Crisi climatica

È il momento di rimboccarsi le maniche

 

Una drammatica conseguenza delle variazioni climatiche: l'alluviione di Firenze del 4 novembre 1966 (Copyright Giuseppe Prunai)

di  Bartolomeo Buscema

Siccità e alluvione. Due termini che sono entrati e che entreranno sempre più spesso nelle nostre case. Molti si chiedono che cosa stia succedendo al clima, che sembra impazzito, e vogliono dagli scienziati una risposta che necessariamente deve essere semplice e chiara. Un compito arduo perché una risposta semplice a un fenomeno complesso quello quale del clima globale rischia la banalizzazione; per i nostri scopi è forse meglio sfogliare i recenti rapporti IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) che con l’eloquenza propria dei numeri ci danno un quadro globale dell’emergenza climatica e le possibili soluzioni. Tentiamo qui una breve sintesi. La temperatura  media globale della nostra Terra sta continuamente aumentando con impatti diffusi e disastrosi che colpiscono la vita di milioni persone. E’ un riscaldamento, relativamente repentino, se considerato su scala geologica, che ha già determinato un incremento della temperatura media globale di 1.1°C rispetto all’era preindustriale. Gli effetti sono noti: aumento delle ondate di calore, siccità e inondazioni; eventi meteorologici estremi difficili da gestire, come hanno palesemente mostrato le recenti cronache climatiche che hanno colpito principalmente l’Emilia-Romagna. E’, quindi, più che mai è urgente adottare misure di adattamento ai cambiamenti climatici già in atto e ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, consapevoli che solo una parte dell’anidride carbonica già rilasciata in atmosfera sarà assorbita dalle foreste e dal mare. Ciò significa che ci vorranno decenni prima di avere un sensibile decremento dell’anidride carbonica e della temperatura media globale. Ma bisogna pur cominciare, preoccupandoci nel breve termine di non oltrepassare la soglia di aumento di 1,5°C entro la fine del secolo. Una soglia da non oltrepassare se si vogliono scongiurare gli effetti devastanti e irreversibili sull’ecosistema globale e sulle generazioni future. Le scelte sono molteplici, fattibili ed efficaci come da qualche lustro affermano gli scienziati. È solo una questione di volontà politica, fino a oggi quasi inesistente, e di certe lobby che hanno interesse a vendere combustibili fossili. Ritornando ai report dell’IPCC leggiamo che è quanto mai necessario mettere  subito in campo politiche climatiche ambiziose in grado di ridurre le emissioni climalteranti globali, accelerando così la transizione energetica verso un futuro dove l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica giocheranno un ruolo predominante. Purtroppo, nel nostro Bel Paese manca una legge per il clima, con il pessimo risultato che le nostre emissioni di gas serra negli ultimi nove anni sono state tagliate di poco più di due milioni di tonnellate l’anno. Ciò prelude, in vista della scadenza del 2030, a una modesta riduzione del 23 % a fronte del 55% assegnatoci dall’Unione europea. Uno scenario reso ancora più critico se si considera che nel 2022 in Italia c’è stato un crollo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili: meno 14,7% rispetto al 2021.Una diminuzione legata al forte calo dell’idroelettrico, allo stallo dell’eolico e al basso tasso di crescita dell’energia fotovoltaica.

Il Galileo