Una mostra ai Lincei articolata in nove sale
avvolte dalla musica di sottofondo delle più belle opere verdiane
Esposti documenti autografi di verdi
e decine di preziosi costumi
E’ stata prorogata fino
all’8 marzo la mostra “Verdi e Roma” organizzata all’Accademia dei Lincei per
celebrare
il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi. Lungo il percorso della mostra,
articolata in nove sale avvolte dalla musica di sottofondo con i brani più belli
delle musiche verdiane, si possono ammirare ventinove costumi, con finissimi
ricami e disegni variopinti su sete pregiate, indossati dai più famosi
interpreti delle opere tra cui: Falstaff, Traviata, Otello, Rigoletto,
Trovatore, particolare il mantello di Aida ricamato con perle e fili d’oro.
Interessante la documentazione inerente agli interventi della censura pontificia
che dopo vari e contestati rifacimenti portarono al
Ballo in maschera. Molti gli scritti
autografi tra cui il carteggio con l’allora sindaco Emanuele Ruspoli in
occasione della prima romana del Falstaff
e la documentazione del conferimento a Verdi della cittadinanza onoraria di
Roma. In una ricca sezione multimediale è possibile osservare materiali
solitamente non accessibili dal pubblico.
La mostra, che è stata
inaugurata il 13 dicembre scorso dal Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, descrive il complesso rapporto di Giuseppe Verdi con la Roma
dell’Ottocento, nella sua duplice veste di sede del papato, prima, e Capitale
d’Italia, poi. Verdi nutre verso Roma sentimenti opposti e contrastanti, amore e
odio; da un lato ne critica i teatri e la loro cattiva e superficiale gestione,
dall’altro ne ama la vita e ancor di più alcuni abitanti: lo scultore Vincenzo
Luccardi, i musicisti Emilio Angelini ed Eugenio Terziani, il politico e
senatore del Regno d’Italia Giuseppe Piroli o ancora il poeta Cesare Pascarella
saranno destinati a diventare suoi fidati amici. La mostra ripercorre anzitutto
la storia delle quattro importanti prime romane, non tutte salutate con successo
dal pubblico. Ognuno di questi debutti segnò, nel bene e nel male, la carriera
del compositore. Il primo, quello dei Due
Foscari sulle scene del Teatro Argentina, è la conseguenza di un rifiuto: il
soggetto dell’opera era stato rifiutato a Venezia, poiché chiamava in causa una
famiglia i cui eredi rimanevano ancora fin troppo influenti a livello locale. Vi
è poi il debutto, singolarissimo, della
Battaglia di Legnano, ancora sul palcoscenico dell’Argentina: singolare
perché straordinariamente inscindibile dal contesto storico nel quale si
inserisce, quello della nascente Repubblica Romana, proclamata da Garibaldi solo
dieci giorni dopo la prima rappresentazione dell’opera nel Gennaio 1849. Altre
invece le circostanze in cui l’ansia del debutto si intreccia per Verdi al
timore per l’atteggiamento della censura papale verso i suoi libretti: le
occasioni sono il debutto del Trovatore,
che andò regolarmente in scena al Teatro Apollo nel gennaio 1853, e quello del
Gustavo III, titolo ai più ignoto
perché modificato radicalmente dai censori fino a diventare
Un ballo in maschera. Una sala è
dedicata a due cantanti che hanno legato in modo indelebile la loro carriera a
Verdi e il nome di Verdi al Teatro dell’Opera: Antonietta Stella e Tito Gobbi.
L’evento è stato possibile grazie alla sinergica collaborazione dei Lincei con
l’Istituto Nazionale Studi Verdiani, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il
Teatro dell’Opera di Roma. La mostra, arricchita da un catalogo e da un CD,
resterà aperta fino all’8 marzo 2014 nelle sale della Biblioteca dei Lincei in
via della Lungara, 10 Roma. Ingresso libero. Orari: Lunedì, Mercoledì, Venerdì
9.00 – 13.00, Martedì, Giovedì, 9.00 – 17.00, Sabato 9.00 – 14.00. Per
informazioni, visite guidate e visite per le scuole
biblioteca@lincei.it telef.
0668027254 - 550 – 337.