ENERGIA:

   ECONOMIA VERDE E RINNOVABILI SICURE

IN UN “FUTURO NON REMOTO”

Rinnovato l’accordo di collaborazione scientifica ENI-CNR

 

 

di Isabella Vannutelli

 

 

La sperimentazione di nuove tecniche per la caratterizzazione di giacimenti di idrocarburi, il monitoraggio ambientale per la sostenibilità della produzione di petrolio e gas, soluzioni ecosostenibili per la mobilità e la salvaguardia ambientale, la sperimentazione delle celle solari avanzate, sono tra le attività che verranno svolte, nell’ambito del rinnovo dell’accordo tra ENI e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

L’attività scientifica congiunta, in atto sin dal 2009 quando fu firmato il primo Accordo quadro, ha visto risultati di ottimo livello sia nella messa a punto di tecniche innovative sia nelle ricerche nei campi della sismologia, mineralogia e petrografia, ha portato i due Enti a continuare insieme un percorso sulle vie dell’innovazione tecnologica, come leva fondamentale per la sostenibilità dello sviluppo energetico soprattutto nella strategia di medio-lungo termine della Società.

La firma dell'accordo tra CNR e ENI

Siglato dall’Amministratore Delegato  e Direttore Generale di ENI Paolo Scaroni e dal Presidente del CNR Luigi Nicolais nel corso di un Workshop organizzato nella sede di ENI  a Roma, l’Accordo ha lo scopo, tra l’altro, di semplificare gli atti procedurali, e garantire regole sulle relazioni reciproche e sulla gestione della proprietà intellettuale, con l’obiettivo della “creazione di un portafoglio di soluzioni innovative sui temi dell’energia e dell’ambiente, di  importanza strategica per il sistema italiano ed europeo”.

ENI,  che dal 2005 al 2013 ha investito più di due miliardi di euro e che negli ultimi cinque anni ha prodotto 500 brevetti, investirà per il prossimo quadriennio in ricerca e sviluppo un totale di 1,1 miliardi di euro mentre l’Ente di ricerca metterà a disposizione di Eni competenze già acquisite e capacità di creare nuove conoscenze e renderle applicabili, attività che del resto hanno sempre segnato, compatibilmente con i fondi a disposizione (Nicolais ha precisato che attualmente il CNR può contare sul 60% dei fondi da parte dello Stato e il 40% dei fondi europei) il trascorso quarantennio.

“La ricerca è l’unico modo per competere nel presente e nel futuro – ha detto Scaroni – e l’energia e l’ambiente rappresentano una grande sfida”: come assolvere la domanda sempre maggiore di energia con una energia sostenibile, che sostituisca la produzione di idrocarburi ma che dia la certezza di produzione da fonti rinnovabili, come l’eolico ed il fotovoltaico, attualmente costose ed intermittenti e quindi effettivamente problematiche. Cifre considerevoli saranno messe a disposizione di uno sforzo di ricerca che abbiamo intrapreso – ha detto Scaroni – con l’intento di raggiungere in futuro la possibilità di utilizzare il fotovoltaico dal sole  senza il silicio ma con i polimeri. Ma senza stoccaggio, non si può parlare di rinnovabili – ha continuato – pertanto stiamo anche per intraprendere uno studio sulle batterie, che siano efficaci e poco costose. Solo così si potrà pensare che le rinnovabili sostituiscano gli idrocarburi, mantenendo lo standard di produzione necessario.

Fondi e brevetti, soprattutto quelli relativi alla tecnologia di imaging, in cui l’ENI eccelle, saranno utilizzati – ha detto Scaroni – per la produzione di idrocarburi attraverso la lettura della geologia del sottosuolo, soprattutto dove appaiono difficoltà dovute alla distorsione di immagini come accade nei casi in cui il giacimento risulti nascosto sotto strati di sale che possono raggiungere fino a mille metri di spessore. Proprio in Congo – ha esemplificato l’Ad – l’ENI ha estratto petrolio dove nessuno era riuscito prima per mancanza di competenze necessarie,  riconosciute ad ENI in tutto il mondo,  e strumentazioni all’avanguardia.

La diminuzione del  consumo di benzina verificatosi negli ultimi sei anni  pari al 25% ci dimostra come attualmente la capacità di raffinazione dell’ENI sia largamente eccedente rispetto alle necessità – ha sottolineato Scaroni – e come sia necessario riconvertire  alcune raffinerie come, per esempio, quella di Porto Marghera, convertita in bioraffineria dove si produrrà gasolio dall’agricoltura,  da miscelare, come imposto dall’UE, con gli idrocarburi. Le competenze raggiunte con anni di investimenti in ricerca  hanno permesso di ottemperare  a questa richiesta.

Nello stesso quadro rientra il lavoro intrapreso per la bonifica di terreni inquinati dismessi da industrie chimiche ed ereditati da ENI, dove i ricercatori del CNR  hanno piantato uno specifico tipo di girasole capace di assorbire l’arsenico presente nel terreno, al fine di rendere quei terreni depurati idonei per un’agricoltura  appropriata  agli usi dell’ENI.

Insomma, l’ENI  si muove soprattutto nel settore della ricerca applicata e lo fa con i propri fondi  laddove intravvede un ritorno positivo di investimenti. La ricerca di base, dalla quale  comunque non si può prescindere, viene condotta da ENI in collaborazione con Università italiane come i Politecnici di Milano e Torino,  e straniere come la Stanford University o con Istituti come il MIT che l’ENI ha coinvolto, così come il CNR, nella promozione del  grande programma di ricerca sulle batterie - come ha informato Scaroni - perché le “rinnovabili possano sostituire gli idrocarburi in un tempo non troppo remoto”. “Non ci sono ancora attività operative in corso - ha spiegato il Direttore di Ricerca e Sviluppo dell’ENI Salvatore Meli, presente alla firma dell’Accordo -  ma stiamo facendo un censimento ad amplissimo raggio tra le realtà con cui collaboriamo come CNR e MIT, per raccogliere elementi”.

“La collaborazione con le grandi imprese – ha detto, intervenendo,  il Presidente del CNR Nicolais -  come quella con ENI  è importantissima”  e l’attività di ricerca progettata insieme su obiettivi individuati permette  all’impresa  un utilizzo rapido dei risultati. L’economia verde, in particolare, richiede nuove conoscenze  ed un “tuffo nel lavoro multidisciplinare”, capacità  di cui i ricercatori CNR sono ampiamente dotati anche perché non manca loro l’esperienza a livello internazionale. Ed il CNR, che attualmente ha anche avviato progetti di ricerca con i Paesi arabi, è consapevole che il mondo della ricerca e dell’impresa debbono mantenersi sempre più collegati perché il futuro è l’impresa e i nostri cervelli debbono sempre più farsi conquistare dall’idea dello spin-off. Secondo Nicolais anche i fondi strutturali debbono essere investiti in ricerca, essendo essa una fonte fondamentale per lo sviluppo e il progresso di un paese moderno.

Il Galileo