E’
scomparsa Rita Levi Montalcini
Nobel per la medicina – Aveva 103
anni
E’
deceduta nella sua abitazione romana
Rita Levi Montalcini al Qurinale con il Presidente della Repubblica Napolitano, gli ex presidenti Scalfaro e Ciampi, il Nobel per la fisica, Rubbia
Si è spenta nella sua abitazione romana
la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la medicina.
Aveva 103 anni. Era nata a Torino il 22 aprile 1909. Suo padre, Adamo Levi,
ingegnere elettrotecnico e matematico, e sua madre, Adele Montalcini, apprezzata
pittrice, erano ebrei sefarditi, Rita nacque insieme con la sorella gemella,
Paola, che divenne pittrice, come la madre.
Nel 1936 si laureò in medicina a Torino con 110
e lode e , successivamente, si specializzò in neurologia e psichiatria. Ma le
leggi razziali fasciste del 1938, costrinsero la famiglia ad emigrare in Belgio
da dove fuggirono poco prima dell’invasione nazista.
Nell’inverno del 1940, allestì un piccolo
laboratorio presso la propria abitazione per proseguire le sue ricerche. Dopo la
guerra riprese l’attività accademica. Negli anni cinquanta le sue ricerche
portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della
fibra nervosa o NFG, scoperta per la quale fu insignita, nel 1986, del Nobel.
Ebbe anche altri premi e riconoscimenti e
fu la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Il
1° agosto 2001 fu nominata senatrice a vita. Era socia dell’Accademia dei Lincei
e tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della Scienza.
La salma di Rita Levi Montalcini, sarà composta
domani, 31 dicembre, nella camera ardente presso il Senato della Repubblica dove
si svolgerà la commemorazione ufficiale. I funerali si svolgeranno il 2 gennaio
2013 a Torino, in forma privata.
Numerosi i messaggi di cordoglio del mondo
politico, scientifico-culturale. Citiamo, fra tutti, quello del presidente della
repubblica, Napolitano, del presidente del Senato, Schifani, della Camera, Fini,
e del CNR, Nicolais.
Ha detto il Presidente Napolitano: “Si è spenta
con Rita Levi Montalcini una luminosa figura della storia della scienza. Il
riconoscimento internazionale che ha premiato un’intera vita dedicata alla
ricerca, ha costituito alto titolo di orgoglio per l’Italia, che garantirà
l’ulteriore sviluppo della Fondazione scientifica da lei creata e fino
all’ultimo curata con passione. La sua ascesa a ruoli elevatissimi – ha
proseguito Napolitano – ne ha fatto un simbolo e un punto di riferimento per la
causa dell’avanzamento sociale e civile delle donne, che l’ha vista
personalmente impegnata anche fuori d’Italia. La fermezza e dignità con cui di
fronte alle persecuzioni razziali del fascismo scelse la difficile strada
dell’esilio ha rappresentato un esempio straordinario nel movimento per la
libertà e la rinascita della democrazia in Italia. La serietà e dedizione con
cui infine ha assolto alla funzione di senatore a vita e l’ha resa ancor più
vicina, nel rispetto e nell’affetto, alle istituzioni e agli italiani”.
Il Presidente del
Senato, sen. Renato Schifani ha rilevato, fra l’altro, che “la fiamma della
ricerca ha sempre guidato Rita Levi-Montalcini: nell'esilio costretto dalle
leggi razziali, nel difficile ritorno in patria e poi nelle ricerche, condotte
tra Italia e Stati Uniti, che la portarono a scoprire il fattore di crescita
nervoso, tappa fondamentale per la neurologia, grazie al quale, nel 1986, sarà
insignita del Premio Nobel per la Medicina”.
Per
Gianfranco Fini, presidente della Camera, la scienziata "ha
onorato il nome dell'Italia sulla scena internazionale. La sua lunga e
prestigiosa carriera è stata caratterizzata dalla costante attenzione alle
giovani generazioni alla cui formazione ha dedicato particolare impegno, nella
consapevolezza che la trasmissione della conoscenza costituisce un presupposto
fondamentale del progresso umano". Con
Rita Levi Montalcini scompare una grande italiana animata da un profondo amore
per il suo Paese e per le sue istituzioni democratiche».
Il presidente del Consiglio
Nazionale delle Ricerche. Prof. Luigi Nicolais, ha detto: "La comunità
scientifica perde oggi un autorevole esponente che nella sua lunga intensa vita
ha testimoniato con straordinaria lungimiranza e fermezza il valore e
l'importanza della ricerca scientifica. A lei dobbiamo tanto. Ha sostenuto,
formato, entusiasmato, generazioni di giovani talenti,
abbattuto pregiudizi, liberato energie, spianato percorsi, fatto della
ricerca un baluardo di democrazia. Per questo e non solo, è difficile
sintetizzare in una breve dichiarazione il vuoto che lascia nella comunità
scientifica e in noi tutti, indipendentemente dalle competenze e dai ruoli", Ha
proseguito Luigi Nicolais: "Rita Levi Montalcini ha rappresentato, al di là di
ogni retorica, un pezzo di storia: per lo straordinario valore delle sue
ricerche, che hanno consentito di acquisire nuove e fondamentali conoscenze,
attestato dal premio Nobel, e per la sua testimonianza umana. Di lei ricordiamo
oltre allo straordinario contributo scientifico, il costante e nobile impegno in
campo sociale e l'impulso etico che ne hanno animato l'intera esistenza.
Costretta a espatriare dalle leggi razziali, Levi Montalcini è tornata a
svolgere la sua attività in Italia, dimostrando in tal modo il legame
profondissimo che la univa al nostro paese. E' per noi motivo di commosso
orgoglio ricordare, in questa triste occasione, la sua prolungata collaborazione
con il CNR: dal Centro di Ricerche di neurobiologia, al Laboratorio di Biologia
cellulare, fino all'Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello-EBRI".
Ne va dimenticato il suo
impegno civile e politico. Soprattutto il suo convinto sostegno al secondo
governo Prodi, (dal
17 maggio 2006 al 24 gennaio 2008), quando
con una maggioranza ai minimi termini l'esecutivo del centrosinistra fu salvato
spesso dai voti di senatori a vita come Montalcini,
Andreotti
e degli ex presidenti della Repubblica
Ciampi
e Scalfaro.
Anche per questo si parò di
governo dei pannoloni.
Fu proprio
allora che fu protagonista di una polemica con il neofascista Storace che disse
di volergli recare a domicilio un paio di stampelle.
A questa
ignobile provocazione fascista, la scienziata rispose con una sdegnata letera a
La Repubblica.
Riproponiamo, qui sotto, l’intervista che rilasciò alla nostra collaboratrice
Luisa Monini, in occasione del suo novantanovesimo compleanno.
Così Rita Levi Montalcini in un’intervista del
22 aprile 1909, in occasione del
suo 99esimo compleanno
di
Luisa Monini
“Io non conto gli anni e, anche se ho perso
quasi completamente la vista e l’ udito, grazie ai miei eccellenti
collaboratori, continuo il mio lavoro a pieno ritmo.”
99 anni, un bel traguardo.
E’ seduta nel suo salotto, circondata da fiori e
piante giunti da ogni dove per il suo compleanno. Anche io sono qui per questo.
Sorride e mi invita a sederle accanto per l’intervista che, le ho promesso, sarà
breve.
Cosa le piace della sua professione?
-
Direi che è una scoperta continua, giorno e notte. Sai, io non dormo di notte,
non mangio che poco. Tuttavia il cervello non è molto differente da un tempo, è
modesto dal lato intellettuale, non è modesto nell’impegno che mette nelle cose.
E’ meraviglioso per me continuare a
pensare utilizzando al massimo le capacità cognitive.
Da
giovane, sognava di diventare medico?
- Assolutamente no. Di me non avevo stima. Mi
dicevo: “ Io non valgo niente, l’ unica cosa in me che vale è l’ amore per il
prossimo “. Il mio sogno era quello di andare in Africa con Schweitzer a curare
i lebbrosi. Questo sogno, anche se
in modo differente, lo sto
realizzando adesso, alla fine della mia vita, favorendo, con la mia Fondazione,
l’istruzione delle donne dei Paesi a sud del Sahara.
Se oggi
avesse l’ opportunità di ricominciare la sua vita, rifarebbe tutto ciò che ha
fatto sin qui?
-Ritengo di sì. Ho avuto molta fortuna nella
vita e sa a chi devo dire grazie, più di tutti gli altri? A Hitler e Mussolini.
Sono stati loro che, giudicandomi di razza inferiore, durante la persecuzione
antisemita, mi hanno costretta per mesi a vivere nascosta in casa. Era il 1940
e, nella mia camera da letto, a Torino, avevo allestito un piccolo laboratorio
dove ho condotto le ricerche di neuroembriologia che più in là negli anni mi
avrebbero portato alla scoperta del n.g.f.
( nerve growth factor ) e quindi agli onori di Stoccolma.
Quale
persona nella sua vita ricorda di più?
Mia sorella Paola. Paola e’ stata una persona
che io ho adorato. La mamma anche, ma per me Paola ha rappresentato tutto.
Quale
giudizio l’ha piu’ offesa?
-Quale giudizio? Nessuno. Perché,vedi, non c’è
niente che mi offenda; nulla mi tocca, tutto mi scivola addosso, come acqua
sulle penne di un anatra. Anche l’altro giorno qualcuno ha osato dire che io
avrei dovuto tornare al ghetto. La cosa non mi tocca, io sono totalmente priva
di capacità di recepire l’ offesa. Non ho recettori per l’ offesa!
Verso
quali debolezze ha più comprensione?
-Le mie debolezze coincidono con le mie scarse
capacità intellettuali. Negli altri, individuo come debolezze soprattutto
l’ambizione per la quale non ho comprensione.
Non so se tu hai letto le lettere che ho scritto
a mio nipote Emanuele. Tra l’ altro, gli ho scritto: “ Tu vuoi essere un uomo
perfetto. Il fatto stesso di volerlo è che non lo sarai mai ”. Perché voler
diventare un uomo perfetto, che non esiste tra l’ altro, vuol dire dare
importanza a cose spesso banali.
Che
cos’è l’ amicizia per lei e che cos’è l’ amore?
L’ amicizia per
me è avere qualcuno in sintonia con me, non necessariamente che pensi
come me, ma con il quale io possa discutere. L’ amore, gioia, io non ho mai
vissuto per l’ amore. Da giovane forse ho nutrito un affetto vivo per una certa
persona però era talmente intensa la mia attività sia sociale che
scientifica che l’ amore non ha giocato un ruolo importante nella mia vita.
Avevo tre anni quando decisi di non voler diventare né moglie né madre perché io
ero molto colpita ed offesa dal fatto che a casa nostra tutto era in mano a mio
padre, vittoriano, e la mamma obbediva. Io dissi: “ non sarò moglie, non sarò
madre”. Avevo tre anni quando l’ho deciso e così è stato.
Che cosa
apprezza di piu’ in una persona?
-L’ impegno e l’ onesta’.
Si
ritiene una persona con carisma?
-No, odio il carisma! per me il carisma non vale
niente. Sono quei valori banali tanto cari
ad alcuni uomini di potere. Odio il carisma.
Cos’e’
per lei il successo?
-Per me successo significa riuscire in quello
che io voglio. Non in quello che gli altri
si attendono da me o pensano di me.
La cosa mi lascia abbastanza fredda.
Quanto
della sua vita è stato segnato dalla sua volontà e quanto dal destino?
-E l’ una e
l’altro: la volontà e il destino. Se io, non
non fossi stata giudicata di razza inferiore probabilmente non avrei
avuto l’opportunità di lavorare così intensamente nella mia camera da letto
facendo le scoperte che ho fatto. Il destino dunque, in questo senso, ha giocato
un ruolo determinante.
E’ invece grazie alla mia volontà che tutto si è
poi svolto come da me desiderato e che oggi , alla mia età, sono sempre in
attività e non in pensione…
Si
ritiene ambiziosa?
-No
Timida?
-No
Scostante?
-No
Ritiene
di avere più difetti o più virtù?
-Come tutti, alla pari, e difetti e virtù. Non
ho virtù. ho molti difetti, forse . Ma,vedi, molto spesso i difetti sono delle
qualità. Difficile dunque definirli.
Soffre
di ansia, di solitudine?
-Né ansia, né solitudine. Mai!
Il
bicchiere della vita, lo vede per metà pieno o per metà vuoto?
-Semmai mezzo pieno.
Più
rimorsi o più rimpianti?
-Né l’ uno, né l’ altro
Com’è il
suo rapporto con Dio?
-Agnostica.
Con la
vecchiaia e con la morte?
-Indifferente, anzi felice che nella vecchiaia
il mio cervello funzioni ancora. Per quanto riguarda la morte,
posso dire che sono lieta un giorno di avere la morte.
Un
aneddoto particolare della sua vita?
-Non ho mai fissato la mente al passato, semmai
al futuro.
Quali
sono i suoi prossimi impegni?
-Sono tali e tanti, sia nel campo scientifico
che in quello sociale, che spero solo di avere sufficienti energie per poterli
affrontare e realizzare.
Ha un
motto particolare?
-Non ho un motto particolare ma da anni mi
occupo delle donne d’Africa e del loro futuro. Ecco, il mio motto potrebbe
essere “ il futuro alle donne africane “.
Cosa
pensa del risultato delle ultime elezioni?
-Ho incassato il colpo, continando a lavorare
intensamente. Penso però che il risultato sia andato oltre qualsiasi previsione.
Comunque è presto per giudicare. Vediamo come procederà il nuovo Governo e quali
opportunità il presidente
Berlusconi e i suoi ministri offriranno ai cittadini italiani.