Tecnologie innovative e terapie non invasive per i
cardiopatici
presentate a Roma
al congresso di cardiologia JIM di Roma
Intervista esclusiva ad Antonio Colombo sui nuovi stent a rilascio di farmaco
con polimero riassorbibile e sulle
sostituzioni transcatetere della Valvola Aortica
di Renata Palma
Cardiologi provenienti da tutto il mondo si sono incontrati a Roma a metà
febbraio
in occasione del
JIM,
Congresso Internazionale di cardiologia, patrocinato dalla Società Italiana di
cardiologia. Una due giorni intensissima dove sono state portate esperienze e
testimonianze sulle innovazioni più efficaci per affrontare le malattie
cardiovascolari che rappresentano tuttora la prima causa di morte nel mondo
occidentale (il 48% dei decessi), con oltre 4,3 milioni di morti nella sola
Europa. Giunto ormai alla sua quattordicesima edizione, il JIM, diretto da
Antonio Colombo e dal Eberhard Grube, si è sempre distinto per il suo respiro
internazionale. Anche quest’anno si sono registrati esperti internazionali
nell’ambito della cardiologia interventistica,
con molte ore di live cases.
La maggior parte delle malattie cardiovascolari possono essere prevenute tenendo
sotto controllo i fattori di rischio, quali il fumo, la dieta poco sana,
l'obesità, lo stile di
vita sedentario, l'ipertensione e il diabete. Quando le misure preventive
falliscono e sono insufficienti a trattare la malattia esistente, le patologie
cardiovascolari possono richiedere una terapia farmacologica o l'intervento
chirurgico. Uno dei principali
interventi è l'impianto di stent nell'arteria coronarica - talvolta chiamato
angioplastica con palloncino - durante il quale vengono utilizzati palloncino e
stent. Nel corso di questa procedura, un catetere viene inserito nel vaso
e introdotto nell'arteria coronaria, nel punto in cui è presente una stenosi.
Una volta in posizione, la punta a palloncino, attaccata allo stent, viene
gonfiata. Il palloncino comprime la
placca ed espande lo stent. Una volta compressa la placca e posizionato lo
stent, il palloncino viene sgonfiato e rimosso. Lo stent rimarrà nell'arteria e
la terrà aperta. Tenendo aperta l'arteria, questi dispositivi ripristinano il
normale flusso sanguigno del vaso occluso o con stenosi. Con il tempo, la parete
arteriosa intorno allo stent guarirà, ma il tessuto cicatriziale in eccesso
potrebbe provocare nuovamente un restringimento del vaso, attraverso un processo
chiamato ristenosi. Gli stent medicati (drug eluting stent, DES) sono stati
progettati per limitare la crescita di tessuto cicatriziale e, di conseguenza,
per ridurre la probabilità di sviluppare ristenosi dello stent. Nel 2001, è
stato dimostrato che lo stent a rilascio di farmaco può determinare elevate
concentrazioni locali del farmaco, direttamente nella lesione target – zone
anulari o arciformi di discontinuità patologica o traumatica di tessuto o
perdita parziale della sua funzionalità - con effetti indesiderati sistemici
minimi. I DES sono stent in metallo con un rivestimento di farmaco-polimero, nei
quali il farmaco viene temporaneamente tenuto in posizione da un polimero che
riveste lo stent. Il farmaco viene poi rilasciato
direttamente
nei tessuti circostanti. L’evoluzione tecnologica dei DES ha permesso di
migliorare la facilità di posizionamento, la forza e la resistenza alla rottura
degli stent attuali, mentre i nuovi DES hanno la capacità aggiuntiva di ridurre
l'impatto dell'esposizione del polimero e, quindi, migliorare potenzialmente i
risultati clinici per i pazienti con CAD. I dati clinici dallo studio PLATINUM
Workhorse e i dati di studi condotti su più di 10.000 pazienti
e due milioni di impianti dimostrano la sicurezza, la performance e
l'efficacia dello stent a rilascio di Everolimus in platino-cromo, Promus (PtCr
EES). Il Sistema di stent a rilascio di farmaco SYNERGY presenta un
rivestimento polimero-farmaco bioriassorbibile unico, ultrasottile, che
viene applicato sulla superficie
più esterna dello stent. Il polimero e il farmaco si dissolvono in maniera
sincrona entro circa tre mesi, consentendo un recupero più rapido dei vasi. Il
design migliorato dello stent presenta maglie in platino-cromo e fornisce
un'eccezionale robustezza assiale e facilita il posizionamento mantenendo al
contempo flessibilità, con
adattabilità alle pareti del vaso,
visibilità e resistenza alla rottura.
Sempre al Congresso è stata presentata
la valvola aortica Lotus, una tecnologia TAVR di seconda generazione che
consiste in una protesi di
pericardio bovino, precaricata e montata su stent, e in un sistema di
posizionamento del catetere per la guida e la collocazione percutanea della
valvola. L’introduttore femorale e il sistema di posizionamento, agevoli e
“mininvasivi”, sono stati progettati per garantire, a chi effettua l’impianto,
la massima flessibilità, tranquillità e sicurezza. In base alla valutazione del
medico, il dispositivo può essere infatti posizionato più in basso, cioè in
direzione del ventricolo, oppure più in alto, cioè verso l’aorta. Una
collocazione bidirezionale particolarmente precisa, non traumatica, associata a
una funzione valvolare precoce rende possibile il recupero in qualsiasi momento
prima del rilascio dell'impianto. Il dispositivo è dotato inoltre di una
sorta di guarnizione speciale progettata per ridurre al minimo
l'incidenza del rigurgito paravalvolare. La stenosi aortica è un problema comune
che colpisce circa il 3% della popolazione di età superiore a 65 anni e il 5%
delle persone con più di 75 anni. Dall'inizio dei sintomi di stenosi della
valvola aortica, il tasso medio di sopravvivenza è del 50% a due anni e del 20%
a 5 anni.
Sulla sostituzione transcatetere della valvola aortica e sul nuovo stent Synergy
abbiamo intervistato Antonio Colombo, Direttore del laboratorio di Emodinamica
presso la casa di cura Columbus di Milano e Primario dell’Unità di Emodinamica e
Cardiologia Interventistica presso l’Ospedale S. Raffaele di Milano.
Dr. Colombo, sono emerse in questa edizione del JIM novità significative per la
cardiologia di oggi e di domani?
I progressi più importanti si sono verificati nel trattamento delle cardiopatie
strutturali ed in particolare nel trattamento mini-invasivo di malattie della
valvola aortica e della mitrale. Sono ora a disposizione protesi aortiche, con
inserimento percutaneo, di seconda generazione in grado di garantire una
efficacia e sicurezza della procedura con margini superiori al 90%.
Nel campo del trattamento della malattia coronarica sono stati introdotti nuovi
stent a rilascio di farmaco con polimero completamente riassorbibile che
sembrano avere un impatto positivo sul rischio di trombosi tardiva.
Fra le tematiche di maggiore interesse sono stati presentati i nuovi sistemi per
la sostituzione della valvola aortica e alcuni stent di ultima generazione. Qual
è in proposito la sua opinione?
La
possibilità di avere una valvola aortica impiantabile per via percutanea e
transcatetere con rilascio completamente controllabile e riposizionabile ha
aumentato la sicurezza e la prevedibilità della procedura. Inoltre la più
completa aderenza della valvola all’annulus aortico è in grado di ridurre
notevolmente il rischio di insufficienza aortica residua.
Parlando di sistemi per la sostituzione transcatetere della valvola aortica
è risultato particolarmente innovativo il sistema Lotus, messo a punto da
Boston Scientific. Ce lo può descrivere?
La valvola aortica transcatetere Lotus fa parte di quelle di nuova generazione.
Questa valvola può essere descritta come auto espandibile con rilascio ed
espansione completamente controllata dall’operatore che è un grado di modificare
il posizionamento della valvola in ogni fase di rilascio. Questa opzione rende
la procedura completamente controllabile e garantisce una reversibilità delle
manovre. Questi attributi si traducono in precisione di impianto.
Alcuni suoi colleghi stranieri, che hanno già utilizzato questo sistema, hanno
segnalato alcuni aspetti che
sembrano particolarmente innovativi; in particolare è stata indicata la
possibilità di posizionare la valvola in
modo molto preciso e, se necessario, di recuperarla e riposizionarla
facilmente. Queste caratteristiche sembrano molto rassicuranti per chi effettua
l’impianto. E’ così? Qual è la sua opinione in proposito?
L’opinione e gli attributi che ho descritto sono supportati dai dati dei
registri multicentrici che sono stati effettuati in vari paesi. Registri simili
sono partiti anche in Italia. Al momento attuale i risultati ottenuti supportano
quanto abbiamo descritto.
Per concludere sul tema della valvola aortica; questo sistema sembra ridurre in
modo significativo, in molti casi addirittura azzerare, il rischio di rigurgito
paravalvolare che - a quanto sappiamo – è un indicatore
predittivo di mortalità. E’ così?
E’ vero! Avere una valvola transcatetere in grado di garantire un risultato
ottimale in termini di minimo rigurgito residuo ci permetterà di allargare le
indicazioni per un trattamento percutaneo rispetto al trattamento tradizionale
chirurgico.
Altra innovazione presentata al Congresso riguarda le nuove generazioni di
stent. Sappiamo che lei ha effettuato al San Raffaele di Milano un intervento
live con il nuovo stent Synergy di Boston Scientific. Ci può dire quali sono a
suo avviso le caratteristiche più rilevanti di questo dispositivo?
Dopo l’ introduzione dei primi stent a rilascio di farmaco e con la emergenza
dei problemi legati al rischio di trombosi tardiva e alla necessità di
prolungare a lungo termine la doppia terapia antiaggregante, la tecnologia si è
evoluta e ci ha ora consegnato nuovi stent a rilascio di farmaco. Questi stent
hanno: maglie più sottili, sono più flessibili, meglio visualizzabili durante il
posizionamento e ricoperti da un polimero (per rilasciare il farmaco
antiproliferativo) che verrà completante riassorbito entro 6 mesi dall’impianto.
La stent Synergy è il prototipo di tali nuovi stent.
Uno dei temi costanti di dibattito è quello sugli stent con polimero totalmente
riassorbibile o con polimero parzialmente riassorbibile. Qual è la sua opinione
in proposito, soprattutto pensando al problema della endotelizzazione?
Studi su animali e dati preliminari ottenuti con follow-up clinico a lungo
termine sembrano supportare il concetto che la completa eliminazione del
polimero rende la stent a rilascio di farmaco simile allo stent metallico senza
polimero e potrebbe garantire una ridotta necessità di prolungare la doppia
terapia antiaggregante oltre a sei mesi.
Gli stent completamente riassorbibili possono essere utilizzati in pazienti con
infarto miocardico acuto, che vengono sottoposti ad angioplastica primaria?
L’altra importante innovazione presentata al JIM 2014 riguarda l’utilizza di
stent completamente riassorbibili impiantati su lesioni complesse. In questo
ambito includiamo anche lesioni trombotiche come quelle responsabili
dell’infarto miocardico acuto. Sono stati pubblicati studi che dimostrano che
l’utilizzo di questi stent in tali situazioni è possibile e
apparentemente sicuro. A mio avviso abbiamo bisogno di ulteriori dati prima di
essere definitivi sulla robustezza di queste conclusioni.
Questa prima generazione di stent totalmente riassorbibili è indicata
soprattutto per affrontare lesioni diciamo “semplici“ e non ad elevato rischio,
oppure ritiene che questi dispositivi siano indicati anche per patologie o
situazioni complesse?
Questi nuovi stent possono essere posizionati in lesioni complesse incluse
lesioni calcifiche, occlusioni totali e biforcazioni. Questo è stato dimostrato
durante alcuni casi del JIM 2014. Il raggiungimento di un risultato adeguato è
totalmente dipendente da tecniche di impianto che tengano conto di una adeguata
preparazione della lesione e di una espansione ottimale dello stent.
Secondo la sua esperienza, quali vantaggi presenta il Synergy rispetto agli
stent medicati con polimero durevole in termini di efficacia e sicurezza?
Come abbiamo già accennato gli stent a polimero completamente riassorbibile come
il Synergy dovrebbero garantire una migliore biocompatibilità del sistema.
Questo attributo si dovrebbe tradurre nella possibilità di ridurre la durata
della doppia terapia antiaggregante a sei mesi.
Gli stent con polimeri riassorbibili, rispetto a quelli “tradizionali”,
presentano aspetti positivi dal punto di vista medico chirurgico e da quello
economico e di disponibilità sul mercato?
Come ho appena affermato, se si riuscisse a dimostrare con studi clinici
adeguati che gli stent a polimero riassorbibile possono essere utilizzati con
sicurezza riducendo la durata della doppia terapia antiaggregante, tale dato
avrebbe un impatto economico significativo.