*Spento il telescopio spaziale Planck dell’ESA. Lo strumento è stato disattivato
dopo circa quattro anni e mezzo di osservazione della radiazione residua del Big
Bang e a studiare l’evoluzione delle stelle e delle galassie a partire
dall’inizio dell’universo.
I controllori della missione del centro di controllo dell’ESA di Darmstadty
(Germania) hanno tramesso al telescopio l’ultimo comando nel pomeriggio del 23
ottobre scorso.
Lanciato nel 2009, Planck ha trasmesso a terra numerose e preziose informazioni
sulla nascita dell’universo e sulla sua evoluzione. Il telecopio ha permesso di
tracciare una cartografia del cielo molto più precisa. La prima immagine
d’insieme del cielo è stata diffusa nel 2010 mentre i primi risultati
scientifici sono stati resi noti l’anno successivo. Gli ultimi dati raccolti
verranno diffusi nel 2014.
Alla realizzazione di Planck hanno partecipato tutti i paesi membri dell’ESA.
*La Fondazione Armenise-Harvard perde il suo artefice.
Il conte Giovanni Auletta Armenise è
morto a Roma il 25 ottobre scorso. Imprenditore di successo nel settore
farmaceutico (sua la Leo Penicillina, ceduta nel 1971) e banchiere di rilievo
internazionale (presidente della Banca Nazionale dell'Agricoltura, la maggiore
banca privata italiana, da lui presieduta fino al 1995), nel 1996 decise,
insieme alla moglie Dianora Bertacchini, di dedicare la sua energia, il suo
talento, il suo amore per la conoscenza e un ingente capitale di famiglia alla
creazione di una fondazione scientifica presso la Harvard Medical School di
Boston. La missione della Fondazione Giovanni Armenise-Harvard era ed è quella
di sviluppare ricerche nel campo delle scienze biologiche in Italia e negli
Stati Uniti, di incoraggiare il rimpatrio dei ricercatori italiani e di attirare
nel nostro Paese eccellenti ricercatori stranieri. La Fondazione che porta il
suo nome, nel decimo anniversario di attività (2006) è stata insignita della
Targa della Presidenza della Repubblica Italiana, con la peculiare motivazione
di contrastare il fenomeno della cosiddetta fuga dei cervelli. La Fondazione
Armenise-Harvard fino a oggi ha investito in Italia oltre 24 milioni di dollari,
creando nel nostro Paese 18 laboratori scientifici per i beneficiari del
programma Career Development Award, finanziando 3 PhD presso la Harvard Medical
School, sponsorizzando il programma Armenise-Harvard Summer Fellowships per
incoraggiare i giovani universitari italiani interessati alla carriera
scientifica, e premiando 27 giovani giornalisti scientifici italiani. Nino, così
lo chiamano anche i tantissimi amici della Harvard Medical School, sarà
ricordato come Uomo coraggioso, sensibile e generoso.
*Si intitola “L’Italia della scoperta e dell’innovazione: l’esperienza di AREA
Science Park” l’evento che ha inaugurato il ricco calendario sloveno della XIII
Settimana della Lingua italiana nel mondo, rassegna annuale promossa e
organizzata dalle Ambasciate d’Italia, dai Consolati e dagli Istituti italiani
di cultura. Filo conduttore della
Settimana è stato: “Scoperta, ricerca, innovazione: l’Italia dei saperi”, un
tema che trova la sua naturale declinazione nei diversi progetti e attività del
parco scientifico di Trieste, tratteggiati dal vicepresidente di AREA, Roberto
Della Marina. “Il nostro è un sistema integrato di conoscenza, tecnologie e
competenze al servizio del territorio, delle imprese, della valorizzazione dei
risultati della ricerca, della nascita di startup – spiega Della Marina. Siamo
un nodo importante della rete europea di hub dell’innovazione, con una forte
propensione all’internazionalità che si concretizza, tra l’altro, in numerose
collaborazioni e progetti comuni con istituzioni scientifiche, accademiche e
imprese della Slovenia”.
*La famosa statua in marmo dell’imperatore Augusto, rinvenuta nel 1863 a Roma in
località Prima Porta,
per
la prima volta dal suo ritrovamento si muove dalla sede dei Musei Vaticani per
raggiungere le Scuderie del Quirinale, dove costituirà una della
maggiori attrazioni della mostra Augusto, in programma fino
al 9 febbraio 2014.
La preziosa statua presenta un alto livello di vulnerabilità alle vibrazioni:
per garantirne la sicurezza durante le delicate operazioni di trasporto dai
Musei Vaticani fino alla sede espositiva di Piazza del Quirinale, l’ing.
Gerardo De Canio dell’ENEA ha progettato un innovativo e
complesso sistema di movimentazione e trasporto.
In particolare sono state studiate soluzioni specifiche per proteggere i punti
più vulnerabili: braccio e caviglie
(restaurati in più punti), e il mantello. Prima di tutto sono stati applicati
alla statua, alta più di 2 metri, uno speciale corpetto
protettivo per il
torace e un tutore per il braccio realizzati in carbonio dal prof.
Roberto Ciabattoni dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.
Il corpetto è fissato al basamento tramite un sistema di aste. L’insieme è stato
posizionato all’interno di una cassa in legno ammortizzata, a sua volta
contenuta in una ulteriore gabbia antivibrante d’acciaio per la protezione da
urti e vibrazioni. L’uso combinato di questi tre
tecniche (corpetto-tutore, cassa ammortizzata, gabbia antivibrante) ha
consentito una perfetta movimentazione della statua. Tutte le fasi delle
operazioni sono state monitorate con un sistema di sensori, posizionati sui
punti critici della statua e sul basamento.
Lo stesso sistema di movimentazione, opportunamente rimodulato per affrontare un
viaggio molto più lungo, sarà utilizzato per il successivo trasporto della
statua al Museo del Louvre.
*Identificato un nuovo regolatore della motilità delle cellule staminali
pluripotenti, cioè il meccanismo che permette loro di muoversi e invadere i
tessuti. Il fenomeno innescato da un aminoacido. A dimostrarlo, uno studio
condotto da Igb-Cnr “A. Buzzati Traverso”, Iac-Cnr "Mauro Picone" e Ifom di
Milano, pubblicato su Stem Cell Reports. Modifica il comportamento delle cellule
staminali pluripotenti, dando loro la capacità di muoversi e di invadere i
tessuti generando metastasi. A innescare tutto questo, un semplice aminoacido,
chiamato L-Prolina, uno dei tanti ‘mattoni’ che compongono le proteine
cellulari. È quanto emerge da uno studio sulla regolazione di motilità,
invasività e capacità metastatica delle staminali che ha coinvolto i ricercatori
degli Istituti di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” (Igb-Cnr) di Napoli
e per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone” (Iac-Cnr) di Roma del Consiglio
nazionale delle ricerche, in collaborazione con l'Institute of Molecular
Oncology Foundation (Ifom) di Milano. La ricerca è stata pubblicata su Stem Cell
Reports (open access journal of Cell Press) e ha ricevuto la copertina del
numero di Ottobre.
Lo studio ha dimostrato che il ruolo chiave nella regolazione della
motilità/invasività cellulare di L-Prolina è legato alla sua capacità di indurre
particolari cambiamenti epigenetici che modificano l’espressione genica,
“innescando nelle staminali un processo di EMT (Epithelial to Mesenchymal
Transition), un fenomeno simile a quello che induce la formazione delle
metastasi e quindi determina la disseminazione tumorale”, aggiungono le
ricercatrici. “La transizione EMT è regolata dal microambiente cellulare, in
particolare dalla matrice extracellulare (ECM), molto ricca in collagene, una
proteina composta principalmente da prolina, che si rende disponibile in seguito
alla degradazione della ECM durante la crescita e l’invasione tumorale”. Da qui
l’idea che la L-Prolina sia un segnale chiave nel regolare la
motilità/invasività cellulare.