Cronaca di future catastrofi annunciate
Nel segno della preoccupazione
Il Quinto Rapporto
sul clima globale
Innalzamento dei livelli del mare, ondate di calore, piogge catastrofiche in
aumento: sono gli scenari da temere se non verranno ridotte le emissioni del gas
serra
di Bartolomeo Buscema
Dopo quasi un quinquennio di fughe
di notizie, climagate e infuocati dibattiti tra climatologi e negazionisti, ecco
un primo documento ufficiale dell'Intergovernmental Panel on Climate Change
(IPCC)l’organizzazione scientifica che elabora i dati su cui si basano le
trattative politiche sul clima a livello mondiale. Si tratta della prima parte
del Quinto Rapporto sul clima globale (le altre due parti verranno rese note
rispettivamente a marzo e ad aprile 2014, e la sintesi finale è attesa per
ottobre 2014), reso pubblico a Stoccolma lo scorso 27 settembre. Da una prima
lettura emerge che gli scienziati dell'IPCC – 209 autori principali, 600 che
hanno inviato contributi e 50 revisori di 39 nazioni – sono sempre più convinti
del contributo negativo delle attività dell’uomo sull’aumento della temperatura
media globale. E‘ questo lo si deduce chiaramente dalle circa trenta pagine del
rapporto che
sintetizzando più di
novemila studi scientifici multidisciplinari, attribuisce
il riscaldamento globale, con una sicurezza del 95%, alle attività
antropiche. Un aumento di cinque punti percentuali
rispetto al 2007 quando questa sicurezza era del 90%. Ed è proprio su
questo punto che Connie Hedegaard,
la commissaria europea responsabile
dei cambiamenti climatici, ha arguito: «Se il tuo dottore dice che al 95%
hai una malattia grave, inizieresti subito le cure oppure no?”.
Una domanda legittima e pertinente che
accompagna le principali
conclusioni del citato Rapporto,
che tentiamo di riassumere
nei quattro
punti che seguono.
1)
Il riscaldamento globale
è in aumento
Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi dal 1850, anno in cui
sono iniziate le misure termometriche a livello globale. Inoltre anche la
parte superficiale degli oceani (0 -700 metri di profondità) ha subito un
aumento sensibile di temperatura,
anche se con valori diversi da un oceano all’altro. Sull’aumento della
temperatura media globale, il
rapporto propone 4 scenari per la fine di questo secolo. Lo scenario di
minimo impatto che
prevede riduzioni notevoli
delle emissioni climalteranti entro pochi decenni, dà un aumento della
temperatura media globale, rispetto al periodo preindustriale, tra 1°C e 2.3°C.
Quello di massimo impatto, cioè senza
alcuna riduzione delle
emissioni, restituisce un aumento delle temperatura media di
3.2°C-5.4°C.
2) Gli
eventi estremi sono sempre più frequenti
Dal 1950 sono stati osservati cambiamenti negli eventi estremi meteorologici: il
numero di giorni e notti fredde è diminuito e il numero di giorni e notte calde
è aumentato. Come pure si è
riscontrato un aumento
della frequenza delle ondate
di calore in vaste aree dell’Europa, Asia e Australia e un aumento
dell’intensità delle precipitazioni in Europa e Nord America. Per le zone
equatoriali ci sarà
una crescita delle precipitazioni, con intensificarsi dei fenomeni
estremi e susseguenti piene, mentre le zone tropicali aride andranno incontro a
precipitazioni sempre di
minore entità.
3) I
ghiacciai si stanno sciogliendo con
preoccupante rapidità
Le calotte glaciali in Groenlandia e Antartide hanno perso molta
massa negli ultimi due decenni. I ghiacciai si sono ridotti quasi in
tutta la Terra e la diminuzione
stagionale estiva della banchisa artica sta aumentando in maniera allarmante.
4) Il
livello del mare sta rapidamente crescendo
Il livello globale medio dei mari è
aumentato negli ultimi
duecento anni con un innalzamento medio
registrato di 1.7mm/anno nel
periodo 1901-2010 e di 3.2mm/anno nel periodo 1993-2010.
L’innalzamento del livello medio globale marino per il 2100, rispetto ai livelli
preindustriali, secondo le proiezioni sarà di 0.41 - 0.69 metri nel caso si
attuassero drastiche misure di riduzione dei gas climalteranti .Se, invece,
l’umanità, soprattutto i paesi del primo mondo industrializzato, continuerà a
rilasciare anidride carbonica in atmosfera
con i tassi attuali,
l’aumento previsto dell’innalzamento marino raggiungerebbe valori compresi tra
0.60 - 0.97 metri. Una vera e propria catastrofe per
le molte nazioni povere la
cui superficie del suolo si eleva poco più di
mezzo metro dalla battigia.
Uno scenario preoccupante che
lascia poco spazio ai negazionisti, ai lieto pensanti del clima globale, agli
ottimisti incauti. Se le emissioni
di gas serra non si ridurranno sensibilmente e in poco tempo il
futuro del pianeta azzurro
sarà segnato da squilibri climatici
che persisteranno purtroppo ancora
per i secoli che verranno.