Sahra Talamo,
la scienziata che ci aiuterà a capire perché
si sono estinti i Neandertaliani
di Valeria Fieramonte
Sahra Talamo è professore ordinario del dipartimento di chimica ‘Giacomo
Ciamician’ dell’Università di Bologna, con una tesi sulle datazioni tradizionali
al radiocarbonio 14C.
Si è laureata in scienze naturali all’università degli studi di Milano, e poi ha
preso il dottorato in archeologia a Leiden, la più antica università olandese.
Fa parte dell’ESHE, (European Society per lo studio dell’evoluzione umana),
Il radiocarbonio è l’orologio atomico per eccellenza, per intenderci quello le
cui lancette ora segnano pochi minuti dall’estinzione di massa.
Lei però ha introdotto delle innovazioni, un’altra lancetta, per rendere
più precisa la datazione del passato. Studia il ticchettio del tempo che
fu, l’orologio che scandisce i minuti e i secondi dell’incontro tra noi Sapiens
e i Neandertaliani, che dopo che siamo ‘arrivati’, diciamo così, noi, si sono
estinti abbastanza velocemente.
“E’ difficile anche migliorare se stessi, se prima non sappiamo chi fummo –
dice.
Per capirlo, ovvero per capire i periodi chiave della preistoria europea,
usa set di dati di calibrazione al radio carbonio ad alta risoluzione,
servendosi degli alberi fossili:
sarà importante per studiare sia quando sono ‘comparsi’ i Sapiens in Europa, sia
le interazioni con i Neandertaliani in termini di coesistenza e convivenza ed
anche competizione.
I Neandertaliani hanno popolato l’Europa per circa 400mila anni, e ne conosciamo
movimenti, dieta, anatomia e pensiero simbolico, ma poco dopo la nostra comparsa
di Sapiens (ovviamente comparsa agli studi archeologici), si sono estinti
abbastanza in fretta. Si tratta di lunghezze naturali, e dunque si fa per dire,
ma l’interazione tra i Neanderthal e i Sapiens è durata circa settemila anni, e
poi i primi si sono estinti, grossomodo 39mila anni fa.
Si hanno dati certi sul fatto che donne Sapiens si sono accoppiate con i
Neandertaliani, ma in Europa sembra
che la nostra evoluzione sia stata
complicata. (Sarà forse abbastanza ovvio scoprire che è accaduto anche il
contrario, ma questa è una mia opinione da ignorante delle complicazioni
scientifiche, e in ogni caso i mitocondri sono in entrambi i casi di origine
materna.)
Comunque per capire appunto tutte queste complicazioni, ci vuole un orologio a
tre lancette.
Va da sé che i secondi archeologici non sono gli stessi che usiamo sui nostri
orologi per una corsa di velocità, o meglio sono gli stessi, ma
tempi così dilatati rendono tutto più difficile da capire.
Si parla di un orologio a tre lancette perché con i metodi tradizionali sarebbe
come se Maria Curie, nel famoso congresso a Solvay nel 1927, nella foto in cui
sta tra Einstein a Max Planck, si trovasse invece al fianco di Archimede.
Lo spiega molto meglio Sahra (invitata al Convegno UGIS di Piacenza): «Il
radiocarbonio è un dono del cielo, si forma in atmosfera e permette di andare
indietro di circa 55mila anni. La quantità di carbonio14 in atmosfera però non è
fissa nel tempo, E la curva che si può disegnare perde di precisione mano a mano
che si va indietro. Per questo troveremmo Maria Curie a fianco di Archimede in
una foto del 1927.
E’ stata scoperta una foresta fossile sulle coste portoghesi sotto l’oceano
atlantico che è preziosa perché ci permetterà di aggiungere piccoli pezzi più
precisi alla calibrazione attorno ai 30mila anni fa. (un tempo abbastanza
rilevante sia per i Sapiens che per i Neanderthal).
Peccato che, proprio al convegno UGIS di Piacenza, sia arrivata comunicazione
che il gruppo di giornalisti scientifici portoghesi si è sciolto per mancanza di
soci, e dunque ci mancherà la loro opinione.
Il nuovo orologio a tre lancette è stato
adottato nel 2019. Il Sapiens più vecchio d’Europa trovato finora, il primo e il
più vecchio, ha 47mila anni, in Bulgaria a Bacho Kiro. (Dunque i Neanderthal si
sono estinti in un arco di tempo che va da 47mila a 39mila anni fa).
Anche alcune scoperte di ossa fossili in Siberia segnalano la presenza di
Sapiens attorno a 40mila anni fa, mentre per i Neanderthal si può risalire a
400mila anni, ma è certo che circa 39mila anni fa si sono estinti.
Altre scoperte fondamentali si stanno studiando da reperti provenienti dalla
grotta di Stainia, in Polonia: tra le altre cose è stato trovato un gioiello in
avorio, un pendente puntinato che allo stato attuale si può considerare il
gioiello più vecchio del mondo, dato che risale a 41.500 anni fa, gli archeologi
lo trovano ovviamente bellissimo, anche se così malconcio a noi profani non
farebbe un grande effetto. Sarà fondamentale per approfondire la genetica dei
neandertaliani, come continua a fare il gruppo di paleogenetisti del Max Planck,
guidati dal premio Nobel Svante Paabo, con la loro ultima scoperta di un intero
ammasso di ossa umane ritrovato in
Siberia. Si potrà così approfondire anche il ruolo delle donne neanderthal, e
magari capire qualcosa di più del loro apparato mitocondriale, che ora sembra
senza segreti. Si sa che già allora erano loro a favorire scambi e collegamenti
tra gruppi isolati, e chissà quante altre cose si potrebbero scoprire, guerre e
ideologie permettendo…