ROOMING IN

Riflessione in 10 punti per promuovere

 l’allattamento al seno

elaborata da OMS e UNICEF

 

di Luisa Monini

 

 

Madonna che allatta il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Girolamo. Dipinto di  Andrea Piccinelli, detto Andrea del Brescianino (Siena, 1486 circa – Firenze, post 1525), conservato presso il  Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia, Buonconvento, Siena

Una volta sul letto dell'amore, si dava alla luce anche il frutto stesso dell'amore e il partorire in casa era un rituale che le donne conoscevano bene per averlo vissuto in prima persona e per aver assistito al parto sorelle, amiche, parenti. Questo in un passato non molto lontano. Ma al di là dell' amore, delle attenzioni e di tutta l'atmosfera speciale che regnava in casa in quei momenti, nulla e nessuno poteva garantire alla donna che tutto sarebbe andato per il verso giusto, sia per lei sia per il bambino; neanche la presenza della levatrice (chiamata così perché in grado di " levare" il neonato dal grembo materno), figura che comunque poi entrava a far parte della famiglia e seguiva la puerpera anche dopo il parto, facilitando l'attaccamento al seno del neonato e dando consigli sulla dieta più adatta per avere latte buono e in quantità. Sin da allora infatti, pur senza evidenze scientifiche, l' allattamento era considerato lo strumento più potente per diminuire la morbilità e la mortalità infantile.

Oggi è tutta un'altra storia e la levatrice si è trasformata, nel corso degli ultimi decenni, in una figura professionale inquadrata nella realtà sanitaria con compiti e responsabilità ben precisi e condivisi con gli altri professionisti del percorso riproduttivo, al fine di promuovere al meglio la salute materno-infantile.

 

E così, dopo un parto spontaneo o un taglio cesareo elettivo, se le condizioni cliniche del neonato e della madre lo consentono, nelle aziende ospedaliere viene oggi effettuato lo skin to skin e la coppia madre-neonato viene portata, senza essere separata, nella stanza assegnata alla mamma. Lunghi anni di ricerche sugli effetti della pratica del rooming in (tenere la madre e il bambino insieme nella stessa stanza durante la degenza in ospedale) hanno confermato l' importanza del contatto prolungato tra genitori e bambino dopo il parto. Le madri che avevano fatto tale esperienza sono state facilitate nell' allattamento al seno e più fiduciose e serene nell' accudire il proprio bambino una volta a casa.

 

Il personale sanitario del Dipartimento Materno Infantile (infermiere, ostetriche, puericultrici, medici ostetrici e neonatologi) promuove e sostiene l' allattamento al seno secondo i 10 passi che già nel 1989 l'OMS e l'UNICEF hanno redatto e che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta "Ospedale Amico dei Bambini".

 

1. Definire un protocollo scritto per la promozione dell'allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario.

2. Addestrare il personale sanitario affinché possa mettere in pratica tale protocollo.

3. Informare le donne già durante la gravidanza sui vantaggi e sulla conduzione dell'allattamento al seno.

4. Aiutare le madri perché comincino ad allattare al seno entro mezz'ora dal parto.

5. Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la produzione di latte anche in caso di separazione dal neonato.

6. Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, salvo indicazioni mediche.

7. Praticare il rooming-in, permettere cioè alla madre e al bambino di restare insieme 24 ore su 24 durante la permanenza in ospedale. incoraggiare l'allattamento al seno a richiesta.

9. Non dare tettarelle artificiali o succhiotti durante il periodo dell'allattamento.

10. Favorire lo stabilirsi di gruppi di sostegno all'allattamento al seno ai quali le madri possano rivolgersi dopo la dimissione dall'ospedale o dalla clinica.

 

Sull' allattamento al seno e sulla preziosità del latte materno la storia narra che la Vergine Maria, durante la strage degli Innocenti, per allattare Gesù bambino, si sia rifugiata in una delle tante grotte poste sotto la Basilica della Natività di Betlemme. Una goccia di latte sarebbe caduta su una parete della grotta, rendendola tutta bianca. Durante il Medioevo, frammenti di tale roccia sono stati asportati da pellegrini e, ridotti in polvere, venivano disciolti in acqua e assunti dalle donne in difficoltà per il latte.

 

Il Galileo