nello zaino degli
alpinisti è infatti contenuta una centralina portatile che fornirà informazioni
sui principali parametri atmosferici e meteorologici lungo tutto il percorso in
tempo reale. “Il test permetterà di monitorare concentrazione e dimensioni di
particolato atmosferico e black carbon, fornendo inoltre informazioni su
temperatura, pressione, umidità relativa”, spiega il ricercatore. “Il
rilevamento della concentrazione del particolato fine e grossolano consentirà di
identificare eventuali trasporti di masse d’aria inquinate o ricche di sabbia
sahariana, mentre le concentrazioni di BC individueranno contributi da processi
di combustione naturale e antropica. Queste particelle, in grado di assorbire la
radiazione solare e di riscaldarsi, una volta depositate sui ghiacciai ne
favoriscono la loro fusione”.
I test – che seguono quello effettuato all’Osservatorio Climatico CNR “O.
Vittori” di Monte Cimone - assumono particolare importanza poiché eseguiti a
differenti altimetrie, dai 100 metri del Garda fino ai 3.851 metri del Gran
Zebrù o ai 3.343 metri della Marmolada. La centralina sarà poi utilizzata per
studi sull’inquinamento indoor e outdoor in Himalaya, nei pressi del laboratorio
Nepal Climate Observatory – Pyramid.
“Ta-Pum è una missione sportiva e un progetto di ricerca ma soprattutto un
Cammino della memoria”, conclude Walter Pilo, “che abbiamo perseguito con
impegno e sacrificio notevoli. Contiamo, dopo la missione compiuta da questi
primi gruppi, di coordinare in modo permanente i due percorsi per aprirli a
chiunque desideri intraprenderli, ottenendo il riconoscimento come Cammino del
Consiglio d’Europa”.
L’aspetto scientifico della missione
Lo zaino dei partecipanti contiene apparecchiature scientifiche
L’impegno del CNR in questo Progetto vuole unire il passato nel ricordo di chi
ha sacrificato la sua vita nella Grande Guerra, all’impegno della Ricerca
scientifica per promuovere un mondo migliore e la pace tra chi lo abita.
TA PUM e le montagne protagoniste della Grande Guerra, vogliono ricordare che
solo un mondo che superi ogni conflittualità può unirsi per offrire un avvenire
migliore al Pianeta Terra ed ai suoi abitanti, partendo dal rispetto e dalla
tutela dell’ambiente, che vede oggi più che mai la ricerca scientifica in prima
linea.
L’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle
Ricerche nell’ambito del Progetto “TA PUM” - SUI SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA,
cui è stato invitato a partecipare, promuove un monitoraggio di parametri
atmosferici durante la spedizione storico-alpinistica che ha preso il via da
Cancano e terminerà a
Redipuglia/Trieste a metà Ottobre. Lungo il percorso sarà impiegata, in fase di
test, una piccola “centralina” che diverrà parte integrante dello zaino degli
alpinisti, permettendo di monitorare la concentrazione e le dimensioni del
particolato atmosferico (PM) e del black carbon (BC), fornendo inoltre
informazioni sui principali parametri meteorologici (temperatura, pressione,
umidità relativa) in tempo reale.
Il rilevamento della concentrazione del particolato “fine” (con diametro
inferiore a 1 micron) e “grossolano” (da 1 a 20 micron), permetterà di
identificare rispettivamente eventuali trasporti di masse d’aria inquinate o
ricche di sabbia sahariana. Elevate concentrazioni di BC individueranno
contributi dovuti a processi di combustione sia di origine naturale (es. incendi
boschivi) che antropica. Questi test assumono particolare importanza poiché gli
strumenti sono chiamati a eseguire misure in differenti condizioni altimetriche,
dai 100 metri del Garda fino ai 3851 metri del Gran Zebrù o ai 3343 metri della
Marmolada. Infatti, questa “centralina”, sarà utilizzata nel prossimo
autunno-inverno per studi sull’inquinamento indoor e outdoor eseguiti in
Himalaya, non lontano dal laboratorio Nepal Climate Observatory – Pyramid (5079
m, http://evk2.isac.cnr.it), nell’ambito dei Progetti SHARE e NextData.
Un primo test del sistema è stato eseguito salendo con la “centralina”
all’Osservatorio Climatico CNR “O. Vittori” di Monte Cimone (la vetta più
elevata dell’Appennino settentrionale, 2165 m, http://www.isac.cnr.it/cimone).
Le misure degli strumenti dello zainetto tecnologico, sono stati confrontati con
quelli di riferimento di questa stazione di ricerca che è, insieme al Nepal
Climate Observatory-Pyramid, una delle 29 stazioni globali di riferimento a
livello planetario, del programma Global Atmospheric Watch del World
Meteorological Organization (www.wmo.int/gaw).
Questo Osservatorio ha sede in quello che un tempo era un Rifugio del CAI di
Modena, inaugurato il 25 giugno 1939 ed intitolato al sottotenente Gino (Luigi)
Romualdi, Medaglia d’Argento al V.M. Nato il 5 marzo 1897 a Modena, durante la
Prima Guerra Mondiale è sottotenente del 6° Reggimento Alpini “Vicenza". Muore
il 16 febbraio 1918 nell’ospedaletto da campo n. 169 per le ferite riportate in
combattimento e riposa nel Cimitero di S. Cataldo a Modena.
Unitamente alla messa a punto del sistema di misura ed allo scopo di fornire
informazioni utili alla interpretazione delle osservazioni eseguite durante la
spedizione, saranno utilizzati modelli numerici in grado di valutare la
concentrazione di particolato e black carbon equivalente sull’arco alpino
orientale. Particolare attenzione sarà data alla previsione a due giorni di
eventi di trasporto verso le Alpi di masse d'aria provenienti dal nord Africa e
ricche di polveri desertiche (la sabbia del Sahara). Questa applicazione è
derivata e sviluppata dal CNR nell’ambito del Progetto PON I-AMICA,
Infrastruttura di Alta tecnologia per il Monitoraggio Integrato
Climatico-Ambientale (http://www.i-amica.it/i-amica/) e viene qui messa a punto
applicata ad un contesto diverso da quello originale sia per l’orografia che per
il tipo di sorgenti. Queste previsioni permetteranno inoltre di allertare la
spedizione in caso di eventi particolari, per essere in grado di meglio gestire
lo zaino strumentato e le differenti attività connesse alla missione.
E’ importante ricordare che i composti inquinanti, come il BC ed il PM, non
conoscono confini geografici o amministrativi, quei confini per i quali, durante
la Prima Guerra Mondiale, migliaia di ragazzi persero la vita nelle aree dove
ora possiamo tranquillamente passeggiare, sciare o arrampicare. Trasportato
lontano dalle sorgenti di emissione, il particolato assorbente, come l’aerosol
minerale ed il carbonio elementare, può raggiungere le alte vette alpine e
depositandosi su superfici chiare come i ghiacciai ed il manto nevoso è in grado
di modificare il loro potere riflettente, l’albedo, e quindi accelerarne
la fusione, un processo già
critico a causa dal riscaldamento
globale. Per dare l’idea dell'entità di questi fenomeni, all’inizio del marzo
1991 un intenso trasporto di sabbia sahariana raggiunse le Alpi, estendendosi
fino in Svezia. Questo evento, osservato presso l’Osservatorio Climatico CNR
“Vittori” a Monte Cimone, depositò una notevole quantità di sabbia sahariana sui
ghiacciai alpini; nello stesso anno un secondo intenso episodio si registrò
nella metà di luglio. La deposizione della sabbia del Sahara ed il forte
irraggiamento estivo favorì una pronunciata fusione dei ghiacciai alpini che
portarono al ritrovamento il 18 Settembre 1991 al confine fra Italia e Austria,
sul ghiacciaio del Similaun (3.599 metri), dell’uomo venuto dal ghiaccio,
l’Oetzi.
Questi fenomeni di trasporto e successiva deposizione di particolato assorbente
sui ghiacciai alpini, possono concorrere in modo rilevante alla fusione dei
ghiacci delle Alpi, portando così alla luce in diversi casi resti di soldati e
reperti della Prima Guerra Mondiale, come si può evincere da alcune cronache più
o meno recenti: Trovato il corpo di un alpino. Dai ghiacci del Cristallo
riaffiora un eroe della Guerra. Dal Gazzettino Agosto 1988. Cortina. -
Ghiacciaio: due i soldati austriaci trovati. In Presena. I loro resti erano
vicini gli uni agli altri: forse gettati in un crepaccio dopo essere stati
uccisi nel 1918. Bresciaoggi.it del 29/09/2012. - La Marmolada restituisce un
pezzo della Città di ghiaccio austriaca. Il Gazzettino del 29 Agosto 2007. -
Sono a testa in giù, nelle loro divise, a 3640 metri d'altezza. Combatterono la
battaglia di Punta San Matteo nel 1918. Il ghiacciaio dei soldati-mummia, Corpi
intatti dopo 86 anni. La Repubblica
22 agosto 2004. - Marmolada, spuntano le ossa di fanti italiani. Lo scioglimento
del ghiacciaio porta alla luce nuovi resti umani. Nuova Venezia, Mercoledi 28
agosto 2002. Trentino: resteranno nel cimitero di Pejo soldati austroungarici
restituiti dai ghiacci. Trento, 11 febbraio - Adnkronos. 2005.02.11. - L'Alpino
del ghiacciaio. Da L'anello del Comelico di Italo de Candido (Tamari Editori in
Bologna).
W
Il nostro impegno in questo Progetto, in questo ‘Cammino della memoria’, vuole
unire il passato nel ricordo di chi ha sacrificato la sua vita nella Grande
Guerra, all’impegno della Ricerca scientifica per promuovere un mondo migliore e
la pace tra chi lo abita, attraverso ricerche in grado di promuovere la
salvaguardia dell'Ambiente. In particolare, la riduzione dell’inquinamento
atmosferico rappresenta una delle gradi sfide del nostro tempo. Infatti, come
riportato recentemente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, marzo
2014), in conseguenza dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, nel 2012
sono morte circa 7 milioni di persone (quasi la metà dei caduti della Grande
Guerra), il doppio rispetto alle precedenti stime OMS, provando che esiste una
forte connessione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e lo sviluppo
di disturbi respiratori, cardiocircolatori e tumori della popolazione.
TA PUM e le montagne protagoniste della Grande Guerra, vogliono ricordare che
solo un mondo che superi ogni conflittualità può unirsi per offrire un avvenire
migliore al Pianeta Terra ed ai suoi abitanti, partendo dal rispetto
dell’ambiente e dal mitigare gli effetti del cambiamento climatico e
dell’inquinamento.
Al progetto partecipano, con Paolo Bonasoni, i colleghi dell’ISAC-CNR Angela
Marinoni, Maurizio Busetto, Tony Christian Landi, Ubaldo Bonafè, Francescopiero
Calzolari, Paolo Cristofanelli.
[1]
TA PUM è il suono del colpo di fucile che ha accompagnato, incessante, i
giorni e le notti di tanti soldati al fronte, rievocato e raddolcito
nelle note di una delle più famose e struggenti canzoni della Prima
Guerra Mondiale