a cura di
Giuseppe Prunai
Un’Apocalisse moderna
Un romanzo di fantascienza che si snoda tra
catastrofi, violenze gratuite, lotte feroci per la sopravvivenza e morte
recensione di Mario Talli
Piercarlo L. Visconti: “Erano tutte brave persone” – Romano Editore -
pp 262 - € 14,00
“Quel
giorno in cui tutto cambiò”, come recita il primo capitolo è un giorno di maggio
di un anno qualsiasi, non precisato ma comunque successivo all'anno scorso,
quando avrebbe dovuto avverarsi la catastrofica profezia dei Maya. Poco prima
dell'alba un medico fu svegliato “da un sibilo sottile
che gli attraversò il cervello da parte a parte”, mentre il buio della
notte “era rotto da lampi accecanti” e un caldo assurdo lo faceva grondare di
sudore.
Questo è l'incipit invero poco incoraggiante di “Erano tutte brave
persone”, Romano Editore, romanzo di Piercarlo L. Visconti, un medico
fiorentino che in gioventù è stato cronista di “nera”, in cui si prefigura
nientemeno che la fine del mondo o qualcosa di molto simile che soltanto la
conclusione di una narrazione dai ritmi serrati, in un crescendo di avvenimenti
terrificanti, svelerà compiutamente. Ma per arrivare a questo risultato il
lettore dovrà avere pazienza e prepararsi a letture successive perché una
particolarità piuttosto insolita di questo libro è che il filo del racconto non
si interrompe nello spazio di poco più di duecento pagine fittissime, ma avrà
bisogno di un cammino ulteriore.
Il tratto saliente e per molti versi singolare è la molteplicità dei
significati. Il genere è quello della fantascienza o per meglio dire della
letteratura apocalittica, se non andiamo errati non tanto frequente in Italia.
Oltre a questo non manca la suspense
(non potrebbe essere altrimenti) e l'avventura, ma c'è anche dell'altro,
benché fatto intendere per ora soltanto in modo implicito, ossia una sorta di
ammonimento rivolto agli uomini (e alle donne) di oggi ad avere cura
dell'ambiente in cui ci è dato vivere, poiché il mirabile equilibrio che governa
terra e cielo potrebbe, in un futuro più o meno lontano, risultare compromesso
dai nostri comportamenti.
Principali protagonisti del racconto alcuni medici ospedalieri, qualche
loro familiare o amico e persone
incontrate durante uno spaventoso viaggio costellato di violenza primitiva, di
morti e devastazioni, di crudeli combattimenti all'ultimo sangue per assicurarsi
la sopravvivenza.
La parte iniziale della vicenda si svolge a Firenze e zone circostanti,
su cui si abbatte all'improvviso una sorta di tempesta magnetica accompagnata da
altri spaventosi fenomeni atmosferici di inusitata intensità che in pochi attimi
producono devastazioni, penuria di viveri e di acqua e di ogni altro prodotto
necessario alla sopravvivenza. In estrema sintesi al centro del racconto è il
disperato viaggio di un gruppo di persone attraverso un paesaggio sconvolto alla
ricerca della salvezza. Il gruppo parte dalle colline situate a nord di Firenze,
attraversa la città buia e
semideserta e prosegue fra mille pericoli e difficoltà verso quelle che fino al
giorno prima erano le dolci, verdi e fertili terre del Chianti.
Quale sarà l'epilogo non si può dire e ciò per due semplici motivi. Il
primo è che si farebbe un cattivo servizio al lettore se gli si svelasse
anzitempo la conclusione della vicenda. Come abbiamo già detto, il libro è anche
un romanzo di avventure. Il secondo motivo è ancora più banale: la fine della
vicenda non coincide con la fine del libro (anche questo l'abbiamo in qualche
modo già accennato), ma prosegue riversandosi in un altro libro che accompagna,
tra una costellazione di nuovi accadimenti misteriosi e terrificanti, il
tormentato cammino dei protagonisti o dei superstiti verso una meta “Dove
gridano i gabbiani”, come indica appunto il titolo del secondo volume
pubblicato per i tipi del medesimo editore. Anche qui il quadro d'assieme è il
medesimo, ma l'atmosfera impercettibilmente cambia, il percorso si apre e si
dilata verso orizzonti più ampi, preannuncio delle distese marine e, forse, di
un epilogo meno fosco. Più spazio hanno anche i comportamenti e i caratteri dei
personaggi, le cui psicologie sono analizzate in modo ancora più approfondito.
In conclusione sembra si voglia far capire che forse c'è ancora tempo per
aprire il cuore e la mente alla speranza. Purché non si dimentichi – sembra
suggerire l'autore - che il nostro universo è un sistema fragile e delicato e
perciò deve essere salvaguardato.
Se effettivamente è questo il messaggio che si vuole trasmettere, mai
raccomandazione è giunta più opportuna. Basta una lettura affrettata delle
ultime notizie in materia per apprendere, ad esempio, che il nostro bel Paese
occupa saldamente le posizioni di testa a proposito del consumo del suolo a
causa della cementificazione selvaggia del tutto incontrollata.
Il Libro
bianco Pian di Spagna
Riserva
naturale
Tra
Valtellina e Valchiavenna
recensione di Valeria
Fieramonte
Siamo abituati a considerare le foci dei fiumi
che sboccano nei laghi come luoghi da cui stare alla larga, perché pieni di
capannoni e immondizie: ma al Pian di Spagna – tra
Il libro bianco 2013 – presentato
in occasione della giornata mondiale delle zone umide, il 2 febbraio – fa
il punto sulla situazione: la riserva del Pian di Spagna ( così chiamato per la
presenza dei ruderi seicenteschi del Forte di Fuentes, all’epoca del dominio
spagnolo) e del lago di Mezzola è oggi un’ incantevole riserva naturale,
circondata da montagne, fondamentale luogo strategico come area di rifornimento
degli uccelli dopo migliaia di km di volo.
Negli ultimi 15 anni sono state osservate circa
trecento specie avicole, tra cui alcune belle cicogne bianche, per non parlare
della quantità di anfibi e altri animali.
Molta strada è stata dunque percorsa da quando ,
nel 1997, 42 volontari delle guardie ecologiche e del WWF, dopo un approfondito
monitoraggio, pubblicarono , nel gennaio del 98 il primo libro bianco e
fondarono un osservatorio permanente a tutela della riserva: all’epoca furono
trovate più di 50 discariche abusive , scorie di lavorazioni metallurgiche
e un degrado generalizzato.
A distanza di anni il luogo pare tornato in
parte alla sua naturalità ed è diventato talmente bello da fare gola a
speculazioni edili di ogni genere.
Invece questo piccolo scrigno naturalistico,
poco più di
Con l’aggregazione dello stagno di Peschiera
(Sorico), del Pozzo di Riva ( un piccolo bacino lacustre a nord del lago di
Mezzola) e dell’area pianeggiante di Erbiola ( in comune di Colico: cittadina
sul ramo del lago di Lecco peraltro imbruttita anch’essa da una speculazione
edile forsennata).
La riserva naturale avrebbe bisogno anche
dell’assunzione di almeno altre 4 persone con compiti amministrativi e di
vigilanza, e di un direttore.
La locale sede della Riserva potrebbe diventare
un centro di studi e riflessione se venisse istituito un comitato scientifico.
Per fortuna, gran parte della riserva è anche un
SIC ( Sito di Importanza
Comunitaria) e una ZPS (Zona di Protezione Speciale per gli uccelli): tuttavia
una delibera della Riserva del 2005 che metteva in salvaguardia i terreni
agricoli non è ancora stata ratificata dalla Regione e si è persa nei suoi
meandri.
L’ampliamento e la tutela della riserva
sarebbero un segnale concreto che si intende frenare il capannonificio a fondo
valle: è un impegno sostanziale da chiedere ai nuovi amministratori della
Regione Lombardia.
Loredana
Cirillo, Elena Buday, Tania
Scodeggio: “La terza famiglia” Edizioni Sanpaolo, pp 180, € 15,00
C’è la famiglia naturale, c’è quella virtuale
che i giovani frequentano allacciando relazioni sul web, nei social network, e
c’è la terza famiglia, cioè il gruppo di amici più intimo, il gruppo,
il branco. Alcuni sociologi
hanno paragonato i loro comportamenti a quelli di un branco di babbuini.
Insomma, la famiglia sociale che determina i percorsi di crescita, spesso
basati sull’imitazione. Gli
adolescenti, sostengono le tre autrici, vivono immersi in un mare di relazioni
significative e ne sono influenzati in maniera importante. E ciò avviene in
maniera maggiore rispetto agli adulti che hanno una maggiore autonomia di
pensiero. Loredana Cirillo è psicologa e psicoterapeuta e svolge attività
clinica con adolescenti e genitori. Elena Buday, psicologa e psicoterapeuta,è
docente preso la Scuola di formazione in psicoterapia dell’adolescente e del
giovane adulto. Tania Scodeggio è
psicologa e psicoterapeuta, svolge attività con adolescente e genitori e lavora
all’interno di progetti di prevenzione.