A cento anni dalla scomparsa
si ricorda Giuseppe Mercalli
padre della moderna sismologia e vulcanologia
di Irene Prunai
Cento anni ci separano della morte di Giuseppe Mercalli, geologo, sismologo,
vulcanologo e ideatore della famosa scala di classificazione dei terremoti
basata sull’entità dei danni provocati dall’evento sismico.
E proprio in occasione di questa
ricorrenza l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ricorda l’uomo, lo
scienziato e l’insegnante.
La campagna di comunicazione e le iniziative mirate ad affrontare dal punto di
vista scientifico cosa significa vivere in un paese come l’Italia, esposto per
la gran parte del suo territorio al rischio sismico e vulcanico, hanno preso il
via a Napoli, mercoledì 19 marzo presso il Convitto Vittorio Emanuele II
con l’inaugurazione dell’Anno Mercalliano
“I luoghi di Mercalli”, e si concluderà a Milano, città natale di
Giuseppe Mercalli, nell’ambito dell’Expo 2015, passando per Roma, Catania, Isole
Eolie, Genova e Torino.
Ad aprire le celebrazioni è stato il presidente dell’Ingv Stefano Gresta il
quale ha dichiarato che “Nell’immaginario
collettivo il nome Mercalli evoca immediatamente la misura degli effetti dei
terremoti. Sappiamo bene che l’unico vero modo per difenderci da questi eventi è
la prevenzione, cioè la realizzazione di edifici antisismici, una migliore
conoscenza del fenomeno e un’informazione mirata ed efficace dei cittadini.”
L’intero programma dell’anno mercalliano è disponibile presso il sito internet
dell’Ingv
www.ingv.it
Chi era Mercalli
Giuseppe Mercalli nasce a Milano il 21 maggio del 1850. Figlio di commercianti,
viene educato privatamente per poi seguire il corso di teologia presso i
seminari di Milano e Monza. A 21 anni
viene ordinato sacerdote. Preferendo l’insegnamento e la ricerca agli impegni di
chiesa, consegue il diploma necessario all’insegnamento delle scienze naturali.
Conosce così il geologo A. Stoppani, suo maestro, che lo avvierà in seguito agli
studi di glaciologia, argomento del suo primo testo scientifico. Dopo la laurea
ottiene la cattedra di scienze naturali dei seminari di Milano e Monza. Nel 1878
l’editore Vallardi, che aveva iniziato a pubblicare la collana “Geologia
d’Italia”, lo invita a scrivere un volume sui vulcani italiani. Per svolgere
l’incarico Mercalli compie un lungo viaggio per le zone vulcaniche italiane e i
risultati delle sue osservazioni portano alla redazione di “Vulcani e fenomeni
vulcanici in Italia” (Milano 1883). Il testo è una vera e propria rivoluzione in
ambito scientifico: include la prima carta sismica dell’Italia e un catalogo dei
terremoti italiani. Questa classificazione sarà la base di tutti i successivi
cataloghi sulla sismicità italiana e il modello in seguito usato in tutto il
mondo.
La mappa della zona
interessata dal sisma del 7 aprile scorso, con epicentro localizzato sul
versante francese della Alpi Cozie. La magnitudo è stata del 5° grado della
scala Richter con ipocentro a 5 Km di profondità
Una svolta nella vita dello scienziato che d’ora in poi dedicherà le sue energie
nello studio di vulcani e terremoti. Nel luglio del 1883 il catastrofico
terremoto di Casamicciola è il primo evento sismico del quale Mercalli scrive
una dettagliata memoria, analizzandone gli effetti e cercando di capirne le
cause, arrivando a fornire le linee guida per costruire degli edifici che oggi
chiameremmo antisismici. Dotato di un linguaggio preciso e analitico, diventa un
cronista accurato di terremoti ed eruzioni vulcaniche. Grazie alla sua vasta
conoscenza della letteratura confronta gli eventi da lui osservati con altri
avvenuti nel passato nella stessa zona cercando di prevedere un’evoluzione del
fenomeno.
Il suo approccio pragmatico viene apprezzato nel mondo scientifico, tanto che
l’Accademia nazionale dei Lincei gli affida il compito, insieme al geologo
Tabarelli, di studiare gli effetti del terremoto del 1884 in Andalusia.
Pochi anni dopo Mercalli decide di lasciare il seminario in seguito alla
decisione di appoggiare una mozione per erigere un monumento a Rosmini, le cui
idee filoliberali erano osteggiate dalla gerarchia cattolica. Poco dopo,
risultato tra i primi in graduatoria in un concorso per l’insegnamento negli
istituti statali, sceglie di lavorare in un liceo di Reggio Calabria, per poi
trasferirsi a Napoli per studiare il Vesuvio. Dal suo piccolo appartamento vista
vulcano, ogni giorno annota l’evoluzione e l’attività del Vesuvio. Le sue
osservazioni, integrate dallo studio di numerosi campioni di roccia divengono il
contenuto di “Notizie vesuviane”.
In quel periodo i suoi studi sismici lo portano a prendere parte a numerose
commissioni governative per studiare i danni prodotti dai terremoti. Le sue
teorie sismiche sono un modello per gli studi futuri.
Mercalli è un convinto sostenitore della teoria dell’ipocentro sismico, secondo
la quale l’energia di un terremoto viene sprigionata da un volume localizzato
all’interno della terra e si attenua durante il percorso dall’ipocentro alla
località colpita dal terremoto. Questo spiega la progressiva diminuizione
dell’intensità degli effetti man mano che ci si allontana dall’epicentro. Per
descrivere in modo conveniente gli effetti è però necessario disporre di una
scala di classificazione dei danni il più funzionale possibile. In quel periodo
la scala più utilizzata è quella elaborata da De Rossi e Forel che classifica i
terremoti in 10 gradi di intensità crescente. I primi 6 gradi sono basati
principalmente sul crescente livello di percezione della scossa da parte della
popolazione, mentre gli ultimi 4 sul crescente livello dei danni alle strutture.
Mercalli modifica questa scala dando maggiore importanza ai danni prodotti alle
strutture che non alla percezione delle persone. La “scala Mercalli”, con
successive modifiche e miglioramenti, viene adottata in tutto il mondo e tuttora
è uno degli strumenti fondamentali, insieme alla scala Richter, per la
classificazione degli eventi sismici.
Nel 1911 diventa direttore dell’Osservatorio vesuviano. L’istituto versa in
condizioni pessime tanto da aver minato la salute del precedente direttore.
Mercalli riesce a ottenere dal governo i fondi necessari per rendere abitabile
l’edifico, rimette in funzione i vecchi strumenti sismici e ne compra di nuovi.
Elabora inoltre un programma di sviluppo dell’ente trasformandolo in Istituto
vulcanologico italiano, costituito da più sedi dislocate nell’area napoletana.
Il progetto di ricerca prevede lo studio delle caratteristiche del Vesuvio e dei
fenomeni precursori delle eruzioni.
La mattina del 18 marzo 1914 a Napoli viene trovato carbonizzato nella sua abitazione in seguito a un incendio. Le circostanze della morte non verranno mai ricostruite con certezza, ma probabilmente si è trattato di un incidente domestico. La leggenda vuole che il suo corpo avesse le braccia rivolte al Vesuvio.
La scala Mercalli
È
una scala che misura l’intensità sismica valutata in base agli effetti e ai
danni prodotti dal terremoto. Dipende da diversi fattori tra i quali la
tipologia e la qualità delle costruzioni.
L’intensità e la magnitudo sono le due misure principali della forza di un
evento sismico. La magnitudo, in genere misurata attraverso la scala Richter, è
una misura fisica che dipende dall’energia sprigionata dal terremoto nel punto
in cui si è generato. I due metodi di classificazione non sono equivalenti
infatti due terremoti di identica magnitudo possono avere diverse intensità.
L’esempio più comune è quello del terremoto di altissima magnitudo che avviene
in pieno deserto, quindi di intensità minore, confrontato con un terremoto di
magnitudo minore in una zona densamente abitata. Ciò vuol dire che se per
valutare la magnitudo usiamo degli strumenti scientifici, per l’intensità usiamo
una raccolta di dati oggettivi sui danni prodotti dall’evento. Questo non toglie
alcuna importanza agli studi di Mercalli, il quale, per la prima volta nella
storia della sismologia, ridusse l’importanza della percezione delle singole
persone a favore di una classificazione più oggettiva sui danni.