La scomparsa di Rita Levi
Montalcini
Il 30
dicembre scorso si è spenta a Roma Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la
medicina nel 1986.
Aveva 103 anni. Era nata a Torino il 22 aprile
1909. Il 1° agosto 2001 era stata nominata senatrice a vita dal Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La camera ardente e la commemorazione ufficiale
presso il Senato della Repubblica. I funerali a Torino: vi ha partecipato,
praticamente, l’intera città. Ha detto, nell’occasione, il Presidente
Napolitano: “Si è spenta con Rita Levi Montalcini una luminosa figura della
storia della scienza. Il riconoscimento internazionale che ha premiato un’intera
vita dedicata alla ricerca, ha costituito alto titolo di orgoglio per l’Italia,
che garantirà l’ulteriore sviluppo della Fondazione scientifica da lei creata e
fino all’ultimo curata con passione. La sua ascesa a ruoli elevatissimi – ha
proseguito Napolitano – ne ha fatto un simbolo e un punto di riferimento per la
causa dell’avanzamento sociale e civile delle donne, che l’ha vista
personalmente impegnata anche fuori d’Italia. La fermezza e dignità con cui di
fronte alle persecuzioni razziali del fascismo scelse la difficile strada
dell’esilio ha rappresentato un esempio straordinario nel movimento per la
libertà e la rinascita della democrazia in Italia. La serietà e dedizione con
cui infine ha assolto alla funzione di senatore a vita e l’ha resa ancor più
vicina, nel rispetto e nell’affetto, alle istituzioni e agli italiani”.
“Il
Galileo”, che ha dedicato all’evento un’edizione straordinaria, ripropone adesso
l’intervista rilasciata a Luisa Monini, nel marzo 2007,
dopo che il Premio Nobel tenne una conferenza all’ONU sul tema della
violenza alle donne e alle bambine.
RITA ALL’ ONU IN DIFESA DELLE
DONNE
La sua ricetta contro violenze e
discriminazioni:
Istruzione, istruzione e ancora istruzione per
combattere la povertà, la fame, l’ignoranza. L’istruzione è alla base delle loro
e delle nostre possibilità future.
di
Luisa Monini
La cinquantasettesima sessione della
Commissione sulla condizione delle donne (57 Commission on the Status of
Women) si terrà presso la sede delle
Nazioni Unite a New York dal 4 al 15 marzo 2013. Parteciperanno alla
sessione i rappresentanti degli Stati membri, gli enti delle Nazioni Unite e le
ONG con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC)
provenienti da tutte le regioni del mondo.
La sessione di due settimane includerà una
tavola rotonda di alto livello, dialoghi interattivi e panels ed eventi
paralleli. La sessione del 2013 si concentrerà sulle seguenti aree principali:
•
Tema
principale: eliminazione e
prevenzione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze
(Elimination and prevention of all forms of violence against women and girls).
La prof.ssa Rita Levi Montalcini ha precorso
anche in questo i tempi e nel Marzo 2007, durante la 51 Sessione della C.S.W. ha
tenuto una conferenza sulla
" Violenza contro le donne e le bambine: problemi urgenti e soluzioni"
Incantò tutti Rita quel giorno all’ ONU mentre parlava
della Violenza di genere e dell’ Istruzione alle
donne e ai bambini nei Paesi emergenti e la sua presentazione si concluse con
una standing ovation da batticuore.
Rita Levi Montalcini era particolarmente serena
e soddisfatta mentre, durante l’ intervista che seguì,
mi ricordava che i temi da lei affrontati facevano parte dei Millennium
Development Goals sottoscritti nel 2000 dai 192 Stati membri delle Nazioni Unite
e da raggiungere entro il 2015.
D: Quali gli altri obbiettivi?
R:“ Gli
scopi del Millennio sono otto: dimezzare la povertà estrema e la fame, garantire
l’ educazione primaria universale; favorire l’ empowerment delle donne e
la parità di genere, ridurre
del 66% la mortalità infantile; tutelare la salute materna, invertire la
diffusione delle malattie in particolare l’Aids, la tbc e la malaria, garantire
la sostenibilità ambientale e sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo
“
D: Lei pensa realmente che in questi pochi anni
la fame sparirà dalla faccia della terra? Che tutti i bambini dei Paesi in via
di sviluppo potranno accedere all’istruzione primaria? Che la donna non sarà più
vittima di violenze d’ogni genere?
R:“ No,
non credo”
D: Da anni lei è fortemente impegnata per
raggiungere gli obiettivi di cui parlava prima. Quanti per l’esattezza?
R: “Tanti
quanti sono quelli della mia Fondazione. Nel 2001
ho deciso di dedicare tutto ciò che posso alla Istruzione delle donne dei
paesi in via di sviluppo che ne vengono private perchè erroneamente ritenute
delle incapaci. E ciò non è vero!”
D: Non pensa che questa sia un’arma con la quale
l’uomo, a qualsiasi livello culturale e ceto sociale egli appartenga, vuole
continuare a detenere il proprio potere sulla donna?
R:
“L’uomo dal punto di vista fisico è sicuramente più forte della donna ma nella
società attuale la forza fisica non ha valore alcuno e non ha nulla a che fare
con quella mentale. La forza fisica non è un vantaggio. E’ piuttosto la mancanza
di istruzione a creare la vera
differenza, anche nel sesso maschile. Viceversa si ritiene che la forza fisica,
naturalmente maggiore nel maschio, sia un modo di dimostrare la superiorità del
sesso maschile su quello femminile.
D: Parlando di violenza di genere, si discute
oggi se questa è in aumento reale o solo relativa al fatto che se ne parla di
più. Andando indietro ai tempi
della sua giovinezza, ricorda che se ne parlasse anche allora tanto?
R: “No,
non se ne parlava. Si dava per scontato che l’uomo fosse più forte della donna
fisicamente e si riteneva che la forza fisica riflettesse anche quella
intellettuale. Il che non è vero! Vero invece è che alla donna si nega l’accesso
alla Istruzione per mantenerla in stato di inferiorità! ”
D: La sua Fondazione favorendo l’Istruzione alle
donne dei paesi emergenti consentirà loro di entrare a far parte della vita
sociale e politica del paese. Con quali risultati?
R:
“Difficile fare della futurologia. La donna essendo più affamata di Istruzione
una volta che accede alla stessa la utilizzerà meglio dell’ uomo perchè la
ritiene un privilegio che le è stato negato da sempre. Questo è il fatto! Noi
sappiamo che realmente ci sono differenze tra uomo e donna nel modo in cui i
problemi sono visti e risolti”
D: Si è sempre parlato del lato intuitivo della
donna dipendente, pare, da un
maggior sviluppo dell’ emisfero destro del cervello, rispetto a quello dell’
uomo. Lei cosa ne pensa?
R: “Non è
così semplice. Noi non possiamo dire che l’uomo ha più sviluppato l’emisfero
sinistro e la donna quello destro. Sicuramente l’uomo è più logico, la donna più
intuitiva. Non vorrei banalizzare. Preferisco piuttosto pensare che tra l’ uomo
e la donna non esista tanto una differenza genetica, quanto epigenetica“
D: Vale a dire?
R: “La
donna, sin da quando nasce, è soggetta a messaggi che le dicono che deve essere
aggraziata, bella, ma non necessariamente intelligente. L’uomo riceve altri tipi
di messaggi e cioè che deve essere
forte fisicamente ed intellettualmente superiore. Dunque qui la genetica non
c’entra nulla; piuttosto c’entra il fatto che sin dalla nascita i bambini di
sesso differente vengono istruiti su come comportarsi. Questo è
quello che oggi si sa con certezza! “
D: Facendo riferimento alla differenza di
genere, in molti paesi dove la donna da sempre viene trattata come un essere
inferiore, esistono usanze tribali e alle donne sin da bambine vengono inflitte
violenze fisiche come l’infibulazione e la mutilazione dei genitali che
le segneranno per sempre nel corpo e nella psiche.
R: “E’
vero. La mutilazione sessuale è una tragedia che colpisce ancora oggi milioni di
donne. La bimba sottoposta a mutilazione sessuale da quel momento porterà le
stigmate della sua sofferenza.
Queste
procedure, fatte in qualche modo, hanno conseguenze per la stessa salute della
donna inclusa quella sessuale e riproduttiva perchè si complicano con fistole e
aderenze che riducono il canale del parto e che spesso portano ad infezioni
dell’ apparato uro-genitale.
Oggi si
dà un compenso alle “mammone” che non accettano più di praticare le mutilazioni
sessuali. Per il momento però sono ancora molti i paesi dell’ Africa
sub-sahariana dove persistono queste pratiche che distruggono la personalità
della donna con la violenza fisica e psichica”
D: Da uno studio condotto e pubblicato di
recente dalla rivista giuridica della Facoltà di Legge della Harvard University,
è emerso che fa più vittime la violenza dell’ uomo sulle donne di quante ne
facciano il cancro, l’AIDS, gli incidenti automobilistici e le guerre messe
assieme. E’ dunque veramente indispensabile combattere la violenza in tutte le
sue forme e portare sempre più in alto la bandiera dell’ uguaglianza di genere.
R: “Molto
si sta facendo in tal senso, a cominciare dall’Istruzione che al momento è
negata a circa 800 milioni di bambini appartenenti ai paesi poveri del mondo”
D: Alla Conferenza di Pechino del 1995, lei fu
colpita dalla presenza di numerose donne provenienti dai paesi a sud del mondo,
vestite con i loro abiti tribali, coloratissimi…
R: “E
provviste di biglietti da visita con su scritto il loro indirizzo di posta
elettronica. Segno che, malgrado venissero da paesi dove ancora la violenza
fisica le umilia e ferisce, avevano la volontà e la capacità di captare questi
nuovi modi di intendere la comunicazione e l’istruzione”
D: Quale futuro dunque prevede per le donne dei
paesi poveri del mondo?
R:
“Istruzione e ancora Istruzione per combattere la povertà, la fame,
l’ignoranza. L’istruzione è alla base
delle loro e delle nostre possibilità future”.
Da sempre la prof.ssa Rita Levi Montalcini
rappresenta una guida sicura per tutte le donne che intendono seguirne l’
esempio; non solo nel campo della ricerca scientifica ma anche in quello
dell’impegno umano e sociale e che lottano per i riconoscimenti dei
diritti umani al di là di ogni latitudine, credo religioso e status
sociale. Donne che si preparano a costruire la storia del futuro del mondo
all’insegna dell’amore, della non-violenza e del non potere.