Un interessante iniziativa nel carcere milanese di Bollate

Dalla cella alla tavola

I reclusi potranno frequentare un istituto alberghiero fino al diploma di stato – Già in funzione un servizio di catering tramite una cooperativa – Un progetto di reinserimento nella vita sociale una volta lasciata la casa

di reclusione

 

 

 

 

La seconda Casa di reclusione di Milano Bollate è nota per la sua  politica penitenziaria diretta a valorizzare l'aspetto rieducativo della pena e numerosi sono i progetti -  organizzati con la collaborazione di importanti componenti della comunità sociale esterna - che offrono ai detenuti opportunità di formazione, lavoro, cultura e, appunto, rieducazione.

Questo  “ponte” – che realizza una costante proiezione del carcere verso la realtà esterna e che guarda anche alla futura dimensione di vita dei detenuti - è lo spirito che anima le azioni del sistema noto come “Progetto Bollate” e che ispira anche questa nuova iniziativa.

L’ I.I.S. “Paolo Frisi” è una scuola secondaria superiore, situata nella vicina e problematica periferia milanese di Quarto Oggiaro, che analogamente cerca di collegare la realtà scolastica al mondo esterno e a tal fine si sforza di promuovere progetti innovativi e sperimentali.

Particolare attenzione viene dedicata al rapporto con il mondo del lavoro e alle prospettive occupazionali dei suoi corsi, oltre che alla dimensione dell'integrazione, nell’ambito della quale si collocano ad esempio i corsi destinati agli adulti, concepiti e organizzati con modalità che cercano di soddisfare le esigenze peculiari di tali utenti.

 

Le esperienze di collaborazione già condivise e l'idea del nuovo progetto

Il Carcere di Bollate e il Frisi sperimentano da anni progetti e iniziative dirette a incrociare i rispettivi percorsi e a innestare sinergie proficue per le rispettive finalità, attraverso incontri fra detenuti e studenti, percorsi laboratoriali di riflessione, accoglienza di studenti nella realtà carceraria e attuazione, presso la scuola, di programmi di studio all’esterno per detenuti.

In questo contesto generale è sorta l' “idea” di questa nuova occasione di collaborazione, costituita dall'attivazione, presso il Carcere di Bollate e a cura del Frisi, di un percorso di studio nel settore “alberghiero” per l'acquisizione del relativo diploma di Stato.

La nuova opportunità formativa intende offrire ai detenuti la possibilità, non solo di conseguire un diploma e di valorizzare il tempo della detenzione attraverso lo studio, ma anche di acquisire una  professionalità e di “imparare un mestiere” che gode di un'elevata spendibilità nel mercato del lavoro: conseguendo, in tal modo, anche un efficace strumento per il futuro reinserimento sociale.

Rispetto a questo obiettivo i docenti dei corsi per adulti del Frisi possono spendere la consolidata professionalità acquisita offrendo ai detenuti un'adeguata risposta in termini di motivazione psicologica, di comprensione del percorso individuale e umano, di accompagnamento attraverso le indubbie difficoltà del “ricominciare”. Ciò in abbinamento con la spiccata attitudine dell’indirizzo alberghiero a coinvolgere attivamente gli studenti nell’acquisizione dei “segreti del mestiere” e a renderli immediatamente consapevoli della loro graduale crescita professionale.

Ulteriore valore aggiunto del progetto, poi, è rappresentato dalla possibile sinergia con la Cooperativa “ABC La sapienza in tavola” che già collabora con il carcere attraverso l’apprezzato servizio di catering per cerimonie e occasioni varie: uno di quegli esempi virtuosi del “modello Bollate” che hanno reso famoso questo diverso approccio alla detenzione e hanno contribuito non poco a diffondere anche un modo diverso di guardare alla realtà carceraria da parte del mondo esterno. Gli studenti detenuti, infatti, potrebbero sperimentare subito la professionalità acquisita nell'ambito della Cooperativa e magari svolgere presso la stessa una di quelle attività di alternanza scuola-lavoro che si rivela così efficace e motivante per gli studenti dei corsi ordinari del Frisi e in particolare per quelli dell’indirizzo alberghiero. Infine non si possono trascurare le ulteriori ricadute che una tale esperienza può avere, anche in termini più generali, come esempio virtuoso di cultura della legalità, di sbocchi positivi della rieducazione, di riacquisizione di valori sociali condivisi, di realizzazione dell'obiettivo della reintegrazione nel contesto sociale.

Non mancano le difficoltà logistiche, organizzative, se si vuole anche economiche, per realizzare compiutamente tali risultati e in particolare i primi problemi si pongono per la fase propedeutica del progetto che, nella prima realizzazione sperimentale dell’anno scolastico 2012/2013, non potrà avvalersi di contribuzioni pubbliche ma dovrà reggersi su un autonomo sforzo organizzativo.

 

Ci si propone di concretizzare tale sforzo in un percorso formativo che fornisca ai detenuti la preparazione a sostenere gli esami di ammissione al 2° anno della Scuola Alberghiera come privatisti. Il percorso costituisce così una vera e propria fase di rodaggio dell’attività scolastica già iniziata a novembre per l’anno 2013/2014 con la formazione di due classi.

 

La grande valenza, sotto vari punti di vista, dell’obiettivo giustifica tuttavia un adeguato investimento di energie e professionalità e la richiesta di condivisione e di supporto anche da parte di soggetti esterni, incoraggiando una scommessa tanto ambiziosa quanto entusiasmante.

 

 

IL GALILEO