Parlarne o scriverne non è la stessa cosa
La cerimonia inaugurale
di Luisa Monini
L'incontro annuale dei premi Nobel a Lindau deve essere vissuto per capire
l'intero potenziale rivoluzionario che lo distingue da altri eventi scientifici
internazionali.
Un po' di storia. Il primo meeting a Lindau fu organizzato nel 1951, alla fine
della seconda guerra mondiale, per riabilitare il mondo scientifico tedesco agli
occhi del mondo. Sono stati i medici di Lindau Franz Karl Hein e Gustav Wilhelm
Parade che hanno prospettato al conte
Lennart Bernadotte di Wisborg
(nato principe di Svezia[1] e duca di Småland[1], divenne conte di
Wisborg il 2 luglio 1951) l'idea di un incontro di Premi Nobel a Lindau, poco
dopo esteso anche ai giovani
scienziati. Da allora hanno partecipato al Nobel Meeting di Lindau circa 35.000
giovani ricercatori, dottorandi e post-doc.
La loro esperienza del Meeting può essere solo una volta nella vita, ma
rimangono membri permanenti della Lindau Alumni Network e ambasciatori per il
dialogo scientifico. Sembra una bella favola, una pietra preziosa oggi
incastonata in un contesto internazionale socio-economico, politico e culturale
nel quale lo scollamento tra ciò che la Scienza produce e insegna e ciò che
l’uomo apprende ed utilizza è sempre più evidente, nel bene come nel male. Ma
Lindau, con la sua luce, è come il grande faro che ne illumina la baia; porto
sicuro per tutti quelli che vedono nel progresso scientifico il metodo
scientifico, l’ unica vera cura per i mali del mondo.
Mario R. Capecchi
E’ proprio sull’ importante aspetto del valore della ricerca scientifica e delle
sue applicazioni che la Contessa
Bettina Bernadotte di Wisborg, Presidente del Consiglio di Lindau Nobel Meeting,
ha impostato il suo discorso inaugurale nella Inselhalle affrontando
anche il grande problema della diversità "Oltre alla questione di come gli
incontri affronteranno il cambiamento climatico e l'intelligenza artificiale in
futuro, la diversità continua ad essere molto importante e siamo fermamente
convinti che una maggiore diversità ci aiuterà
a raggiungere più efficacemente il nostro obiettivo 'Educare. Ispirare.
Connettere”. La Presidente ha inoltre ricordato che viviamo in un mondo in
conflitto e che, a maggior ragione, l’evento annuale di Lindau vuole
rappresentare una
dichiarazione di speranza e di fiducia in un futuro migliore grazie alla
convinzione del forte potere dello scambio tra culture e generazioni, e su ciò
che questo scambio è in grado di produrre nell’ immediato e nel futuro;
sopratutto per la Pace nel mondo e, a tal proposito, 150 Premi Nobel
hanno firmato una “Call for Peace” avviata dalla Società Max Planck e
sostenuta da Lindau Nobel Laureate
Meetings.
Tornando alla settimana dei lavori appena conclusi, è giusto ricordare che, a 72 anni dalla sua istituzione, i temi dibattuti sono quelli che stanno cambiando, e ancor più cambieranno, le sorti dell’ umanità nei differenti settori: salute, ambiente, energia, commercio internazionale, competitività, mercati del lavoro, innovazioni delle ricerche di base ed applicate, intelligenza artificiale e innovazione tecnologica.
L'autrice dell'articolo, Luisa Monini, con tre giovani ricercatrici
Giornate di vera e propria immersione nei differenti campi della Scienza da
parte sia degli oltre seicento giovani ricercatori, selezionati
da rigorose commissioni
internazionali e provenienti da ogni parte del mondo, sia dei 40 Premi Nobel
presenti a Lindau.Vale qui la pena sfatare il mito dei giovani senza più ideali
e scopi da raggiungere nella loro vita così come quello degli scienziati con la
testa perennemente tra le nuvole e con interessi completamente diversi da quelli
dei comuni mortali.Seguendo i lavori di Lindau
è facile comprendere che tutta la scienza da loro trasferita ai giovani
deriva da una profonda conoscenza e interesse per l'uomo, il suo futuro e quello
del mondo. Il Lindau Nobel Laureate Meeting di quest'anno è stato dedicato alla
Fisiologia/Medicina, quindi molti degli argomenti trattati dai Nobel hanno
riguardato la salute e le malattie, da quelle rare a quelle che più spesso fanno
notizia.
Alcuni esempi pratici e comprensibili:
Ada E. Jonat, Nobel per la Chimica 2009, per aver mappato a livello atomico i
ribosomi, organelli cellulari che forniscono l’ energia
agli esseri viventi. Con importanti ricadute in campo clinico nella lotta
agli agenti patogeni resistenti agli antibiotici. Ada Yonath ha
parlato di ciò che viene fatto per il controllo specifico della specie di
batteri resistenti agli antibiotici. Infatti i ribosomi batterici dovrebbero
diventare l'obiettivo più importante dei nuovi farmaci.
Aaron Chiechanover, Nobel 2004 per le sue scoperte sulla degradazione proteica
in un periodo in cui si studiava solo la sintesi delle proteine, ha parlato
della medicina delle 4 P dei nostri giorni: Personalizzata, Preventiva,
Predittiva e Partecipativa.
“Non possiamo dominare le malattie e i bisogni delle persone: ogni paziente deve
essere coinvolto personalmente ed essere libero di accettare o rifiutare il
trattamento. Ciechanover ha anche sottolineato che anche se oggi, grazie alla
trascrittomica, proteomica e metabolomica, possiamo conoscere rapidamente il
profilo genetico di una persona, il loro RNA, le loro proteine e i loro piccoli
metaboliti, la conoscenza della loro vita è una realtà che deve essere valutata
anche per quanto riguarda le implicazioni personali, familiari, sociali ed
etiche.
Martin Chalfie, Nobel per la Chimica 2008 per la sua scoperta e sviluppo delle
proteine fluorescenti verdi (GFP),come marcatore bilogico. La Green Fluorescent
Protein è regolata da un gene che può essere inserito nei genoma di altri
organismi. Questo metodo ha accelerato tutti i meccanismi di studio e di
comprensione della biologia cellulare. Prendere una medusa dall’Oceano Pacifico,
capirne il segreto e riuscire a vedere i processi vitali nell’intero campo della
biologia: superbo esempio del
valore della ricerca di base e di come dall’osservazione casuale ma attenta ed
intelligente di una luminescenza verde ai bordi della campana di una medusa, la
Aequorea Victoria, si sia giunti, attraverso complessi interventi di
bio-ingegneria e genetica molecolare, allo studio dei processi biologici in vivo
e alla diagnosi e monitoraggio di alcune malattie dell’ uomo, come le malattie
neurodegenerative ed i tumori.
Tra i Premi Nobel più giovani ve segnalata Emmanuelle Charpentier, Nobel per la
Chimica 2020 per aver scoperto uno degli strumenti più affilati della tecnologia
genetica: le forbici genetiche CRISPR/Cas9. Una tecnologia ha anche attirato
l’interesse dell’industria farmaceutica e biotecnologica, non solo per sfruttare
il suo potenziale per semplificare la bioproduzione e lo screening, ma anche per
applicarla al potenziale trattamento di gravi malattie umane.
All’ insegna del motto “ Educare, Ispirare, Connettere” il 30 giugno si è
conclusa la settimana della Scienza di Lindau che,sul sito
www.Lindau-nobel.org
può offrire forti emozioni anche a chi non ha avuto l’ opportunità di
parteciparvi.