di Giuseppe Prunai
L'anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Si esce poco la sera, compreso quando è festa
E c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra.
Cantava così Lucio Dalla sulla fine del 1978. Eravamo nel pieno degli anni di
piombo. Pochi mesi prima, le
Brigate
sedicenti Rosse avevano rapito e assassinato Aldo Moro (foto a sinistra),
presidente della Democrazia Cristiana, di cui era uno dei fondatori. Cinque
volte Presidente del Consiglio dei ministri, Moro guidò governi di
centro-sinistra (1963-68) promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta
strategia dell'attenzione verso il Partito Comunista Italiano attraverso il
cosiddetto compromesso storico. E fu proprio quando stava per compiere il passo
decisivo che forze oscure (ma non troppo) lo tolsero di mezzo facendone
ritrovare il cadavere in una stradina a metà strada fra via delle Botteghe
Oscure, dove era la sede del Partito comunista, e Piazza del Gesù, dove era la
sede della Democrazia Cristiana. Un avvertimento quasi di stampo mafioso.
E Dalla poi prosegue sottolineando che la
televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando.
E lì il nostro Dalla si lancia in fantastiche ipotesi di cambiamento per
concludere amaramente:
… cosa si deve inventare per poter riderci sopra, per continuare a sperare
se quest'anno passasse in un istante. Come diventa importante che in
questo istante ci sia anch'io. L'anno che sta arrivando tra un anno passerà, Io
mi sto preparando, è questa la novità.
Una conclusione improntata, in quel tempo, al più nero pessimismo, un pessimismo
che ci assale anche oggi. Avevamo sperato di seppellire il 2021, il coprifuoco,
le mascherine, i vaccini, insomma, la pandemia, ci ritroviamo in un 2022 che
debutta con un aumento dei contagi di Covid19 e con le sue varianti, con la
terza dose del vaccino, forse con la quarta, con la gente che non ne vuole
sapere di vaccinarsi, con gli ospedali pieni di contagiati dal virus di questa
peste degli anni 2000 – un pienone che ostacola il normale svolgimento
dell’attività terapeutica delle altre malattie, soprattutto di quelle
oncologiche. Le fonti ufficiali sottolineano come la stragrande maggioranza dei
ricoverati in terapia intensiva sia costituita dai non vaccinati, quegli
arroganti che pomposamente si fanno chiamare “no wax” e che hanno recapitato
all’immunologa Antonella Viola una lettera minatoria con dentro un proiettile, in
perfetto stile mafioso. Adesso la Viola è sotto scorta con una serie di
limitazioni alla propria attività.
Minacce che toccano anche i giornalisti, come ha sottolineato Giuseppe Giulietti
(foto a destra), presidente della Federazione nazionale della stampa.
“Nei primi 9 mesi del 2021 sono stati registrati 156 atti intimidatori nei
confronti dei giornalisti. Dopo i numeri diffusi dall’Osservatorio di Ossigeno
per l’Informazione, a lanciare l’allarme sulle minacce subite dagli operatori
dell’informazione è il Viminale.
Secondo i dati, elaborati dal Servizio analisi criminale del Dipartimento della
Pubblica Sicurezza, si è registrata una crescita del 21% rispetto ai casi
registrati nel 2020. E sugli oltre 150 casi, 74, pari al 47%, sono legati ai
social network.
“Aumentano i casi di “molestie”, dentro e fuori la rete, contro il diritto di cronaca. Aumentano le ‘vite sotto scorta’. Al lungo elenco si è ora aggiunto anche Sigfrido Ranucci, bersaglio preferito di corrotti e mafiosi”.
“Il Viminale definisce ‘allarmanti’ i dati e, quindi c’è poco da aggiungere”, ha
continuato. “Il primo semestre aveva già fatto registrare un aumento di oltre
l’ottanta per cento delle minacce, il secondo semestre resta nella media, ma
segnala una nuova impennata causata dalla crescente aggressività di squadristi e
negazionisti, spesso alleati, come ha dimostrato il clamoroso assalto alla sede
nazionale della Cgil”.
E le prospettive per il 2022 non appaiono migliori, ha concluso Giulietti
“Nonostante tutto continueremo a stare dalla parte dei cronisti minacciati, ad
accompagnarli anche nelle aule dei Tribunali, ad essere parte civile con i
nostri legali, a manifestare davanti alle sedi istituzionali, a denunciare i
bavagli vecchi e nuovi, basti pensare ai recenti ostacoli frapposti ad una
corretta e trasparente informazione nella cronaca giudiziaria.
“Nella speranza che forse andrà delusa, che il prossimo Presidente della
Repubblica abbia nel cuore l’articolo 21 della nostra Carta e lo difenda con la
stessa passione civile che ha animato il Presidente Sergio Mattarella, autentico
garante della Costituzione antifascista e antirazzista”.
Ciliegina sulla torta di questo nero panorama, la notizia della scomparsa di David Sassoli. 66 anni, presidente del parlamento europeo, già vicedirettore e conduttore del TG1, ex inviato del TG3, ex cronista nella carta stampata. A stroncarlo, un tumore.
Ai suoi funerali di stato, svoltisi il 14 gennaio scorso a Roma, il ghota della
politica italiana ed europea. Citiamo per tutti, il Presidente della Repubblica,
Mattarella, il Presidente del Consiglio, Draghi, la presidente della Commissione
europea Ursula Von Der Layen, il
Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, numerosi capi stato europei e
ministri degli esteri.
Ma c’è anche una notizia positiva che apre molte prospettive terapeutiche. A 55
anni dal primo trapianto di cuore, operato dal chirurgo
Christian Barnard, è stato impiantato in un paziente di 57 anni, David
Bennett, gravemente ammalato, il
cuore di un maiale geneticamente modificato. Si tratta del primo trapianto
riuscito di cuore di maiale in un essere umano. L'operazione, durata otto ore,
si è svolta ai primi di gennaio a Baltimora. L’intervento apre la strada a nuove
terapie.
L
Il maiale geneticamente modificato è stato fornito da un'azienda di medicina
rigenerativa con sede in Virginia; la mattina dell'intervento l'équipe
chirurgica, guidata dal dottor Griffith, ha rimosso il cuore dal suino e lo ha
inserito in un dispositivo per mantenerlo inalterato.
Insieme ai farmaci anti-rigetto, i medici hanno anche utilizzato un nuovo
prodotto, un composto sperimentale, che deve aiutare il corpo a non riconoscere
come estraneo e rigettare l'organo trapiantato.
Nella seconda metà degli anni '70, del 900, nel
corso di un convegno di cardiologia, a Roma, un cardiochirurgo (non ne ricordo
il nome) propose di usare per i trapianti il cuore del maiale, molto simile a
quello dell'uomo. Apriti cielo! Condanna da parte di tutti i "benpensanti" di
carriera e di complemento e soprattutto da parte di numerosi prelati anche se il
Vaticano non espresse mai una valutazione ufficiale. Le riserve espresse furono
soprattutto sul fatto che sarebbe stato utilizzato il cuore di un maiale.
Probabilmente, se fosse stato proposto il cuore di un bue o di un barbagianni
nessuno avrebbe fiatato. Adesso, a più di 30 anni di distanza, quella proposta è
una realtà anche se il suo esito è ancora tutto da verificare.
Nel gennaio del 1996, il chirurgo Raffaello Cortesini, specialista in trapianto di organi, rivelò, come riferì con dovizia di particolari l’agenzia AdnKronos, che da “qualche parte in Italia c'è un allevamento di maiali transgenici che entro l'anno 2000 avrebbero prodotto fegati del tutto compatibili con quelli dell'uomo e che avrebbero potuto essere utilizzati nei trapianti come organi temporanei”. La dichiarazione di Raffaello Cortesini, direttore del Centro trapianti dell'Universita' di Roma ''La Sapienza'', fu a margine della conferenza-dibattito ''Il trapianto d'organo'' organizzata dall'Aned, associazione nazionale emodializzati.
Il Presidente Sergio Mattarella con Alessandra Vittorini, moglie di David
Sassoli, e con i figli di Sassoli in occasione dei funerali del Presidente del
Parlamento europeo
''Non posso rivelare dove è situato questo allevamento – aggiunse Cortesini –
per ragioni di brevetto che stiamo per ottenere e per evitare eventuali azioni
da parte degli animalisti. La realtà è che in Italia stiamo allevando dei maiali
transgenici con specificità antigenica per il fegato dell’uomo e che i primi
organi potranno essere impiantati entro il 2000, ma solo come temporanei
sostituti di organi umani. Siamo in questo progetto in collaborazione con
l’università di Cambridge e con la Duke University: l’Italia ha suini
‘specializzati’ in fegato, l’Inghilterra in cuore. Il primo intervento con cuore
da maiale lo effettueremo entro due anni con l’equipe inglese’’.
Il prof. Cortesini fu ottimista sui tempi di questi avveniristici trapianti
divenuti realtà con alcuni decenni di ritardo.
E questa è, per il momento, l’unica notizia positiva del 2022.