Una gara fra scienziati in erba europei
Una manifestazione ultratrentennale promossa dalla FAST su incarico della
Direzione generale Ricerca della Commissione europea
di
Magali Prunai
Si è concluso da poco, a Milano, presso la sede della FAST, federazione delle
associazioni scientifiche e tecniche, “i giovani e le scienze”. Manifestazione
che dal 1989 la federazione organizza su incarico della Direzione generale
Ricerca della Commissione europea e che premia giovani scienziati con la
partecipazione a EUCYS, European Union Contest for Young Scientists, e con altri
accreditamenti a prestigiose competizioni internazionali.
Una gara, quindi, dove chi vince non è chi corre più veloce ma chi ha ragionato
di più o ha avuto l’idea più brillante e ha saputo studiarla, descriverla e
spiegarla.
Da sinistra: il segretario generale FAST, Alberto Pieri, il ministro
dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, il presidente FAST, Rinaldo
Psaro.
Ma, si legge sulla pagina Facebook di Fast, i giovani e le scienze è molto di
più di un semplice concorso.
I giovani e le scienze è confronto, è valorizzare le competenze, è crescita, è
opportunità.
E queste parole non sono vuote di significato, scritte solo per dare maggior
enfasi a un post su una pagina social e farsi pubblicità.
Girare fra gli stand dei ragazzi, guardare i loro poster esplicativi, le
bandiere delle nazioni di appartenenza appese con orgoglio di fianco a un
computer, custode di tutta la loro scienza, tavolini “apparecchiati” con
modellini, agrumi o gadget di vario tipo, è stata un’esperienza esaltante anche
per me che, ormai fuori età per partecipare al concorso (è necessario avere
almeno 14 anni e non più di 20), ho desiderato tornare indietro nel tempo per
proporre una mia idea. Non importa quale, anche la più assurda ma che mi
permettesse di condividere quell’aria, quei giorni, quella agitazione. Un’idea
che mi permettesse di dire, 20 anni dopo la fine della scuola, che l’ansia dello
scotch che non tiene e il cartellone che cade, che la tensione delle interviste
della giuria, che le attività organizzate per occupare il tempo fra la
valutazione della giuria e la premiazione, sono dei bei ricordi indelebili nella
mia mente e nel mio cuore.
Ma così non è stato, e allora parliamo di cosa è rimasto ai giovani partecipanti
all’edizione 2023.
Tutti i partecipanti al concorso della FAST
È rimasto sicuramente che non si sale in piedi su una sedia o un tavolo ma si
aspetta pazientemente l’arrivo di una scala per attaccare materiale in alto, che
se sei minorenne non puoi andare in giro come vuoi, soprattutto se non sei
padrone della lingua, che studiare è bello perché ti porta a viaggiare e a
conoscere gente e posti nuovi, dentro e fuori il tuo paese.
Ma è rimasto, anche, che se ti impegni, se studi e credi in quello che fai i
tuoi sforzi ricevono un riconoscimento.
Lo ha fatto notare il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara,
che, premiando alcuni gruppi, ha insistito proprio sul concetto di merito che ha
voluto aggiungere alla denominazione del suo ministero. E questi giovani
scienziati di merito ne hanno in abbondanza.
Un merito che fatica a farsi strada in un paese che ha il numero più basso di
iscritti alle facoltà cosiddette STEM (Science, Technology, Engineering,
Mathematics), senza considerare il rapporto uomo – donna completamente impari.
I giovani scienziati di questa edizione, come quelli delle precedenti, hanno
fatto dell’etica, della scienza, della conoscenza e dello sviluppo umano la loro
bandiera, imparando a ragionare, a porsi delle domande, a essere curiosi, a
mantenersi liberi e indipendenti nella mente e nello spirito, riuscendo così a
guardarsi dentro, nel più profondo della loro anima. Un po’ alla Vitangelo
Moscarda, come recentemente ha scritto qualcuno commentando la manifestazione e
citando proprio l’opera di Pirandello “Uno, nessuno e centomila”.
Il ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara premia le giovani
scienziate
dei Paesi Baschi, Ane Garcia e Leire Culla
Ma un piccolo grazie alla fine di questo articolo voglio rivolgerlo a chi ha
lavorato dietro le quinte tutto il tempo e senza il quale i giovani e le scienze
non esisterebbe.
E quindi sì, alziamoci in piedi a battere le mani alle future promesse della
scienza, ma battiamole anche a tutto il team della FAST che ha permesso a queste
eccelse menti di dare sfogo al loro estro e di approdare in tutto il mondo.