Il Politecnico di Milano

 festeggia i suoi primi 150 anni

Dai primi 30 iscritti ai 40.000 di oggi – Dalla vecchia sede nel centro di Milano, ai 5 poli territoriali in Lombardia e al campus italo-cinese di Shangai in una mostra al Museo della Scienza del capoluogo lombardo

 

 

di Adriana Giannini

 

 

 

Gli allievi ingegneri dell'anno accademico 1869-70 (Foto: Archivi storici -ASBA Politecnico di Milano)

Era il novembre 1863 quando anche Milano, quattro anni dopo Torino, allora capitale d'Italia, fu dotata di un istituto superiore dove si poteva impartire un insegnamento “affatto nuovo, l'indirizzo tecnico”, in grado di preparare esperti dei “meravigliosi progressi delle scienze positive e delle loro applicazioni nel nostro secolo”. Furono queste le parole con le quali il matematico Francesco Brioschi (foto sotto) presentava  il Regio Istituto Tecnico Superiore da lui fortemente voluto dopo aver visitato le analoghe istituzioni di  alcune città svizzere e tedesche dove si formava la classe dirigente di una società in piena espansione industriale. L'innovativo Istituto, realizzato grazie a contributi pubblici e privati e ospitato nei primi anni di vita presso l'Istituto Elvetico e poi presso il Palazzo della Canonica dalle parti di piazza Cavour – a ricordarlo vi è tuttora la via del Vecchio Politecnico – esordì con meno di 30 pionieristici iscritti che, dieci anni dopo erano già arrivati a 190, registrando tra i primi laureati personaggi come Giovanni Battista Pirelli e Angelo Salmoiraghi, fondatori delle omonime industrie della gomma e dell'ottica di precisione, e Alberto Riva, il costruttore delle turbine che per prime sfruttarono le cascate del Niagara. Da allora l'istituzione, quasi subito suddivisa in due indirizzi, quello di ingegneria civile e industriale e quello di architettura, fondato da Camillo Boito, fratello del noto compositore Arrigo Boito, è andata sempre più crescendo tanto da meritare nel 1927 una sede molto più grande nel nuovo quartiere di Città Studi, una sede che con le sue distinte facoltà di ingegneria e architettura copriva già allora un'area di 50.000 metri quadrati. Oggi gli studenti sono quasi 40 000 e provengono da tutto il mondo, le sedi milanesi sono diventate due, Città Studi e Bovisa, i poli territoriali sono distribuiti in cinque città lombarde e a Shanghai vi è  un campus italo-cinese.

 

La sede del Politecnico in piazzale Da Vinci, Milano

Anche in tempi di austerità come gli attuali, un anniversario così importante non poteva non venire degnamente celebrato con svariate manifestazioni programmate nel corso del 2013 (si veda www.150.polimi.it) e rivolte sia agli addetti ai lavori sia a un pubblico più vasto. In particolare è a quest'ultimo che  il Museo della scienza e della tecnologia – che ha uno storico e stretto legame con il Politecnico e che a sua volta festeggia sessant'anni dalla sua fondazione, sostenuta con passione dall'ingegner  Guido Ucelli di Nemi, laureatosi al Politecnico nel 1909 – ha dedicato una mostra che illustra le importanti tappe di un'istituzione che rappresenta un fiore all'occhiello per Milano. L'esposizione  intitolata “Tech stories”, in omaggio all'inglese divenuto ormai la lingua ufficiale di ogni iniziativa che aspiri all'internazionalità, si articola attraverso sei stanze tematiche appositamente allestite e visitabili fino al 10 dicembre 2013, giorno del  cinquantesimo anniversario del premio Nobel conferito a Giulio Natta, e sette percorsi denominati “strade politecniche” che si snodano tra le esposizioni permanenti del Museo.  (nella foto a sinistra: il campus della Bovisa)

Possiamo così conoscere i prestigiosi maestri e i laureati di maggiore successo usciti dal Politecnico milanese come  Giuseppe Colombo, autore dell'insuperato Manuale dell'ingegnere e promotore con la società Edison dell'industria elettrica italiana, Enrico Forlanini,  ideatore nel 1877 del primo elicottero in grado di sollevarsi in aria anni prima dell'aereo dei fratelli Wright, Gio Ponti, architetto e fondatore della rivista Domus e del premio di design “Compasso d'oro”, Giulio Natta, premio Nobel per la chimica nel 1953 per la scoperta del polipropilene isotattico che portò la plastica nella vita di tutti, altri architetti di livello mondiale come Aldo Rossi, Renzo Piano, Gae Aulenti, designer famosi come Achille Castiglioni e Marco Zanuso, ingegneri anomali come lo scultore Fausto Melotti e lo scrittore Carlo Emilio Gadda. Parecchio spazio è anche dedicato agli stretti legami tra i docenti e i laureati del Politecnico e la città di Milano a cominciare dalla prima centrale elettrica cittadina d’Europa (in via santa Redegonda) realizzata nel 1883, passando per la realizzazione del Palazzo dell'Arte (la Triennale), sorto nel 1933 per ospitare mostre e convegni di architettura e design, il quartiere T8 progettato nel 1948, la metropolitana iniziata nel 1955, il grattacielo Pirelli del 1958 e così via in un ininterrotta e proficua collaborazione.

 

La mostra: Tech Stories

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

13 giugno – 10 dicembre 2013

www.museoscienza.org

Il Galileo

 

 

 

 

 

 

 

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