NOTIZIE IN PILLOLE

 

*Gestire dal proprio dispositivo mobile le principali funzionalità della vita a bordo.  E’ questo l’obiettivo del progetto di ricerca industriale Domare che ha realizzato una piattaforma innovativa in grado di interfacciarsi ad un qualunque attuatore domotico da un qualunque smartphone o tablet.

Il progetto  consente la gestione integrata di illuminazione, climatizzazione, intrattenimento, sicurezza ed e-care attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva, superando le difficoltà legate al trasporto di logiche e tecnologie domotiche in un ambiente complesso come quello dello yacht.

Il progetto presentato a Trieste lo scorso gennaio in un convegno nel corso del quale sono stati presentati  i risultati ottenuti ed ai partecipanti è stata offerta l’opportunità di sperimentare la nuova piattaforma Domare a bordo dello yacht MCY 76, ormeggiato nelle vicinanze della sala del convegno.

 

Il progetto vede capofila Teorema Group, azienda leader nel settore IT e Gold Competency Partner di Microsoft, e ha come partner: Monte Carlo Yachts, VDA Elettronica, Università degli Studi di Trieste ed AREA Science Park attraverso il suo Centro Cantieristica&Nautica.

 

 

*Eco-etichette per palesare il ‘contenuto’ di gas serra dei beni di consumo , facilitare la scelta di prodotti low-carbon, contrastare il “dumping ambientale” internazionale; interventi edilizi per la sicurezza sismica e l’eco-efficienza negli edifici pubblici finanziati con le multe all’abusivismo edilizio. E una mini-rivoluzione per i rifiuti, introducendo  un “contributo ambientale”  sui beni che generano molti rifiuti, in modo da ridurre la Tares ai cittadini e far pagare un po’ di più ai produttori.  Sono queste in estrema sintesi le prime tre proposte eco-sostenibili selezionate da un Gruppo di Esperti istituito dall’ENEA,  presieduto dall’ex Presidente dell’Autorità per l’energia Alessandro Ortis e composto da esperti quali Marcello Clarich, Luigi De Paoli, Vincenzo Ferrara, Tullio Fanelli, Giulio Napolitano, Stefano Saglia, Gianni Silvestrini e Federico Testa.

 

Le tre proposte, che sono già state inviate a Governo e Parlamento, si inseriscono nell’ambito del Progetto “Idee per lo sviluppo sostenibile” dell’ENEA, presentato oggi a Roma da Giovanni Lelli,  Commissario ENEA. Il progetto è aperto alla massima partecipazione,  chiunque può presentare proposte: istituzioni pubbliche e private, aziende, associazioni industriali, consumatori, ricercatori, professionisti, nonché anche i membri del Gruppo di esperti.

 

*Per Mhybus, il primo autobus in Italia alimentato con una miscela di idrogeno e metano e utilizzato per il trasporto urbano a Ravenna, è tempo di bilanci: 45.000 km percorsi su strada, oltre 10.000 passeggeri trasportati, 6 tonnellate di emissioni di CO2 risparmiate.

La sperimentazione su strada ha dimostrato che la presenza del 2% di idrogeno nel carburante permette di ridurre del 15% la CO2 emessa, grazie al minor contenuto di carbonio della miscela e alla migliore combustione indotta dalla presenza dell’idrogeno. Oltre che per gli aspetti tecnici, questo progetto pilota ha avuto valore di apripista per la definizione delle procedure relativa all’omologazione di un nuovo tipo di veicolo per il trasporto pubblico.

Cofinanziato nell’ambito del programma europeo LIFE+, Mhybus nasce da una partnership tra l’ENEA, la Regione Emilia Romagna, la Start Romagna (società di trasporto pubblico dell’area romagnola delle province Forli-Cesena, Ravenna e Rimini), la SOL (società di produzione e commercializzazione di gas tecnici ed industriali) e l’ASTER (società consortile tra Regione Emilia-Romagna, Università, CNR, ENEA, Associazioni di categoria e Unioncamere). Il Mhybus utilizzato da Start Romagna lungo la linea 8 di Ravenna è un veicolo Breda MenariniBus con motore Mercedes, modificato per l’alimentazione a idrometano.

L’ENEA ha svolto le sperimentazioni per la messa a punto del propulsore alimentato con una miscela di metano ed idrogeno al 15% in volume, fornendo supporto per ottenere le autorizzazioni per l’esercizio sperimentale su strada. L’ENEA ha poi eseguito le rilevazioni delle emissioni e delle prestazioni energetiche del mezzo durante tutta la fase sperimentale di trasporto pubblico a Ravenna. L’ENEA ha anche svolto indagini per la valutazione della compatibilità dei componenti del circuito di alimentazione del veicolo con l’idrogeno, mettendo a disposizione la propria mini-stazione di rifornimento per idrogeno alla SOL, azienda produttrice della miscela di idrometano.

La sostenibilità ambientale del trasporto pubblico richiede interventi sempre più incisivi per le emissioni di inquinanti frutto della combustione di combustibili fossili. In particolare per la riduzione della CO2 la via da intraprendere è quella della progressiva decarbonizzazione del combustibile sino alla piena attuazione della mobilità elettrica. L’Italia ha già intrapreso la riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti pubblici dotandosi di una vasta flotta di bus a gas naturale in sostituzione dei tradizionali bus con motori diesel.  Un ulteriore passo in avanti è adesso offerto dalla possibilità di utilizzare idrogeno insieme al gas naturale riducendo il contenuto di carbonio del combustibile.

 

*Oro, argento, stagno, piombo e altri metalli preziosi oggi si possono ricavare anche dalle schede elettroniche dei computer grazie ad una metodologia brevettata dall’ENEA per il recupero di questi materiali attraverso un processo idrometallurgico.

Oggi abbiamo a disposizione una grande quantità di rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti RAEE, come  computer dismessi,  telefoni cellulari,  batterie al litio,  pannelli fotovoltaici, e  giochi elettronici. Dai RAEE si possono ricavare risorse fondamentali per la produzione di apparecchiature elettroniche, la cui domanda è in continuo aumento. I RAEE costituiscono quindi un’importante fonte di approvvigionamento di materiali, che sono in gran parte monopolio dei paesi produttori  extraeuropei, soprattutto asiatici,  e particolarmente necessari al nostro Paese, che non dispone di ingenti risorse minerarie.

I rifiuti elettrici ed elettronici possono essere considerati delle vere e proprie 'miniere urbane' perché permettono di recuperare oro e stagno con estrema semplicità, in ambiente non necessariamente industriale.

 

L’innovativa metodologia dell’ENEA, che utilizza un processo idrometallurgico quasi a temperatura ambiente e che si può eseguire in piccoli impianti,  comporta limitate emissioni in atmosfera, è estremamente vantaggiosa rispetto ai grandi impianti pirometallurgici utilizzati finora, che richiedono processi ad alta temperatura e sono più inquinanti.

Presso il Centro ENEA Casaccia è in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle campagne dimostrative.

L’impianto è stato progettato in maniera modulare per poter essere utilizzato anche per lo sviluppo e l’ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di materiali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor LCD.

L’ENEA mette a disposizione questo impianto sperimentale per le imprese operanti nel settore dei RAEE, interessate alla realizzazione di impianti per il recupero dei materiali ad elevato valore aggiunto.

 

*Con la consegna di PRIMA (Padova Research ITER Megavolt Accelerator),  l’edificio che ospita un impianto sperimentale per la fusione nucleare, avvenuta presso l’Area della Ricerca del CNR di Padova, il sistema Italia registra un ulteriore progresso tecnologico per la realizzazione di ITER. PRIMA è un laboratorio che ospita un acceleratore di fasci neutri, che serve per il riscaldamento del plasma e per l’avvio del processo di fusione del reattore sperimentale ITER. Il progetto vede impegnato il Consorzio RFX di Padova, di cui fanno parte l’ENEA, il CNR, l’INFN e l’Università di Padova.

 

Questo risultato è stato ottenuto grazie ad una complessa attività di ricerca e sviluppo iniziata nei primi anni novanta, quando l’ENEA per prima cominciò ad orientare le proprie attività di ricerca verso lo sviluppo tecnologico del reattore dimostrativo, come coordinatore del programma italiano di fusione, e svolgendo successivamente anche un ruolo di supporto all’Industria, che si è rivelato determinante nella partecipazione alle gare internazionali per l’aggiudicazione dei componenti di ITER, ottenendo finora il 53% delle commesse europee, al netto delle gare per gli edifici.

 

Questo successo è dovuto anche al coinvolgimento delle industrie italiane del settore fin dall’inizio. Le nostre industrie hanno saputo cogliere l’opportunità di operare in un ambito strategico su attività di grande complessità che hanno permesso loro di ottenere risultati di eccellenza mondiale, nonché di acquisire un’alta qualificazione e di incrementare così la loro competitività anche in campi più convenzionali. Sono risultati di eccellenza che sono stati resi possibili mettendo a sistema un’industria altamente qualificata, dei laboratori di ricerca di eccellenza e una efficace attività di formazione.

 

Saranno le tecnologie hi-tech made in Italy: magneti superconduttori, camera da vuoto, sistemi di riscaldamento (l’impianto in costruzione a Padova), ecc., che dovranno garantire per decenni la sperimentazione in piena efficienza di ITER.

Il Galileo