I negazionisti del riscaldamento globale

di origine antropica

 

di Bartolomeo Buscema

Nel vasto insieme delle persone che s’interessano al cambiamento climatico, troviamo i catastrofisti, gli ottimisti incauti, i negazionisti, gli ottimisti seriamente preoccupati. 

Il catastrofista è una persona che vede sempre nero, che tende a fare previsioni pessimistiche della realtà. Noi crediamo che gli allarmi concernenti il futuro del clima globale debbano essere posti nel giusto contesto, fiduciosi che nel mondo sta aumentando la capacità di gestire le sfide del cambiamento climatico.

L’ottimismo è una disposizione psicologica che induce a considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, a confidare nella buona riuscita delle cose. Quando, però, è eccessivo può diventare incauto determinando nelle persone una sopravalutazione delle proprie capacità e una scarsa prevedibilità delle proprie azioni. Quest’atteggiamento è deleterio perché potrebbe portare all’inazione, a un blando contrasto dell’emergenza climatica la quale, purtroppo, sempre più, fa sentire i suoi effetti negativi.

Veniamo, ora, agli scienziati negazionisti del cambiamento climatico.

Ogni studioso o gruppi di studiosi che vogliono pubblicare le loro ricerche mandano i lavori a riviste autorevoli. Prima della pubblicazione, gli editori sottopongono  gli articoli a un gruppo di anonimi revisori esperti in materia. Solo con un riscontro positivo si procede alla pubblicazione. Ciò accade anche per quel che concerne il clima globale. Una volta pubblicato l'articolo, si apre il dibattito tra gli scienziati e se ne misura il consenso o il dissenso. Nei casi in cui il contributo riceve molte critiche, soprattutto nel metodo, accade che l’editore ritratti l’articolo che viene rimosso dagli archivi della rivista con una nota in cui si spiegano le ragioni della ritrattazione. E’ a tutti gli effetti è come se non fosse mai stato pubblicato. Aggiungiamo che una tale censura impone che l’articolo non debba in nessun caso essere usato come base per futuri studi. Oggi, il consenso che l’emergenza climatica dipenda dall’attuale modello di sviluppo, che poggia sui combustibili fossili, è oltre il 97%. Nonostante i negazionisti siano ,ormai, uno sparuto numero di persone, recentemente Springer Nature, uno dei maggiori editori scientifici, ha dichiarato di aver ritirato uno studio , già sottoposto a qualificati revisori, redatto  dal fisico nucleare, Gianluca Alimonti, insieme a  Luigi Mariani, Franco Prodi e Renato Angelo Ricci, perché presentava conclusioni fuorvianti sull'impatto del cambiamento climatico. Purtroppo, non sono del tutto sopite certe campagne negazioniste finanziate da gruppi che hanno interesse che le cose stiano come sono: consumo crescente di petrolio, gas naturale e forse anche di carbone. Un cocktail micidiale per il clima, ma sicuramente un elisir di lunga vita economica per quelle lobby che guardano all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili con sospetto. Ricordiamo che economia e ambiente hanno un nesso non sempre palese. Molti negazionisti del recente passato sono figli del neoliberismo che propugna la crescita economica illimitata, l’autoregolamentazione del mercato, la non tassazione dei prodotti inquinanti. Tutto ciò per proteggere gli interessi di alcune élite che si sono abbondantemente arricchite con lo sfruttamento, spesso irresponsabile, dei combustibili fossili. Infine, gli scienziati ottimisti seriamente preoccupati , e noi tra loro, sono quelli che guardano con diffidenza ai catastrofisti o come qualcuno li chiama profeti di sventura; ai negazionisti, agli ottimisti incauti. Evocare catastrofi imminenti non solo è fuorviante, ma non fa bene alla causa di chi vuole davvero cambiare il corso degli eventi. Il riscaldamento globale è un problema reale che rischia di innescare in futuro dinamiche climatiche molto pericolose e irreversibili. Per fortuna, c’è ancora un margine di manovra per evitare il peggio. Il riscaldamento globale è ormai un’evidenza scientifica corroborata da molti studi che sempre più convergono sul fatto che ci sia un nesso causa- effetto tra l’aumento dei gas serra di origine antropica e l’aumento della temperatura globale terrestre. Per avere un’idea corretta dei problemi del cambiamento climatico globale non bisogna essere super esperti: è necessaria una solida capacità generale di giudizio, senza fidarsi di certi elzeviristi parrucconi, imbonitori scientifici, ipersemplificatori di turno.

Il Galileo