Il centenario della nascita di Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912) ricordato con una serie di iniziative convegni e, soprattutto, articoli di giornale e saggi un po' ovunque. Il Museo della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano gli ha dedicato un intero pomeriggio, offrendo al pubblico una dimostrazione del funzionamento di Enigma, la macchina tedesca per criptografare i messaggi militari durante la seconda guerra mondiale, e una visita alla nuova sezione museale dedicata al calcolo automatico.
Matematico e logico, con il suo lavoro e le sue teorie, Turing contribuì moltissimo allo sviluppo dell'informatica. Alla base di tutto, il suo concetto di algoritmo e calcolo mediante la cosiddetta macchina di Turing che ha svolto un ruolo importante nello sviluppo del computer. La Macchina di Turing è una macchina ideale che manipola i dati contenuti su un nastro di lunghezza infinita, secondo un insieme prefissato di regole. In pratica, una macchina in grado di costruire algoritmi.
Ma Turing fu anche uno dei principali crittoanalisti inglesi che durante la seconda guerra mondiale, lavoravano per decifrare i messaggi criptati dei tedeschi, che si servivano della macchina Enigma. Turing riuscì nell'impresa, opponendo ad Enigma, la macchina Bomba. Per la verità, Bomba era stata ideata dal polacco Marian Rejewski. Ma la prima Bomba era imperfetta. Inoltre, il suo sviluppo fu arrestato dall'invasione tedesca della Polonia. Turing riprese gli studi di Rejewski, li sviluppò con una logica nuova e realizzò una seconda Bomba in grado di opporsi ad Enigma. Quando i tedeschi perfezionarono Enigma fino a realizzare la cifratrice Lorenz SZ40/42, Max Newman modificò Bomba realizzando una nuova macchina, che chiamò Colossus, considerata l'antesignana del computer.
Dopo la guerra, Turing elaborò il progetto di un sistema per il calcolo automatico, che non fu mai realizzato a causa dell'alto costo. Da rilevare, che il governo inglese impose a Turing e a tutti gli scienziati che, durante la guerra, avevano lavorato allo studio di Bomba e di Colossus, il silenzio assoluto sui loro studi. Ma ciò non impedì a Turing di spostare i propri interessi su quella che chiamò l'intelligenza artificiale e nel 1950 si trasferì all'Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatica Digital Machine (MADAM). Convinto che entro l'anno 2000 sarebbero state create delle macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADAM e partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali fruitori.
Di lì a poco, fu arrestato per omosessualità, allora reato in Gran Bretagna, e condannato alla castrazione chimica. Poi, a Wilmslow, il 7 giugno 1954, il suicidio, vero o falso che fosse. Secondo la tradizione, si sarebbe ucciso morsicando una mela avvelenata col cianuro di potassio, una fine in linea con la fiaba di Biancaneve che Turing preferiva. Ma la mela non fu mai analizzata e le autorità si affrettarono a calare il sipario su tutta la vicenda.
Si dice che la mela morsicata, simbolo di Apple, derivi proprio dalla mela di Turing.
Due parole su Enigma, macchina elettromeccanica per criptografare. Fu sviluppata dal tedesco Arthur Scherbius in varie versioni a partire dal 1918 quando ottenne il brevetto, ispirandosi al disco cifrante di Leon Battista Alberti. Egli creò una società a Berlino, la Scherbious & Ritter, per produrla. Ne mise in vendita la prima versione commerciale nel 1923. Sebbene i crittogrammi prodotti fossero effettivamente indecifrabili per l'epoca, molti commercianti e uomini d'affari pensarono che l'alto costo della macchina non giustificasse la possibilità di avere messaggi sicuri. Quando la società era praticamente al fallimento, ecco l'interesse delle forze armate tedesche, soprattutto della marina. La macchina venne profondamente modificata e il su cervello, il rotore ispirato al disco di Leon Battista Alberti, fu accompagnato da altri rotori speculari, la cui sequenza veniva cambiata ogni giorno.
Enigma si presenta come una macchina per scrivere elettrica (poteva funzionare anche a batteria) con una tastiera alfanumerica con la quale veniva composto il messaggio da cifrare. Sopra la tastiera meccanica, ve n'era un'altra formata da tante lampadine, una per ogni lettera o numero della tastiera meccanica. Componendo un messaggio su quest'ultima, il testo compariva cifrato sulla tastiera luminosa. Un operatore lo ricopiava e poi lo ritrasmetteva in radiotelegrafia al destinatario insieme ad un codice che indicava la sequenza dei rotori.
Se si componeva sulla tastiera meccanica un testo cifrato, su quella luminosa compariva in chiaro.
Semplice a dirsi, ma realizzare e perfezionare Enigma non fu facile. Avrebbe potuto essere perfetta e inviolabile se non si fosse scontrata con i cervelli più fini delle Intelligence polacca e inglese, ma soprattutto con il genio di Alan Turing.