energia illimitata e pulita,
ma non subito
di Bartolomeo Buscema
Recentemente, gli scienziati californiani del Federal Lawrence Livermore
National Laboratory, un centro militare di ricerca, hanno diffuso la notizia di
un salto significativo verso la fusione
termonucleare: una reazione atomica che avviene all’interno delle stelle
e del nostro sole. Nel caso delle stelle la fusione tra i nuclei ha luogo a
temperature di almeno quindici milioni di gradi centigradi e pressioni
elevatissime. La fusione termonucleare consiste nell’unione di atomi leggeri per
formare atomi più pesanti creando così un nuovo elemento chimico che non ha
massa pari alla somma delle masse dei componenti, ma una massa inferiore. Tale
differenza di massa si trasforma tutta in energia secondo la nota equazione
einsteniana E= m*c2. Ad esempio,
quattro nuclei di Idrogeno si “fondono” per generarne uno di Elio. Sin dal 1952,
la fusione termonucleare incontrollata è stata sperimentata per costruire la
bomba H - bomba all'idrogeno- che è l'ordigno nucleare più devastante mai creato
dall'uomo, molto più potente delle bombe atomiche che cancellarono Hiroshima e
Nagasaki.
Nel nostro caso, invece, si tratta di una fusione
controllata in grado di produrre enormi quantità di energia, da
utilizzare prevalentemente per produrre elettricità, ma senza il problema della
gestione delle famigerate scorie radioattive che resta, a tutt’oggi, uno dei
fattori che maggiormente alimentano la contrarietà dell’opinione pubblica allo
sfruttamento dell’energia nucleare da fissione. In particolare, l’esperimento
statunitense è stato eseguito con l’ausilio di 192 potentissimi laser che hanno
convogliato la loro energia su una pallina contenente isotopi d’idrogeno. Tale
piccola sfera, riscaldata a 100 milioni di gradi
centigradi e compressa dai laser, si è trasformata in un plasma di
protoni e neutroni per produrre Elio ed energia termica. La notizia, che subito
ha fatto il giro del mondo, è che per la prima volta l’energia spesa per
accendere il plasma è stata minore di quella ottenuta. Ciò vale solamente se si
prende come riferimento la sola energia collimata dai raggi laser sulla pallina.
Invece, se nel bilancio energetico consideriamo tutta l’energia spesa per
l’esperimento, ci rendiamo conto che siamo ancora ben lontani anche dal
pareggio. Ciò rende chiaro quello che la direttrice del Lawrence Livermore
National Laboratory, Kim Budil, ha detto durante l’annuncio: «Servirà tempo
prima di arrivare alla fornitura di energia prodotta in questa maniera per il
mercato, e voglio che questo sia chiaro. Oggi però abbiamo dimostrato che può
essere fatto». Concludiamo, con una nota tecnica sui due metodi di fusione
termonucleare: quello inerziale e quello magnetico. Ai laboratori americani è
stato scelto il primo metodo; invece, il secondo metodo, cioè il confinamento
magnetico del plasma, è quello adottato dall’Unione europea, in collaborazione
con altre nazioni, tra cui la Cina e la Russia. Ora, bisogna registrare che, nel
2021, gli scienziati europei del laboratorio JET (Joint European Torus) del
Culham Centre for Fusion Energy (Regno Uniti) hanno fatto un passo significativo
verso la fusione, convalidando le scelte progettuali per la realizzazione di un
reattore nucleare di dimensioni
maggiori (progetto ITER), in questi anni in costruzione Cadarache (Francia) e
che farà i primi esperimenti nel 2026.Non ci resta che attendere e sperare che
al più presto questa fonte illimitata di energia possa ridurre drasticamente le
emissioni di anidride carbonica e il conseguente pericoloso riscaldamento
terrestre.