Il centenario di
Giuseppe Dossetti
Partigiano cattolico, padre costituente, grande mediatore,
autentico pacifista
di Lionello Bianchi
Giuseppe Dossetti (soto sotto) avrebbe compiuto 100 anni quest’anno. E’ stato un
personaggio che va ricordato per la sua opera, politica e religiosa. E’ stato un
protagonista che dopo la notte del fascismo ha contribuito a
ricostruire
la democrazia. E’ stato uno dei padri della nostra Costituzione. Si impegnò in
quel periodo post bellico a far sì che il politico cristiano non si lasciasse
coinvolgere nelle insidie della vanità.
Riesce a mediare nei rapporti tra de Gasperi e Togliatti (foto sotto), ponendo
l’accento su una proposta conciliante in grado di rassicurare i sopravvissuti al
razzismo nazi fascista e intere popolazioni devastate. L’accento sulla parola
pace, alla quale si aggrappano politici ideologicamente lontani, proprio quando
il mondo si spezza in un braccio di ferro tra usa e URSS.
Fu proprio lui, Dossetti, a costruire l’articolo 11: “l’Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di
risoluzione di
Controversie internazionali”.
Giuseppe Dosetti fu tra i fondatori della DC subito dopo la resistenza cui diede
il suo contributo pur non avendo sparato, per sua scelta, alcun colpo. Vice di
Alcide De Gasperi, introduce una sua riflessione sul retroterra della DC per
superare l’incapacità di leggere la funzione di partito moderno non legato ad
egoismo e corporazioni.
Ha ispirato l’art. 3 della costituzione: è compito della repubblica rimuovere
gli ostacoli economici e sociali ch impediscono il pieno sviluppo della persona
umana. È stato un fautore dell’equità sociale e distributiva che finisce con
l’opprimere i più deboli.
Dopo aver detto no alla NATO, proprio per la sua idea di pace, che non tollerava
la collaborazione armata alla quale De Gasperi (foto in basso) per ragioni
diplomatiche si è piegato.
A questo punto Dossetti abbandonò partito e parlamento. Si dedicò alla sua
missione di sacerdote, a Monteveglio vicino a Marzabotto dove i nazisti
trucidarono un’intera popolazione tra cui bambini. Non rifiutò di seguire la
gerarchia ecclesiastica così quando l’allora pro segretario del
vaticano Montini gli chiese di candidarsi sindaco a Bologna, lui cattolico,
contro Dozza comunista, non si tirò indietro, lottò sempre con misura e
rispetto. Persa la battaglia, si dedicò al sacerdozio. Nei primi anni del
Concilio
Vaticano
secondo assisté il cardinal Lercaro, preoccupandosi
di rafforzare la separazione tra Stato e Chiesa, fedele all’art. 7 della
Costituzione. Alla fine del Concilio, si appartò e inizio i suo lungo
silenzio. Tra i suoi discepoli, chiamiamoli così c’erano Andreatta e Romano
Prodi.
Si interessa delle lingue morte cercano la verità. Si è trasferito in Israele e
in Palestina, si è avvicinato a padre Enzo bianchi, il cui primo contatto
avvenne a Gerusalemme.
Quando il 5 febbraio 1991 venne abbattuto un cacciabombardiere italiano (era
scoppiata la prima guerra del golfo), rilasciò alcune dichiarazioni amare, tra
le altre questa: “ho l’impressione che non si persegua la pace quando non solo
si dicono parole ambigue, ma si dicono parole bugiarde...” e poi: “...come
italiano autentico costituente potrei dire che molte menzogne si dette al
parlamento italiano, quando per giustificare la partecipazione delle
nostre forze aeronavali si è fatto dire all’articolo 11 della costituzione ciò
che non corrisponde né alla sua lettera né al suo spirito.”
Nel 1994, quando sentì che Berlusconi voleva cambiare la costituzione, ritornò
in Italia e animò i comitati per la difesa della nostra costituzione. Andò da
una città all’altra per mettere in guardia, fino allo stremo quando la malattia
ebbe il sopravvento. E’ sepolto nell’erba che accoglie le vittime di Marzabotto.
Giuseppe Dossetti in una delle sue ultime foto