È il momento di rimboccarsi le maniche
di Bartolomeo
Buscema
Siccità e alluvione. Due termini che sono entrati e che entreranno sempre più
spesso nelle nostre case. Molti si chiedono che cosa stia succedendo al clima,
che sembra impazzito, e vogliono dagli scienziati una risposta che
necessariamente deve essere semplice e chiara. Un compito arduo perché una
risposta semplice a un fenomeno complesso quello quale del clima globale rischia
la banalizzazione; per i nostri scopi è forse meglio sfogliare i recenti
rapporti IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) che con
l’eloquenza propria dei numeri ci danno un quadro globale dell’emergenza
climatica e le possibili soluzioni. Tentiamo qui una breve sintesi. La
temperatura media globale della
nostra Terra sta continuamente aumentando con impatti diffusi e disastrosi che
colpiscono la vita di milioni persone. E’ un riscaldamento, relativamente
repentino, se considerato su scala geologica, che ha già determinato un
incremento della temperatura media globale di 1.1°C rispetto all’era
preindustriale. Gli effetti sono noti: aumento delle ondate di calore, siccità e
inondazioni; eventi meteorologici estremi difficili da gestire, come hanno
palesemente mostrato le recenti cronache climatiche che hanno colpito
principalmente l’Emilia-Romagna. E’, quindi, più che mai è urgente adottare
misure di adattamento ai cambiamenti climatici già in atto e ridurre
drasticamente le emissioni di gas serra, consapevoli che solo una parte
dell’anidride carbonica già rilasciata in atmosfera sarà assorbita dalle foreste
e dal mare. Ciò significa che ci vorranno decenni prima di avere un sensibile
decremento dell’anidride carbonica e della temperatura media globale. Ma bisogna
pur cominciare, preoccupandoci nel breve termine di non oltrepassare la soglia
di aumento di 1,5°C entro la fine del secolo. Una soglia da non oltrepassare se
si vogliono scongiurare gli effetti devastanti e irreversibili sull’ecosistema
globale e sulle generazioni future. Le scelte sono molteplici, fattibili ed
efficaci come da qualche lustro affermano gli scienziati. È solo una questione
di volontà politica, fino a oggi quasi inesistente, e di certe lobby che hanno
interesse a vendere combustibili fossili. Ritornando ai report dell’IPCC
leggiamo che è quanto mai necessario mettere
subito in campo politiche climatiche ambiziose in grado di ridurre le
emissioni climalteranti globali, accelerando così la transizione energetica
verso un futuro dove l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica giocheranno
un ruolo predominante. Purtroppo, nel nostro Bel Paese manca una legge per il
clima, con il pessimo risultato che le nostre emissioni di gas serra negli
ultimi nove anni sono state tagliate di poco più di due milioni di tonnellate
l’anno. Ciò prelude, in vista della scadenza del 2030, a una modesta riduzione
del 23 % a fronte del 55% assegnatoci dall’Unione europea. Uno scenario reso
ancora più critico se si considera che nel 2022 in Italia c’è stato un crollo
della produzione di elettricità da fonti rinnovabili: meno 14,7% rispetto al
2021.Una diminuzione legata al forte calo dell’idroelettrico, allo stallo
dell’eolico e al basso tasso di crescita dell’energia fotovoltaica.