Il potere del suono
Nel rapporto tra musica e scienza
la soluzione di molti problemi esistenziali
di Bartolomeo Buscema
I greci veneravano Apollo, il Dio della musica e dell'arte, ma anche della
guarigione. Pitagora e i suoi seguaci rappresentavano i corpi celesti
reciprocamente separati da intervalli corrispondenti alle lunghezze armoniche
delle corde. Ritenevano che il movimento dei pianeti, nelle loro rotazioni nello
spazio, producessero un suono. L’eccelso filosofo, che ha vissuto per molti anni
a Crotone, non si sbagliava: la nostra Terra vibra con una frequenza
fondamentale di 8Hz che noi non evidentemente possiamo udire.
Per non parlare della teoria delle
stringhe e superstringhe per le quali la materia a livello infinitesimale è
rappresentata da corde in vibrazione. Insomma, tutto vibra. Anche il nostro
corpo. Nelle culture dell’antichità musica e medicina erano una cosa sola e il
sacerdote medico conosceva il potere del suono per procurare benessere e per
ricostruire l’armonia perduta.
Non sorprende, quindi, che oggi ci sia un filone di ricerca nel quale gli
scienziati cercano, con metodo scientifico, di capire il nesso profondo tra
suono e corpo, anche a livello molecolare, e benessere psicofisico.
Stiamo assistendo sempre più a un riavvicinamento tra la musica e la scienza.
Ne abbiamo avuto conferma, lo
scorso 3 marzo, presso il Parco
della Musica di Roma, in occasione di
un’interessante conferenza svoltasi nell’ambito
della prima edizione di Fonèka – Rassegna sulla voce e il potere del
suono-ideata e diretta da Agata Lombardo, co-prodotta da
Musica per Roma e Associazione Cerretum.
Un approccio multidisciplinare che ha visto, tra l’altro, l’intervento del
professor Carlo Ventura, direttore del Laboratorio di Biologia molecolare e
ingegneria delle cellule staminali dell’Istituto Nazionale di Biostrutture e
Biosistemi (INBB) di Bologna, e del maestro Bruno Oddenino docente di Oboe
presso il Conservatorio di Torino.
Il professor Ventura ha tratteggiato i punti salienti della ricerca presso il
proprio istituto mettendo in luce la capacità delle cellule di esprimere “firme
vibrazionali” del loro stato di salute.
In altre parole, le nostre cellule sono in grado di produrre vibrazioni
acustiche che possono essere trasformate in suoni udibili, fornendo una
valutazione accurata delle proprietà funzionali della cella. Una scoperta, ha
aggiunto Ventura, sulla cui base stiamo lavorando per capire se tramite
l’energia sonora si possa governare il processo di differenziazione cellulare
delle cellule staminali.
Ha proseguito il maestro Oddenino che ha illustrato il sistema BioArmon®, un
approccio olistico che sulla base dell’individuazione del proprio suono
individuale (tonica personale) unico e irripetibile, mira a migliorare lo stato
psico-fisico della persona sfruttando i benefici sia di una consapevole
respirazione, sia della percezione simultanea di suoni, forme, colori, aromi.
A margine della conferenza abbiamo avvicinato il professor Ventura e il maestro
Oddenino ai quali abbiamo posto alcune domande.
1) Professor Ventura, i suoi studi dimostrano scientificamente la capacità
delle nostre cellule di produrre vibrazioni e di esprimere “firme vibrazionali”
del loro stato di salute e della loro potenzialità differenziativa. In che modo
il suono, l’energia sonora, può influenzare e governare quest’ultimo processo
cellulare?
Il suono, sia come vibrazione meccanica che si propaga nel mezzo, sia modalità
quantistica di vibrazione, il fonone (onda e particella che descrive un quanto
di vibrazione in un "reticolo cristallino"), può essere visto come un
"attuatore" capace di cambiare lo stato dinamico, energetico e strutturale,
degli atomi e delle molecole con cui interagisce. Quindi se il bersaglio è una
cellula (o su scala più vasta un tessuto), i "punti" (atomi, molecole, ioni)
della cellula stessa "toccati" dal suono possono entrare in
risonanza
con determinate frequenze incidenti. Tale risonanza implica che la struttura
molecolare possa subire modificazioni architetturali e quindi funzionali.
Pensiamo quindi ai fattori di trascrizione, proteine essenziali per regolare
l'espressione (funzione) dei nostri geni, al DNA, agli istoni e ad altre
proteine nucleari essenziali nel gestire l'architettura del DNA stesso
(epigenetica). Tutte queste "entità" possono essere modificate dall'interazione
con quello cha chiamiamo suono, ovviamente anche con frequenze vibrazionali non
udibili dall'orecchio ma portatrici comunque di vibrazione percepibile a livello
atomico e molecolare.
2)In futuro, potrà mai la musica aiutare
i medici a curarci e a mantenerci in salute?
E’ più che verosimile che in un prossimo futuro si possano individuare suoni,
patterns vibrazionali capaci di ripristinare interazioni molecolari coerenti,
ossia interazioni in grado di "riprogrammare" l'equilibrio armonico delle
interazioni atomiche e molecolari che sono alla base dell'omeostasi e dello
stato di salute cellulare.
3) Professor Oddenino, quali sono le potenzialità della medicina vibrazionale in
un contesto di terapie olistiche?
Ritengo che la Medicina Vibrazionale avrà in futuro uno spazio operativo sempre
maggiore. Gli studi scientifici
sviluppatisi negli ultimi cento anni dimostrano come tutto sia vibrazione:
Einstein affermava che la materia in se non esiste, ma è l’energia che vibra ad
altissime frequenze a darci quest’illusione .
Mi vengono in mente gli studi del
fisico viennese Ernst Chladni, che scoprì il curioso fenomeno per cui se si
dispone su una lastra metallica della sabbia e si mette in vibrazione per mezzo
di un archetto o di un’adeguata percussione, essa si disporrà in modo da formare
figure coerenti, che mutano se muta il timbro dello strumento che le genera.
C’è poi l’esperienza dello scienziato Masaru Emoto che con un particolare
microscopio ha fotografato l’acqua a una temperatura vicina allo zero
evidenziando con le bellissime immagini di cristalli d’acqua di forma esagonale
come il suono possa influenzare in positivo la cristallizzazione verso forme
armoniose e belle.
Molti ancora hanno studiato l’interdipendenza tra suono e forma tra cui
Alexander Lauterwasser, che ha
sviluppato una tecnica sorprendente, in grado di rendere visibili, per mezzo
dell’acqua, suoni e frequenze.
Se consideriamo che l’uomo è composto per il 90 % di acqua, non è difficile
trarre le dovute conclusioni.
4) Quali sono i punti forti del sistema BioArmon® da Lei brevettato?
BioArmon® è un sistema-“strumento” che utilizza la musica, la respirazione, le
forme, i colori, gli aromi e i cristalli per aiutare l’individuo a sintonizzarsi
con la sua intima essenza.
Il metodo funziona utilizzando la sinestesia che è la percezione simultanea di
più sensi che interagiscono in simbiosi, inducendo nel soggetto una presa di
coscienza dei fenomeni sensoriali molto più completa e articolata di quella che
può sperimentare normalmente.
Alla base c’è comunque il suono nella sua espressione e realizzazione più
creativa. Il mio sistema si basa
altresì sul principio che ogni essere umano abbia una sua frequenza dominante:
una nota che lo distingue e lo caratterizza.
Trovando la nota individuale si procede poi a stabilire quali siano i
punti di frequenza che hanno bisogno di energia, oppure sono in sovraccarico,
indi, si crea una musica specifica per il soggetto che ascoltandola, via via, si
sentirà sempre più centrato e consapevole dei suoi punti di forza, più vicino
alla sua missione.
BioArmon® grazie alle sue potenzialità ha una notevole possibilità di diffusione
in svariati settori: è utilizzato, ad esempio, con eccellenti risultati in
centri di ricovero per anziani, in centri ospedalieri quale supporto a diverse
patologie e nelle scuole dell’infanzia e primarie.