Convegno sul Mediterraneo

All’Accademia dei Lincei

Una nuova medusa

colonizza i nostri mari

È la  Pelagia Benovici trovata in Adriatico

Presentati lavori di ottanta ricercatori

 

di Pia Bassi

 

         Le navi solcano il globo terracqueo come le astronavi l’Universo. Forme di vita vengono trasportate e trapiantate da un luogo all’altro e clandestinamente colonizzano nuovi ambienti: se hanno forza di adattamento, prolificano. Proprio come ha fatto millenni fa l’uomo lasciando la culla africana per disperdersi su tutti i continenti: ora è l’essere più invasivo e pervasivo della Terra, il più prolifico, che sta occupando e soppiantando nicchie ambientali anche estreme, scacciando e distruggendo gli altri esseri viventi. L’uomo è l’unico animale che cambia per se e per gli altri l’ambiente dove vive, con poco riguardo per chi lo ha preceduto e per chi verrà.

E’ recente la notizia emanata dall’Accademia dei Lincei di Roma durante il convegno che si è tenuto lo scorso marzo  “I cambiamenti climatici nel Mediterraneo, effetti tossici sui pesci e per l’alimentazione umana, stiamo passando da un mare pieno di pesci ad un mare pieno di meduse”.  E’ comparsa in Adriatico una nuova specie di medusa finora sconosciuta  ha annunciato Ferdinando Boero, Professore di zoologia  all’Università del Salento, Lecce, che ha sintetizzato la situazione dicendo: “ stiamo passando da un mare di pesci ad un mare pieno di meduse, questo accade in tutti i mari e negli oceani perché stiamo decimando le specie dei pesci e le meduse occupano lo spazio biologico lasciato libero. Finora molte specie di meduse sono arrivate nel nostro mare trasportate dalle navi, oggi per la prima volta abbiamo scoperto in Adriatico una medusa finora sconosciuta che si sta riproducendo dando luogo a una nuova popolazione”. Questa nuova medusa, continua il professor Boero è del genere Pelagia ed io e i miei colleghi l’abbiamo dedicata al famoso biologo marino croato Adam Benovic, scomparso di recente”. Con l’aumentare della temperatura, centinaia di specie lasciano la fascia tropicale ed entrano nel Mediterraneo, creando non pochi problemi dato che esso è solo lo 0,7% del totale delle acque degli oceani. Di contro esseri viventi abituati alle acque fredde si trovano in difficoltà. Pelagia benovici è stata trovata nel golfo di Venezia e a Trieste, che la avvistasse sarebbe cosa gradita la segnalazione al prof. Boero.(per la descrizione tassonomica: www.mapress.com/zootaxa/content.html) 

Sempre all’Accademia dei Lincei si è parlato delle innovazioni Green, ecologiche, nel trasporto marittimo, sustainable shipping. Il relatore Andrea Cogliolo (Rina Services Spa, Genova) ha spiegato gli aspetti più significativi delle normative ambientali sulle navi, in vigore e di prossima applicazione,  della Convenzione Internazionale per la gestione delle acque di zavorra, della Convenzione Internazionale di Hong Kong per lo smaltimento sicuro ed ecologico delle navi, dell’annesso VI° della Marpol per la limitazione delle emissioni di CO2. Sono citate possibili soluzioni tecniche ai vari problemi posti dalla normativa, con particolare attenzione all’uso del metano come futuro possibile combustibile per le navi. Le navi inquinano aria e acqua. I principali  responsabili dell’inquinamento atmosferico sono gli ossidi di azoto e di zolfo e i composti organici volatili generati dalla combustione dei combustibili fossili, i clorofluorocarburi (CFC) sono usati a bordo negli impianti di estinzione incendio e refrigerazione, sono invece dannosi allo strato d’ozono.

La nave è un vero e proprio paese galleggiante che può inquinare direttamente i mari qualora non vengano rispettate leggi e limitazioni stabilite dalla Convenzione Marpol sullo scarico della acque oleose di sentina dei locali macchine e delle zone del carico, per lo scarico delle acque nere e per lo smaltimento dei rifiuti. Se questo riguarda l’igiene (diciamo) della nostra casa, altre direttive del 2004 sono state emanate nella Convenzione Internazionale Ballast Water Management (BWM) per la gestione delle acque di zavorra delle navi, per limitare l’introduzione di specie marine invasive in nuovi ambienti tramite le acque di zavorra. Purtroppo dal 2004 ad oggi 2014,queste direttive non sono ancora entrate in vigore. Mentre dal 17 settembre 2008 è entrata in vigore la “International Convention on the Control of Harmful Anti-fouling Systems on Ships” che è in pratica il divieto dell’uso di antivegetativi a base di stagno (TBT), imponendo l’uso di vernici ecologiche.

         Lo smaltimento di navi vecchie ed obsolete deve essere svolto in modo sicuro sia per non inquinare l’ambiente e per la sicurezza dei lavoratori. Esiste la Convenzione Internazionale di Hong Kong per le buone pratiche, ma nessuno le applica, perché non entrata ancora in vigore. Sta di fatto  che molte navi vengono smantellate in Paesi del terzo mondo dove i poveri abbondano e lavorano per un pugno di riso avvelenando il mare e se stessi.

         Il mare non può attendere, le onde ritornano sempre a terra ributtando sulle coste veleni e rifiuti, dal mozzicone di sigaretta ai numerosi oggetti di plastica di ogni forma e colore. Buttiamo a mare le cose che non ci servono più, trattandolo come la più grande discarica del pianeta. Anni fa facevo snorkeling in una splendida insenatura campana vicino ad Amalfi, avevo contato sul fondale una decina fra lavatrici e rifiuti di demolizione . Quando avevo chiesto ai paesani il perché, mi risposero che portarle a monte dov’era la discarica era faticoso: il mare nascondeva tutto. Sic! Questa insenatura è stata poi bonificata come tante altre della costa italiana, una costa ben lunga 8500 chilometri.

         Gli umani ogni giorno distruggono migliaia di ettari di foresta senza conoscerne i suoi segreti. Avveleniamo il mare mettendo a repentaglio un forziere altrettanto ricco di segreti che potrebbe aiutarci a risolvere problemi medici con estratti farmaceutici di origine marina. Ben poco conosciamo dei funghi marini e della loro importanza in campo biotecnologico, importanza che ci viene ad esempio mostrata dalla scoperta di nuovi metaboliti che hanno trovato impiego in molti processi industriali (Hyde e Pointing, 2000) e di nuove molecole con potenziali applicazioni farmaceutiche (Bugni e Ireland 2004) o nei processi di biorisanamento e biobleaching. Al convengo i ricercatori Pasqualetti, Paoletti e Tempesta dell’Università della Tuscia hanno presentato i loro: “Studi preliminari sulla biodiversità dei funghi marini isolati nell’area costiera dell’Isola del Giglio”, un mondo ancora tutto da scoprire.

         L’ambiente marino, come le foreste, sono frontiere di ricerca che ci offrono le possibilità di scoprire nuove specie caratterizzate da funzionalità uniche e con spiccate funzionalità biologiche. Soltanto una forte sensibilità verso la natura potrà creare i paladini che la difendono, sia che si tratti del mare che delle foreste o di un semplice giardino cittadino che una politica priva di scrupoli può fare distruggere per fare spazio a inutili grattacieli.

Le relazioni di questo importante convegno si possono richiedere all’Ufficio stampa dell’Accademia dei Lincei: Anzidei@lincei.it, www.lincei.it

Il Galileo