IL MISTERO DELL’ASTEROIDE DI TUNGUSKA
DOPO OLTRE UN SECOLO DI RICERCHE
I risultati della spedizione italiana in una conferenza del Prof. Luca
Gasperini all’Accademia dei
Lincei
Il mistero, ancora irrisolto, dell’asteroide di Tunguska, caduto in Siberia nel
1908, ed esploso prima di toccare Terra con una energia, pari a 1000 bombe
atomiche, che ha carbonizzato 80 milioni di alberi e devastato un’area di 2.000
chilometri quadrati, illustrato in una conferenza all’Accademia dei Lincei dal
Prof. Luca Gasperini.
L’incredibile evento di Tunguska, definito il più grande impatto di un corpo
celeste della storia moderna, ha incuriosito moltissimi scienziati ed ha acceso
la fantasia degli scrittori di fantascienza.
Ad aumentare la curiosità è
il fatto che l’asteroide è caduto in una zona impervia della Terra, ghiacciata
per 10 mesi l’anno, abitata da una popolazione nomade che dopo il terribile
evento ha considerato tutta area dell’impatto maledetta dal Dio OTKI, Dio del
tuono, e resa per questo ancora più inaccessibile.
L’esplosione avvenuta a 10 Km di altezza dal suolo, è stata di 15 Megatoni,
equivalente a 1.000 bombe come quella lanciata su Hiroshima. La notte seguente
l’esplosione il cielo di tutto il nord Europa e del centro Asia è rimasto
illuminato e si legge nelle cronache che a Londra si poteva leggere il giornale
senza accendere la luce. Questo chiarore è stato prodotto dall’enorme quantità
di pulviscolo prodotto dall’esplosione, che ha invaso le zone alte
dell’atmosfera ed ha fatto scattering riflettendo la luce del Sole.
Lo scrittore di fantascienza Alexander Kazanev, grande ufologo, ha scritto un
affascinante libro che ha talmente influenzato l’opinione pubblica al punto che
in una missione scientifica a Tunguska, nel secolo scorso, sono stati inseriti in gran
segreto alcuni astronauti russi che dovevano verificare la presenza di una
astronave aliena in fondo al lago che si è formato nella superficie ghiacciata
del permafrost dopo l’impatto.
“Sono pochi i problemi scientifici che hanno un impatto sull’immaginario
collettivo pari a quello del cosiddetto Evento di Tunguska – dice il prof. Luca
Gasperini - Ciò è sicuramente dovuto a una serie di circostanze peculiari, come
ad esempio l’enorme energia liberata dall’esplosione, o l’alone di mistero che
ancora avvolge la catastrofe a distanza di un secolo per la mancanza di una
chiara e univoca ricostruzione. Tutto questo ha alimentato una serie di ipotesi
fantascientifiche che hanno chiamato in causa, a seconda del periodo storico,
astronavi aliene, buchi neri, o addirittura un esperimento di Nikola Tesla sul
trasporto di energia elettromagnetica. Il fatto probabilmente più inquietante
sottolinea Gasperini - è la consapevolezza che eventi di questo tipo non sono
facilmente prevedibili e costituiscono una minaccia costante per gli abitanti
del Pianeta. E’ ormai chiaro infatti, che eventi del tipo “Tunguska” sono
tutt’altro che infrequenti nella storia della Terra e ne hanno condizionato in
modo decisivo l’evoluzione geologica e biologica. Il Mistero di Tunguska,
rievocato seppure a scala molto ridotta dal recente evento di Chelyabinsk,
sempre in Russia, ha tutti i requisiti per stimolare la curiosità di tutti noi.
Da poco tempo, come risultato del lavoro di un gruppo di ricerca italiano,
abbiamo una nuova chiave di lettura dell’Evento di Tunguska, che potrebbe
aiutare a svelarne l’alone di mistero. I risultati di una spedizione Italiana –
conclude il Prof. Luca Gasperini - fanno ipotizzare un nuovo scenario
dell’evento basato sul ritrovamento di un cratere da impatto e ci costringono a
rivedere le nostre ipotesi sulla dinamica di eventi di questo tipo”.