La Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza 75 anni fa

Un Presidente antifascista

celebra la Resistenza e la Costituzione

Imponenti manifestazioni celebrative, con grande partecipazione di popolo, in risposta alle dichiarazioni negazioniste di alcuni esponenti politici

 

di Giuseppe Prunai

Un 25 aprile insolito quello di quest’anno contestato, non solo dai soliti irriducibili nostalgici, ma addirittura da alcuni esponenti del governo di destra. Primo fra tutti, il presidente del Senato, Ignazio Larussa, che, in pratica, è il vicepresidente della Repubblica. Dopo aver minimizzato l’importanza dell’attentato di via Rasella, a Roma, affermando che erano stati uccisi i suonatori di una banda musicale di Bolzano anziché i militari di un reparto delle forze d'occupazione tedesche, l'11ª Compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment "Bozen", appartenente alla Ordnungspolizei (polizia d'ordine) e composto da reclute altoatesine, ha cercato di dare al 25 aprile il significato di una generica festa della libertà ed ha aggiunto che nella nostra Costituzione non figura mai la parola “Resistenza” mentre ne trasuda da tutti i pori. E’ bene ricordare che il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate. Parallelamente il CLNAI emanò alcuni decreti: uno relativo all'assunzione di poteri da parte del CLNAI, «delegato dal solo Governo legale italiano, in nome del popolo italiano e dei Volontari della Libertà»; un altro relativo all'amministrazione della giustizia, che all'articolo 5 stabiliva la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, senza citare esplicitamente Benito Mussolini, che sarebbe stato catturato e fucilato tre giorni dopo.

Inevitabile l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, praticamente una risposta a Larussa. Dopo aver deposto una corona d’allor all’Altare della Patria, accompagnato - obtorto collo – da Larussa e dalla presidente del consiglio, Meloni, si è recato in volo a Cuneo che ha definito “la terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste”.

“È qui – ha detto Mattarella - che la Repubblica oggi celebra le sue radici, celebra la Festa della Liberazione. Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal Risorgimento. In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo Presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica”.

Ha poi citato un discorso di Piero Calamandrei a un gruppo di giovani studenti, a Milano, nel 1955.

“Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Mattarella ha così proseguito: “La guerra continua” affermò, nella piazza di Cuneo che oggi reca il suo nome, Duccio Galimberti, il 26 luglio del 1943.Una dichiarazione di senso ben diverso da quella del governo Badoglio. Continua - proseguiva Galimberti - “fino alla cacciata dell’ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista, fino alla vittoria del popolo italiano che si ribella contro la tirannia mussoliniana…non possiamo accodarci ad una oligarchia che cerca, buttando a mare Mussolini, di salvare se stessa a spese degli italiani”.

“Un giudizio netto e rigoroso. Uno discorso straordinario per lucidità e visione del momento. Che fa comprendere appieno valore e significato della Resistenza. E fu coerente, salendo in montagna. Assassinato l’anno seguente dai fascisti, è una delle prime Medaglie d’oro della nuova Italia; una medaglia assegnata alla memoria”.

“La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per affermare il riscatto nazionale. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti. Convocò i soldati mandati a combattere al fronte e che rifiutarono di porsi sotto il comando della potenza occupante tedesca, pagando questa scelta a caro prezzo, con l’internamento in Germania e oltre 50.000 morti nei lager. Chiamò a raccolta i giovani della generazione del viaggio attraverso il fascismo, che ne scoprivano la natura e maturavano la scelta di opporvisi. La generazione, “sbagliata” perché tradita. Giovani ai quali Concetto Marchesi, rettore dell’Ateneo di Padova si rivolse per esortarli, dopo essere stati appunto “traditi”, a “rifare la storia dell’Italia e costituire il popolo italiano”.

Il cofrteo di Milano, il sindaco dek capoluogo lombardo, Giuseppe Sala

“Fu un moto che mobilitò gli operai delle fabbriche. Coinvolse i contadini e i montanari che, per la loro solidarietà con i partigiani combattenti, subirono le più dure rappresaglie (nel Cuneese quasi 5.000 i patrioti e oltre 4.000 i benemeriti della Resistenza riconosciuti).

“Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo. È nata così una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati prima inimmaginabili.

Il corteo di Milano: la neosegretaria del PD, Elly Schlein. Alle sue spalle il consigliere regionale PO Pierfrancesco Majorino

“E qui a Cuneo, mentre la guerra infuriava, veniva sviluppata un’idea di Costituzione che guardava avanti. Pionieri Duccio Galimberti e Antonino Rèpaci. Guardava a come scongiurare per il futuro i conflitti che hanno opposto gli Stati europei gli uni agli altri, per dar vita, insieme, a una Costituzione per l’Europa e a una per l’Italia. Dall’ossessione del nemico alla ricerca dell’amico, della cooperazione.

“La Costituzione confederale europea si accompagnava alla proposta di una “Costituzione interna”. Obiettivo: “liberare l’Europa dall’incubo della guerra”.

“Per tornare alla “Costituzione di Duccio”, apparivano allora utopie alcune sue previsioni come quella di una “unica moneta europea”. Oggi realtà.

“O quella di “un unico esercito confederale”. E il tema della difesa comune è, oggi, al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea, in un continente ferito dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.

“Sulla scia di quei “visionari” che, nel pieno della tragedia della guerra e tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà, desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale.

“Rendono onore alla Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Le rendono onore le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l’economia italiana.

Le rendono onore quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno. I giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente. Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere  al futuro delle nuove generazioni rendono onore alla liberazione della Resistenza”.

Il corteo di Milano: i city angels

Inutile descrivere l’impatto del discorso del Presidente Mattarella, dovuta reazione ad alcuni, pesanti atteggiamenti negazionisti, fatto sta che le cerimonie commemorative, svoltesi in numerose località del Paese hanno registrato eccezionale adesione. A Milano, dove tradizionalmente si svolge la principale rievocazione del Nord Italia, oltre centomila persone hanno partecipato alla straordinaria, unitaria e pacifica manifestazione nazionale. Ha detto Roberto Cenati - Presidente Anpi Provinciale del capoluogo lombardo: “ Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza, ha voluto dare un segnale di speranza al Paese, con il richiamo alla nostra Carta Costituzionale, profondamente antifascista, in ogni suo articolo”.

Il Galileo