di Luisa Monini
L’anno in corso è al suo sesto mese di vita ma lo scenario che si presenta ai
nostri occhi non è molto diverso da quello trascorso: guerre fratricide, crisi
socio-economica globale, la terra che si spacca e causa migliaia di morti, i
profughi che perdono la vita in mare e tutti noi che piano piano ci stiamo
abituando a questi drammatici episodi,
scotomizzandoli e iniziando a credere che siano ineluttabili, quasi che
nulla dipendesse da noi stessi: da come abbiamo abusato ed ancora abusiamo delle
risorse del nostro pianeta, da come è stata ed è gestita
la salute globale con scandalose disuguaglianze tra i paesi ricchi e
quelli “ emergenti “ in termini di approvvigionamento di cibo, farmaci e cure. E
a poco o nulla valgono gli annuali G 20 con le principali economie di Paesi che
costituiscono l’80% del PIL globale, nonché il 60% della popolazione del
pianeta, per pianificare la lotta al cambiamento climatico e alle migrazioni,
per favorire la digitalizzazione, l’occupazione, i sistemi sanitari, la parità
di genere e gli aiuti allo sviluppo ed altro ancora. A nulla valgono, se siamo
ancora qui, ad assistere a Stati egemoni che ne invadono altri seminando
distruzione e morte, se si pensa di raggiungere la Pace solo con le armi, se si
discute ancora del fatto che il virus SARS- Cov. 2 sia stato fabbricato in
laboratorio e poi ” accidentalmente” fuggito
dagli stessi o piuttosto non sia frutto degli allevamenti intensivi di
bestiame che non sono solo luoghi di sofferenze per gli animali, ma anche luoghi
dove si diffondono agenti patogeni pericolosi come il virus H5N1, responsabile
dell’influenza aviaria, che, dopo aver fatto una strage di uccelli, si sta
diffondendo in altri mammiferi con la possibilità
che possa, ancora una volta, colpire l’ uomo.
Lo spillover, ovvero il salto di specie, è il meccanismo biologico con il
quale i virus non umani mutano riuscendo a replicarsi nella cellula umana,
infettandola, con risultati imprevedibili e a volte disastrosi. Un rapporto del
WWF in piena pandemia di SARS-CoV-2, aveva mostrato che molte delle malattie
emergenti sono conseguenza di comportamenti umani errati, tra cui la
deforestazione, il commercio illegale e incontrollato di specie selvatiche e il
nostro impatto sugli ecosistemi. E’ logico dunque chiedersi quale contributo
possa venire dalla scienza e dagli scienziati per un futuro che sia migliore di
questo drammatico presente. Tempo fa ho posto questa domanda a Christian René de
Duve ( 1917-2013) premio Nobel per la Medicina 1974 e lui rispose: “ Abbiamo il
dovere di metterci in gioco, di adoperarci, di far pesare tutta la nostra
autorevolezza per sensibilizzare l' intera collettività ed i grandi della terra
agli enormi problemi umani,
sociali, politici, culturali ed ambientali dei nostri tempi. Ma dobbiamo anche
rivolgere un costante appello come
esseri umani ad altri esseri umani, se vogliamo che l’ umanità si salvi”. E alla
mia richiesta di lanciare un appello ai giovani ricercatori, ai futuri
scienziati di domani, disse:“ Pensate in modo diverso, ricordate la vostra
umanità e dimenticate i vostri
immediati interessi che possono danneggiare il futuro. Fate quello che noi non
abbiamo fatto ”. ( l.m.)
BRESCIA E BERGAMO
CAPITALE DELLA CULTURA ITALIANA 2023
Per la prima volta, da quando nel 2015, per decreto del Ministro dei beni e
delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini è stata istituita l’
iniziativa “ Capitale italiana della Cultura” questo ambito titolo ( che include
un finanziamento di un milione di euro allo scopo di favorire le attività
culturali, valorizzare i beni culturali e paesaggistici e migliorare i servizi
rivolti al turismo) è stato conferito a due città, Brescia e Bergamo che, unite
nella volontà di «Crescere Insieme», danno vita a una sola Capitale.
Il progetto Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 è nato come
segno di speranza, orgoglio e rilancio. Un necessario momento di bellezza dopo
la drammatica esperienza pandemica. Una forte volontà dei Sindaci dei due
Comuni, insieme a tutte le Istituzioni dei rispettivi territori, abbracciata dal
resto del Paese. Un progetto di altissimo profilo per indicare le possibili
risposte alle grandi sfide del nostro tempo , che Bergamo e Brescia hanno
individuato e sviluppato attingendo da una comune linfa culturale. Bergamo
Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 è la testimonianza di una possibile
rinascita attraverso la scelta consapevole della cultura, come elemento centrale
per la formazione civile, la creazione delle competenze, il lavoro e la tenuta
sociale ed economica.
Nel progetto Brescia e Bergamo, Capitale italiana della Cultura si inserisce
anche il Progetto “ Salute in Comune”
alla sua 7ma edizione.
CONFRONTI A PIU’ VOCI:
SALUTE IN COMUNE BRESCIA E BERGAMO
CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2023
Salute in Comune è progetto di informazione, formazione e divulgazione su grandi
temi di attualità medico scientifica riguardanti la salute e il benessere dei
cittadini e del pianeta.
La Fondazione Giorgio Brunelli, con il patrocinio e il supporto incondizionato
del Comune di Brescia, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Brescia,
dell’Università degli Studi di Torino, dell’ Università di Roma LUMSA,
dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Brescia, dell’Ordine
dei Farmacisti della Provincia di Brescia, dell’ Ordine delle Professioni
Infermieristiche di Brescia, di UGIS, FAST e UNAMSI, del Corriere della Sera
come media partner, ha pianificato per il 2023 la realizzazione di un ciclo di 7
seminari dedicati all’approfondimento di tematiche di grande attualità ed
interesse socio-sanitario, bio-etico ed economico riguardanti la cultura della
salute e del wellbeing della popolazione legata al territorio, all’ ambiente, ai
fenomeni migratori, agli avanzamenti della ricerca scientifica nelle cure
mediche e chirurgiche e nella tecnologia, al fine di promuovere processi di
consapevolezza e di empowerment per scelte di vita salutari e per mantenere
sempre vivo l’interesse dei media sui tanti problemi che affliggono la salute
psico- fisica delle persone.
Gli incontri, che erogano crediti formativi ai giornalisti previamente iscritti
sulla piattaforma informatica dell’
Ordine dei Giornalisti, sono aperti anche al pubblico e si tengono, a cadenza
mensile, presso il Salone Vanvitelliano del Comune di Brescia o in altra
location offerta dal Comune stesso.
Il format di Salute in Comune 2023 si presenta leggermente diverso da quello
degli anni precedenti perché gli argomenti scelti, sono tutti in relazione alla
Salute come fil rouge degli eventi drammatici che hanno fatto sì che Brescia e
Bergamo fossero nominate Capitale Italiana della Cultura.
Come nelle altre edizioni, eccellenti relatori animano i tavoli dei seminari a
cominciare da quello del 17 febbraio, il primo, dedicato a “Cosa imparare dalla
Pandemia tra passato, presente e futuro”.
I Seminari sono coordinati da Luisa
Monini e Laura Palazzani
Luisa Monini, medico chirurgo, specialista in Igiene e Salute Pubblica,
giornalista scientifico, Presidente della Fondazione Giorgio Brunelli
Laura Palazzani, bioeticista prof. Ordinario di filosofia del diritto Università
LUMSA- Roma, membro ordinario del Consiglio Direttivo della Pontificia Accademia
per la Vita nonché Membro del
Consiglio scientifico Treccani.
I seminari sono trasmessi in
diretta streaming sulla pagina facebook della Fondazione Brunelli:
https://www.facebook.com/FondazioneGiorgioBrunelli
Qui di seguito le date e gli argomenti individuati dalle coordinatrici dei
Seminari ed i razionali di tutti gli incontri.
SALUTE e PANDEMIA
COSA IMPARARE DALLA PANDEMIA TRA
PASSATO, PRESENTE E FUTURO
17 FEBBRAIO
Il primo seminario di Salute in Comune
2023 si inserisce tra gli eventi con i quali Brescia e Bergamo celebrano la loro
nomina a “ CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2023” IN QUANTO città simbolo di
rinascita dopo i drammatici eventi vissuti insieme durante la prima violenta
ondata pandemica del 2020. Tre anni sono passati dal mercato umido di Whuan e
dal virus sconosciuto che ha invaso il mondo seminando morte e sconvolgendo
equilibri geopolitici ed economici
a livello mondiale. Questi anni però non sono passati invano ed oggi sappiamo
cosa fare e come comportarci davanti a possibili nuove ondate. In tempi record,
inimmaginabili solo pochi anni or sono, la ricerca scientifica ha messo a
disposizione della popolazione mondiale vaccini rivoluzionari e terapie
specifiche particolarmente efficaci. Oggi dunque non dobbiamo più farci prendere
di sorpresa né dal Covid 23, nè dalle sue varianti e sottovarianti, anche le più
maligne. La Pandemia ha svelato drammaticamente criticità alle quali bisogna
porre rimedio: dalla rete territoriale emersa come l’ anello debole
del SSN. ai limiti
dell’ospedalo-centrismo; dalla mancanza di una programmata ed adeguata
interazione tra medicina specialistica e medicina del territorio, alla necessità
di migliorare l’integrazione di servizi socio-sanitari per l’assistenza
domiciliare; dall’importanza dell’educazione del personale sanitario al
trattamento dei malati in pandemia negli ospedali, nelle residenze per anziani,
nelle carceri, nei luoghi di comunità.
È anche emersa l’intrinseca difficoltà di comunicare il lavoro di ricerca della
conoscenza scientifica e la sua diffusione.
Tutti noi siamo stati spettatori passivi e spesso stupefatti dei tanti
soloni che, in prima serata tv, ci davano informazioni spesso contraddittorie
tra loro, generando confusione, se non
panico, tra la popolazione.
SALUTE E
TECNOLOGIE DIGITALI
10 MARZO
Le prime applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito della salute
hanno riguardato il riconoscimento delle immagini per la diagnostica; in
particolare, per la diagnostica per immagini, gli algoritmi di deep learning
consentono di accelerare l’attività di riconoscimento e classificazione di
immagini, siano esse TAC, Risonanze Magnetiche, o scansioni di vetrini e quindi
supportano radiologi, patologi, dermatologi, oftalmologi nella fase di
diagnostica, con la prospettiva, per gli operatori, di doversi confrontare, più
o meno a breve termine, con sistemi esperti in grado di modificare
significativamente i percorsi diagnostici e terapeutici, le modalità decisionali
del Medico e, in ultimo, anche il rapporto Medico-Paziente. Ma non esiste solo
l’Intelligenza Artificiale, ci sono altre tecnologie che sono di supporto al
mondo della salute. Ad esempio, la Realtà Virtuale che proietta il chirurgo in
un ambiente totalmente virtuale
all’interno del quale il chirurgo stesso può interagire e controllare ogni suo
movimento e può imparare e affinare la tecnica operatoria in totale sicurezza.
La tecnologia digitale entra anche nella ricerca farmacologica con il drug
design che consente di creare molecole sempre più mirate al bersaglio biologico.
A fronte di questi sviluppi tecnologici, tutti i medici saranno chiamati ad
impiegare gli strumenti offerti dalla digitalizzazione, a partire dalla
scheda sanitaria per poi comprendere anche tutti gli strumenti di diagnosi da
integrare con la cartella medica. La digitalizzazione della salute dunque in
prima linea come in prima linea deve essere l’impegno a colmare il divario
digitale intergenerazionale per un accesso costante e sicuro a tutto quanto
concerne le cure di una medicina sempre tecnologica ma che, non per questo deve
essere solo virtuale.
SALUTE E ECONOMIA
21 APRILE
Sin dalla sua istituzione, il Servizio Sanitario Nazionale è stato
caratterizzato dai principi di universalità ed eguaglianza, vere e proprie
colonne portanti della riforma del 1978 che si apriva con l'affermazione
espressa che "il S.S.N. è costituito dal complesso delle funzioni, delle
strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al
mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la
popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo
modalità che assicurino l'eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio".
Nessun provvedimento, in Italia, è mai riuscito ad esprimere principi tanto
elevati. Organismi internazionali
ed evidenze scientifiche sostengono la superiorità dei sistemi universalistici,
meno costosi e più equi rispetto a tutti gli altri ma ad un sistema sanitario
chiediamo che sia non solo funzionale ed efficiente, ma anche giusto e la crisi
economico-finanziaria che da anni colpisce il nostro Paese sta imponendo al
sistema di welfare revisioni e ridimensionamenti che rischiano di penalizzare le
persone più fragili e povere del Paese alle quali non è più possibile accedere a
quelle forme di assistenza che hanno contribuito, pur se con qualche difficoltà,
a fornire una risposta alle loro esigenze. E se questo accade nel nostro Paese,
notoriamente considerato il più virtuoso al mondo dal punto di vista
assistenziale, il conflitto tra la distribuzione delle risorse sanitarie e le
esigenze della giustizia è stridente se consideriamo l’insieme del pianeta.
Sulla base del recente “rapporto sulla situazione sanitaria nel mondo”, redatto
dall’OMS, possiamo affermare che la situazione patologica delle popolazioni dei
paesi industrializzati e di quelli emergenti, si presenta con tratti marcati non
solo di differenza, ma di differenza ingiusta. Nei paesi sviluppati, ci si
ammala, e spesso muore, delle cosiddette malattie del benessere ( malattie
cardio-metaboliche e cancro ), mentre la situazione nei paesi non
industrializzati presenta un quadro in cui le malattie infettive e parassitarie
predominano e la speranza di vita è molto ridotta. La mortalità infantile nei
paesi più poveri del mondo è 20 volte più alta che in Occidente: “una situazione
― commenta l’O.M.S. ― non solo evitabile, ma anche imperdonabile, che riflette
la mancanza di premura della comunità mondiale a colmare l’abisso che separa i
paesi sviluppati da quelli non sviluppati sul piano sanitario”.
SALUTE ED ETICA DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
12 MAGGIO
Il rapporto uomo-natura nel passato era assai differente dall’ attuale; i nostri
avi, infatti, davano per scontato che la natura, in quanto ambiente che da
sempre li avvolgeva e inglobava e quindi spazio della loro stessa esistenza,
fosse stabile, inattaccabile e in grado di rimarginare le eventuali ferite che
le potevano essere causate, più o meno volontariamente, per soddisfare i propri
bisogni e garantirsi la sopravvivenza. E così l’uomo per secoli ha continuato ad
intaccare gli equilibri ecologici sino ad arrivare ai nostri giorni in cui, il
progredire della scienza in campo tecnologico, unitamente al bisogno sempre più
pressante di salute e benessere, sta portando l’ intera umanità ad un punto di
non ritorno. Oggi é quindi mandatario non considerare più l’ ambiente come mero
oggetto di sfruttamento e rapina, piuttosto adeguarsi alle sue leggi e tutelarne
integrità e bellezza. Occorre, in una parola, che l’ uomo si riappropri di
quella saggezza antica ma pratica, a lungo occultata dal suo delirio di
onnipotenza, che gli consenta di commisurare i mezzi ai fini. Papa Francesco su
Laudato Si’, nella Enciclica sulla Cura della Casa Comune, scrive “Le
ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’analisi del
funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi
modi di comprendere la realtà …Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più
possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte
del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le
interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali”.
SALUTE ED ETICA PUBBLICA
16 GIUGNO
Come coniugare sanità pubblica ed etica? La prima mira a promuovere e proteggere
la salute fisica, mentale e sociale ed a ridurre la diffusione delle malattie,
adottando
una prospettiva collettiva.
L’etica è attenta alla diversa relazione che le persone hanno con la sanità
pubblica e con il medico.
E così mentre la sanità pubblica
coinvolge personale medico e richiede una forte base biomedica, allo stesso
modo, la professione dei singoli medici è inserita in una realtà regolata da
politiche e normative definite.
Tutto ciò conduce ad un aspetto centrale per quanto riguarda l’etica riferita
alla sanità pubblica e, precisamente, la relazione tra quest’ultima e la
bioetica
propriamente detta con il riconoscimento
del ruolo fondamentale ricoperto dal contesto sociale e comunitario sia per la
promozione della salute individuale, sia per la qualità della salute pubblica.
IL VALORE DELLA RICERCA PER LA SALUTE DI TUTTI
7 LUGLIO MATTINO
La presenza del Nobel per la Chimica Aaron Ciechanover al seminario di Salute in
Comune del 7 luglio dedicato al valore della ricerca per la salute di tutti, ha
un suo particolare valore perché lui, da chimico, ha scoperto una proteina, l’
ubiquitina, in grado di favorire la distruzione di proteine danneggiate che,
accumulandosi nelle cellule nervose, le porta a morte. La conoscenza di questo
meccanismo ha dato il via ad ulteriori
ricerche per combattere le diverse forme di demenza. Questo fatto si
ricollega al pensiero del Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini che
sosteneva che, una volta crollate le barriere che avevano a lungo isolato il
cervello dalla maggior parte dei suoi studiosi, in tanti avrebbero potuto
contribuire alla sua conoscenza; e tra questi includeva matematici, fisici,
chimici, informatici, chirurghi, farmacologi. Gli avanzamenti nel campo della
ricerca scientifica Le hanno dato ragione e oggi, grazie anche ad Istituti come
il Mario Negri ed al suo fondatore prof. Silvio Garattini, la ricerca avanza
spedita: dalla formazione alla
ricerca clinica, dalla cura delle malattie rare, all’ impegno nel promuovere
una sanità che consenta un accesso alle cure più sostenibile e inclusivo
per tutti.
DALLA RICERCA ALLE APPLICAZIONI CLINICHE PER LA CURA DELLE PERSONE CON
DISABILITÀ: WALKING PROGRESS
7 LUGLIO POMERIGGIO
Steve Jobs sosteneva che“Non è possibile unire i puntini guardando avanti,
potete unirli solo girandovi e guardando indietro. Quindi dovete avere fiducia
nel fatto che in futuro i puntini in qualche modo si uniranno...” ad intendere
che tutto ha un senso, anche ciò che sembra difficile e inspiegabile al momento.
Sembra un pensiero al limite del paradosso ma così non è
e i puntini delle ricerche che mirano ad aiutare le persone con
disabilità motoria e sensitiva
convergono sempre più tra loro a formare
non già l’ immagine di una
sedia a rotelle ma quella di una persona che muove, pur se rudimentalmente, i
suoi passi verso un futuro
decisamente migliore. Walking progress è dedicata
ad una grande speranza, quella
che molti
giovani, rimasti paralizzati agli arti in seguito a gravi incidenti sul
lavoro, in strada o durante attività sportive, hanno
di poter tornare a camminare, di poter parlare con le persone che amano
guardandole negli occhi e non dal basso all’ alto. Speranza oggi alimentata dai
successi della ricerca nel campo
della neuroriabilitazione, della robotica , della bio-ingegneria e
della neurochirurgia con
neuroriparazione e
neurorigenerazione della zona midollare lesa.
I due seminari erogano crediti formativi ai giornalisti ( 8 tra mattina e
pomeriggio) ed ECM ( 7 tra mattina
e pomeriggio) per i medici di tutte le specialità
Per i giornalisti è necessario, come sempre, iscriversi sulla piattaforma dell’
Ordine Regionale Lombardia andando
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https://www.formazionegiornalisti.it
per i medici bisogna andare sul sito web del provider al link
https://symposiamc.com/congressi/